VERBI SWAHILI: KUSAWAZISHA ugualizzare, livellare

VERBI SWAHILI: KUSAWAZISHA ugualizzare, livellare

Padre Oliviero Ferro

Parlando con il capo dei muratori che costruivano la chiesa parrocchiale, sentivo che spesso diceva ai suoi aiutanti che bisognava “kusawazisha” (livellare bene il terreno, in modo che i blocchetti in cemento potessero essere messi al suo posto, altrimenti il muro sarebbe andato su storto. Facile a dire, ma poi ognuno ha la sua idea di livellamento. Allora lui prende la livella e fa vedere come la si usa. La goccia d’acqua che c’è all’interno deve essere ben orizzontale. “sasa, tulisikia bien, chef” (adesso abbiamo capito bene, capo). E così, piano piano i muri crescono e con soddisfazione si vede la chiesa prendere la forma che era nel progetto. Ci vuole pazienza e competenza e si possono fare delle cose bene. Qualcuno invece utilizza questo verbo in un altro ambito, cioè quello culinario. Si vedono i piatti colmi di riso o di manioca e qualcuno, per averne in più, con il cucchiaio “anasawazisha” (lo schiaccia bene, lo livella e così ce ne sta di più)”. Il vecchio Masongezi (uno dei responsabili della comunità) durante un pranzo comunitario, a un certo punto, lo vedo che fa dei salti. Gli chiedo come mai. Mi risponde “padiri, nashindilia tumbo langu (cerco di fare scendere in basso quello che ho mangiato) insomma stava livellando il cibo già ingerito per potere fare posto a quello che sarebbe entrato dopo. Mi ha fatto ridere, ma poi mi sono chiesto che forse quel giorno aveva proprio fame e non poteva non approfittarne del buon cibo che le mamme avevano preparato…