Siamo diventati tutti criminologi

Siamo diventati tutti criminologi

Bianca Fasano  

Su Wikipedia cercando pagine nella categoria “Programmi televisivi di criminologia”, ne troviamo trentasette dedicate, tra cui: A Crime to Remember, Chi l’ha visto? Ho vissuto con un killer, Un giorno in pretura, Murder Comes to Town, Nightmare Next Door, Quarto grado, Quinta colonna.

Se ci relazioniamo ai filmati di You Tube, troviamo al di sotto di questi  322.604 visualizzazioni, 499.583 visualizzazioni, 26.597 visualizzazioni e sempre attenzione massima alle storie di crimini. D’altra parte, per ricevere 3.979 visualizzazioni (modeste, a confronto), anch’io, su di un mio canale You tube, ho parlato di un Killer: “Le donne che Theodore Robert Cowall Bundy non uccise”.

In possesso o meno di una attività giornalistica, o di un patentino qualsiasi di criminologi, in Italia basta guardare i commenti che ho copiato da sotto i filmati che riguardano il caso di Liliana Resinovich, scomparsa a Trieste nel dicembre 2021, trovata morta poi il 5 gennaio 2022: Non era difficile capire che fosse il più probabile omicida. Ma come mai però che procuratori e investigatori vanno così spesso per piste insensate?!”

 “Ma come, io ho capito dalla seconda autopsia che Liliana è morta il giorno della sparizione, ecco xke’ aveva la stessa colazione di quella mattina, come esce la teoria che è morta 48 ore prima del ritrovamento? Mi pare che fate tutti una macchia di chiacchiere, senza dare soluzione.

“Poiché la legge non funziona le chiacchiere e le inchieste giornalistiche aiutano era ora che si svegliassero….”

 “La banda degli onesti hanno un bel coraggio…da subito hanno descritto Sebastiano una palla al piede e da subito hanno detto che sono 30 anni che non gli piaceva…ma per 30 anni piaceva a lilliana…è normale puntare il dito contro una persona che non è nemmeno indagata? Trovatevi una persona che per un ritardo di 2 ore va dal vicino di casa dell’amante a suonare il campanello di uno che nemmeno conosce…dichiarandosi come l’amante… e i parenti lo sostengono…. Claudio sa più cose di quelle dette…comunque questi della banda non si possono guardare…andassero in questura a raccontare le loro fantasie”.

 “Che sia Sebastiano o meno… resta il fatto che si è rivelato un omuncolo, bugiardo, contradditorio.. fa ribrezzo ogni volta che apre la bocca.. Povera Lilly.. che “coso” aveva a fianco”.

Non hanno fine, É evidente che ci siano molti aspetti ancora da chiarire. Data per suicida all’inizio (sembra impossibile: avrebbe avuto la cura di imbustarsi per essere gettata nell’organico?) A due anni dal decesso della 63enne, dopo la riapertura dell’indagine con (finalmente!) l’ipotesi di omicidio, il 13 febbraio 2024 è avvenuta la riesumazione del corpo e il 15 è stata effettuata una nuova autopsia.

Alla fine si è realizzato che la donna potrebbe essere morta già dal quattordici dicembre, ossia da quando scomparve da casa. Il cadavere potrebbe anche non essere sempre stato dove è avvenuto il ritrovamento.

Ed ecco che sugli spalti e i set televisivi, in contraddittorio o da soli, elegantemente o sobriamente vestiti, compaiono i personaggi principali di queste tele novelle tragiche. Siamo nel mondo della comunicazione televisiva per cui non ci allontaniamo dalla tipologia dei dibattiti dei candidati alla Casa Bianca tra la Harris e Trump. Non valgono soltanto i contenuti espressi, ma anche l’atteggiamento, i gesti e l’abbigliamento dei protagonisti. Per Liliana Resinovich ci sono “due vedovi” che si presentano al pubblico con due stili totalmente dissimili, differenti per la personalità e l’effetto mediatico.

Il pubblico televisivo o Web parteggia per l’uno o per l’altro e compaiono in scena una marea di personaggi secondari a dire la propria.

Restando sul tema omicidiario, fortunatamente nel primo quadrimestre dell’anno – confrontandoci con lo stesso periodo del 2023 – i delitti sono calati e, nonostante che (giustamente), se ne parli di più,  diminuiscono i femminicidi in modo evidente. Troviamo, per le donne, delitti di coppia o in famiglia. I cambiamenti rapidi nel mondo femminile non sempre sono recepiti e accettati dal mondo maschile. Le  problematiche psichiatriche fanno da scudo, a volte, all’incompatibilità di coppia che non è più accettata come realtà indiscutibile da parte delle donne.

Intanto la serie “Avetrana – Qui non è Hollywood”, che avrebbe dovuto debuttare su Disney il 25 ottobre 2024, è stata bloccata. L’ha deciso il tribunale civile di Taranto, accogliendo il ricorso urgente, presentato dai legali del Comune di Avetrana. Il ricorso è stato avanzato dal pool difensivo, composto dagli avvocati Fabio Saponaro, Stefano e Luca Bardaro.  E ancora, sul filo del rasoio ci chiediamo: chi uccise Sarah? Il culmine del rilievo mediatico in Italia, fu all’annuncio in diretta sul programma Rai “Chi l’ha visto?” del ritrovamento del cadavere della vittima, il sei ottobre del 2010 laddove colpì l’immobilità del volto della madre di Sarah scazzi, Concetta Serrano Spagnolo, che era ospite in collegamento e restò impietrita, seduta nella casa di quello che, al primo momento, fu ritenuto il responsabile dell’omicidio: Michele Misseri. Invece il 21 febbraio 2017 la Corte suprema di cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, Sabrina Misseri e Cosima Serrano (figlia e madre), rispettivamente cugina e zia della vittima, confermando la condanna già inflitta in primo grado e in appello dalla Corte d’assise di Taranto.

