Regione Campania: Caccia, consigliere Carpentieri “Tar certifica fallimento regionale”
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania ha pubblicato, nella giornata di ieri, l’Ordinanza 1853, che è l’ennesima evidente certificazione del fallimento della Regione Campania in tema di politiche venatorie. In buona sostanza, la caccia, in Campania, è ostaggio di persone incompetenti e incapaci. Dalla lettura dell’Ordinanza emergono, infatti, colpe e responsabilità gravissime della Regione e di chi ha materialmente lavorato al calendario venatorio 2024/25.
L’apertura del colombaccio prima del 1° Novembre 2024, ad esempio, non è possibile perché la Regione si è discostata dal parere del Comitato Faunistico Venatorio Nazionale “senza fornire adeguata motivazione del mancato adeguamento e della diversa tempistica adottata”. Perché è successo? Di chi è la responsabilità?
E ancora, il TAR, nella stessa Ordinanza, ha anche precisato che, poiché le Delibere impugnate appaiono in contrasto con il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale 2024/2029, in assenza di una nuova specifica valutazione di incidenza sul calendario, l’esercizio della caccia nelle Aree Natura 2000 esterne ai Parchi Naturali Regionali non è consentito. Perché tutto questo è accaduto? Di chi è la responsabilità?
I cacciatori campani pagano gli errori, i ritardi e la superficialità di un Governo regionale poco attento e di consulenti tutt’altro che esperti, con il conseguente sperpero di denaro pubblico. A causa di decisioni sbagliate, pratiche mal istruite, dati scientifici mai accertati e documenti non prodotti, i circa 40 mila cacciatori che vivono e praticano la caccia in Campania sono costretti, dunque, a dover riprogrammare giorno dopo giorno, ordinanza dopo ordinanza, la loro attività venatoria, con la conseguenza inevitabile che molti, stanchi di questi odiosi balletti, decideranno di rinunciare. Nella speranza, almeno, di ottenere il rimborso delle tasse e delle quote già pagate.