Minori: Cgil, svolto incontro su SAD

Minori: Cgil, svolto incontro su SAD
Si è tenuto ieri a Minori un incontro richiesto dalla CGIL Funzione Pubblica di Salerno, rappresentata dal segretario provinciale, per discutere del futuro del Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) e della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, con particolare riferimento alla società a controllo pubblico Miramare Service Srl.

Durante l’incontro, il segretario provinciale della CGIL Funzione Pubblica ha espresso con forza la posizione del sindacato:

“Dopo che alcuni amministratori hanno provato a indebolire il percorso di costituzione del SAD, dopo vari attacchi e critiche contro la Miramare Service e dopo alcuni ricorsi al TAR sempre contro il SAD e dopo la nostra reazione fondata sul merito e non sulla propaganda, oggi il fondamentale confronto da noi richiesto ed accolto in tempi celeri dal Presidente Reale, con la presenza di diversi amministratori e dell’Amministratore Unico della Società, La Mura”, ha dichiarato il segretario.

Il confronto, descritto come “franco e chiaro”, ha permesso al sindacato di ribadire la sua linea, già espressa nei vari tavoli istituzionali: “Abbiamo ribadito e confermato le nostre posizioni, già ampiamente espresse su tutti i tavoli istituzionali, sull’importanza di salvaguardare il valore pubblico nella scelta del futuro gestore unico del ciclo integrato dei rifiuti”.

In particolare, la CGIL Funzione Pubblica ha sottolineato la necessità di valorizzare la Miramare Service Srl, società interamente a controllo pubblico, che secondo il sindacato deve essere centrale nella gestione del ciclo dei rifiuti: “La valorizzazione della società a totale controllo pubblico presente nel SAD, Miramare Service Srl, è un atto dovuto e imprescindibile perché possa proseguire il confronto con queste Organizzazioni Sindacali”.

Il segretario ha concluso esprimendo fiducia nell’esito positivo delle trattative future: “Da come si è sviluppato il tavolo odierno, abbiamo la certezza che ciò potrà avvenire, per cui restiamo in attesa dei futuri tavoli di confronto, confermando tutto il nostro impegno a tutela esclusiva dei diritti dei/delle lavoratori/lavoratrici e delle Comunità interessate”.

Secondo quanto appreso dai lavoratori presenti all’assemblea, all’incontro hanno partecipato solo gli amministratori dei comuni di Amalfi, Atrani, Cetara e Minori. Questo ha reso l’incontro particolarmente “parziale” in termini di rappresentanza, lasciando fuori le voci degli altri comuni costieri. La questione centrale riguarda non solo i presenti, ma anche e soprattutto gli assenti, la cui posizione resta ancora da chiarire. L’assenza di rappresentanti di altri comuni chiave della Costiera potrebbe indicare una visione differente o una disconnessione rispetto alla linea espressa dai presenti.

All’incontro erano presenti, oltre alla CGIL Funzione Pubblica, anche altre sigle sindacali come FIAL Ambiente e Servizi, rappresentata da Domenico Merolla, e ULSSA, rappresentata da Gennaro Scarano. La presenza di queste organizzazioni ha rafforzato il focus sulla gestione pubblica e la tutela dei lavoratori, in un quadro che, tuttavia, sembra essere stato fortemente influenzato da sindacati storicamente più vicini alla sinistra.

Un passaggio chiave delle dichiarazioni sul post di facebook del segretario della CGIL riguarda la frase sibillina sugli “amministratori che hanno provato a indebolire il percorso di costituzione del SAD”. Pur non essendo stato fatto alcun nome diretto, è evidente che tale affermazione era rivolta verso coloro che hanno sollevato critiche e perplessità sulla sostenibilità della gestione pubblica del ciclo dei rifiuti, e che hanno avanzato dubbi su Miramare Service.

In particolare, questa critica sembra essere indirizzata, secondo quando si è appreso dai lavortori, verso amministratori di alcuni comuni che non hanno partecipato all’incontro, e che, tramite i loro ricorsi al TAR e le loro obiezioni in sede pubblica, hanno manifestato dissenso rispetto alla linea proposta dalla CGIL. Si tratta di figure che hanno messo in discussione non solo il processo di costituzione del SAD, ma anche la gestione da parte di una società in house come Miramare Service, paventando il rischio di inefficienza e il potenziale fallimento economico dell’iniziativa.

Il rischio è che i cittadini possano percepire un quadro di accuse velate che mina la fiducia nelle amministrazioni locali, chiedendosi chi tra i loro rappresentanti abbia davvero a cuore il futuro del servizio pubblico. Tuttavia, va detto che il futuro del servizio pubblico non si limita a garantire il lavoro, ma deve anche essere sostenibile dal punto di vista economico.

Se il progetto non viene gestito con attenzione, si rischia di creare il solito “carrozzone”, una Se il progetto non viene gestito con attenzione, si rischia di creare il solito “carrozzone”, una struttura inefficiente e politicamente influenzata che, alla fine, grava pesantemente sui bilanci comunali e sulle tasche dei cittadini. Questo “carrozzone” politico potrebbe tradursi in una macchina burocratica che, anziché ottimizzare la gestione dei servizi, finisce per rallentarli e appesantirli, generando costi aggiuntivi per i contribuenti.

In questi scenari, anziché migliorare i servizi pubblici, si rischia di creare un sistema in cui le scelte sono dettate più da interessi politici e sindacali che da un reale impegno per l’efficienza e la sostenibilità economica. Le strutture gonfie di personale e influenzate da logiche di consenso politico diventano difficili da gestire, con il risultato che i cittadini si ritrovano a pagare per un servizio che non migliora, ma diventa un peso economico e sociale.

Anche il ruolo dei sindacati, come CGIL, FIAL e ULSSA, potrebbe essere messo in discussione. La loro difesa incondizionata del pubblico potrebbe creare una macchina inefficace che protegge alcuni posti di lavoro a discapito di un servizio efficiente e sostenibile. La domanda è: questa difesa è davvero nell’interesse dei cittadini o rischia di creare l’ennesimo carrozzone?

Per evitare questo, è fondamentale che la gestione del progetto rimanga focalizzata su criteri di efficienza, trasparenza e sostenibilità, piuttosto che essere trascinata in una spirale di politiche inefficaci e decisioni influenzate da interessi di parte.

In questo contesto, sarebbe utile conoscere la posizione di quei sindaci e amministratori assenti, che potrebbero vedere nel modello proposto una gestione non sostenibile sul lungo termine. La questione chiave non è solo quella di garantire posti di lavoro, ma anche di evitare che i costi del servizio ricadano in maniera insostenibile sulle comunità locali, che rischiano di dover finanziare una macchina inefficiente.

Le prossime fasi del confronto saranno dunque decisive non solo per definire come gestire il ciclo dei rifiuti, ma anche per garantire che la gestione del servizio pubblico sia efficace e sostenibile, senza cadere in una logica di inefficienza e sprechi.