Bruxelles: Commissione europea, nuovo rapprto su crisi del suolo, mentre ONG chiedono azione urgente in vista della COP29
Il Centro comune di ricerca (CCR) della Commissione europea ha pubblicato il rapporto “State of Soils in Europe 2024”, che lancia un appello urgente per invertire il degrado del suolo in tutta l’UE.
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Il rapporto avverte che il 60-70% dei suoli europei è soggetto a degrado, tra cui l’erosione, l’inquinamento, l’impoverimento dei nutrienti e la perdita di materia organica, minacciando la capacità dell’UE di raggiungere gli obiettivi di sicurezza alimentare, biodiversità e clima. Senza un intervento immediato, la produttività agricola e la resilienza climatica della regione sono fortemente a rischio.
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Le minacce principali includono il degrado di 12 milioni di ettari di terreni agricoli a causa di pratiche agricole non sostenibili, espansione urbana e deforestazione. Il rapporto evidenzia anche l’allarmante diminuzione della materia organica del suolo, in particolare nell’Europa meridionale, che aggrava gli effetti di siccità e inondazioni a causa della ridotta ritenzione idrica.
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Il 60-70% dei suoli europei, compresi quelli italiani, sono degradati.
Raccomandazioni sulla policy
Il CCR chiede un’azione politica globale in tutta la comunità europea, chiedendo un sostegno finanziario per la gestione sostenibile dei terreni, regolamenti più severi e l’adozione di pratiche agricole rigenerative su larga scala.
Praveena Sridhar, CTO del movimento Salva il Suolo (una campagna sostenuta dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite e dall’IUCN per sostenere i governi nell’attuazione delle politiche per il suolo) ha sottolineato l’importanza del rapporto: “Questo rapporto evidenzia la portata del lavoro necessario per ripristinare i suoli dell’UE. È necessario che i Paesi dell’UE sostengano finanziariamente gli agricoltori nella transizione verso pratiche agricole rigenerative. I suoli sani sono fondamentali per il futuro della sicurezza alimentare, della mitigazione del clima e della biodiversità”. – Praveena Sridhar
Il rapporto esorta i governi ad attuare politiche di protezione del suolo in linea con il Green Deal europeo e con la strategia Farm to Fork, concentrandosi sulla conservazione delle torbiere, sulla riduzione dell’erosione e sul mantenimento della fertilità del suolo.
In vista della COP29 che si terrà a Baku il prossimo novembre, 16 ONG, tra cui Save Soil, 4per1000 e SEKEM, hanno approvato un documento di raccomandazioni politiche che chiede all’UNFCCC di facilitare l’accesso ai finanziamenti per il clima da parte degli agricoltori per il ripristino dei suoli. Le proposte principali includono:
Rendere accessibili i finanziamenti a favore del clima agli agricoltori per l’adozione di pratiche agro-ecologiche rigenerative.
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Aumentare i finanziamenti per gli agricoltori per creare depositi di carbonio nei terreni agricoli.
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Sviluppare infrastrutture e politiche di sostegno per una gestione sostenibile del territorio.
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Mobilitare gli investimenti privati per la rigenerazione del suolo.
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Integrare il ripristino del suolo nelle strategie globali di finanziamento nel settore climatico.
“Per ripristinare il suolo, i finanziamenti a favore del clima devono essere dirottati innanzitutto verso i piccoli agricoltori, che sono in prima linea nel ripristino del suolo e che sono drammaticamente sotto finanziati”. – Paul Luu, Segretario Esecutivo del 4per1000
“Stiamo mettendo a rischio il futuro del benessere dei nostri figli e del nostro bene naturale più prezioso, il suolo, sotto finanziando gli sforzi per incentivare le pratiche agricole rigenerative… Gli agricoltori spesso non possono passare alle pratiche rigenerative perché non ci sono fondi”. Benedikt Bösel, economista agrario, agricoltore rigenerativo con sede in Germania e fondatore della Fondazione Finck.
Il movimento Salva il Suolo esorta i governi a cogliere il momento della COP29 e a fare della salute del suolo una priorità nell’ambito dei provvedimenti per il clima. Sridhar ha aggiunto: “Il suolo è un serbatoio di carbonio essenziale. Se non riusciamo a ripristinarlo, compromettiamo la nostra capacità di raggiungere gli obiettivi climatici”.