Il dubbio resta: Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, condannato alla pena di 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove (il furto del cellulare di Sarah), si ostina ancora oggi a dichiararsi colpevole dell’omicidio della nipote, causato da un raptus sessuale e la figlia Valentina Misseri, al programma la vita in diretta  sostiene: “Mia sorella Sabrina e mia madre Cosima sono innocenti”. Non mancano i commenti ai video (Il caso Sarah Scazzi: la ricostruzione del delitto di Avetrana | Sulla scena del crimine): “L’unica differenza dalla narrazione ufficiale è che secondo me le due Misseri dopo averla raggiunta per strada e costretta a salire in macchina l’hanno portata subito in garage e dopo la sua morte hanno svegliato Michele per far sparire il corpo, la porta interna che collega garage e casa è poco compatibile col trasporto facile e snello nel movimento etc…. Nessuno le ha viste? E manco rientrare in casa uscendo dal garage???? A quell’ora la gente, con il caldo torrido che c’era non sta di solito alla finestra (a guardare cosa con quella desolazione?), parliamo di Avetrana dove non c’è la movida di Formentera tutto il giorno… Ecco, solo questo non mi torna proprio…infatti Michele ha costruito un altarino in garage perché dice che Sara è morta lì….”

Sono 88 le persone uccise in Italia tra gennaio, febbraio, marzo e aprile 2024, con un calo del 25,4% rispetto al primo quadrimestre 2023, quando le vittime furono 118.

Nel 2022 furono 110, 94 nel 2021 e 80 nel 2020.

Altra questione che tiene in contrasto innocentisti e colpevolisti è l’omicidio di Yara Gambirasio per il quale il procedimento giudiziario si è concluso il 12 ottobre 2018 con la condanna definitiva all’ergastolo di Massimo Bossetti, operaio edile di Mapello. Movente? Un’aggressione sessuale. Yara scomparve il 26 novembre 2010 e fu ritrovata assassinata il 26 febbraio 2011. Il caso resta famoso per l’estesa indagine condotta sulla popolazione locale effettuando il test del DNA a 25 700 persone. I commenti al video “L’omicidio di YARA GAMBIRASIO – MASSIMO BOSSETTI”, sono chiari rispetto alla convinzione che in carcere non ci sia il vero colpevole: In soli 9 minuti sei riuscito a mettere in evidenza l’unica verità storica ad oggi conosciuta: in quelle aule di tribunale la colpevolezza di Bossetti non è stata dimostrata. Complimenti, ottimo video”.

“A. TUTTI. STA BENE CHE BOSSETTI E IN CARCERE COSI RISULTANO TUTTI BRAVI BRAVINI”.

“Un altro processo! No?”

E per il video: “Yara Gambirasio: Una Lettera Anonima Scagiona Massimo Bossetti!” Leggiamo: “Personalmente ho sempre dubitato della sua colpevolezza.. troppe ombre nelle indagini e persone sospette lasciate volutamente fuori dalle investigazioni .. Avevo quindi già i miei dubbi, poi, vedendo come si son comportati giudici e magistrati durante la pandemia, fregandosene altamente del diritto alla libertà di scelta dei cittadini, NON intervenendo MAI a loro difesa, ho capito che questi non sono “uomini” di giustizia ed equità, ma SOLO di POTERE, capaci con il loro silenzio e la loro assenza, di far di tutto e di peggio!”

Non volendo dilungarci ricordiamo, tra gli omicidi che maggiormente hanno attirato l’attenzione mediatica: L’omicidio di Meredith Kercher, studentessa inglese che si trovava in Italia nell’ambito del progetto Erasmus presso l’Università per stranieri di Perugia, noto anche come delitto di Perugia o delitto di Via della Pergola, avvenuto a Perugia la sera del 1º novembre 2007.

Fu condannato per omicidio in via definitiva con rito abbreviato il cittadino ivoriano  Rudy Hermann Guede, per concorso in omicidio e violenza sessuale. La domanda: In concorso con chi? Tra i commenti: Quando descrive il momento dell’omicidio si chiude e guarda in basso. Resta nel bagno per 10 minuti, con le cuffie a volume alto, in una casa non sua mentre avviene la carneficina. Nella scena del crimine ci sono solo le sue tracce. Ha ferite sulle mani e per questo fatto incolpa un uomo senza volto. Scappa, in Germania, senza chiamare soccorsi o forze dell’ordine. Difficile credere a questa versione”.

Il delitto di Garlasco è un caso di omicidio avvenuto in provincia di Pavia, il 13 agosto 2000, ai danni di Chiara Poggi (nata a Vigevano il 31 marzo 1981), impiegata ventiseienne, laureata in economia. I media sono letteralmente stati invasi, con un susseguirsi di reportage giornalistici, programmi televisivi e interviste dedicate al caso. Unico colpevole del delitto, il fidanzato della vittima Alberto Stasi (Sesto San Giovanni, 6 luglio 1983), classico “bravo ragazzo”, al tempo studente di economia, poi divenuto commercialista. Condannato a sedici anni di reclusione, per buona condotta, con lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi, si può ritenere sia libero per il 2028. Mi risulta che esca dal carcere di Bollate tutti i giorni per lavorare già dal 2023 con possibilità di chiedere l’affidamento in prova dal 2025. Leggiamo su di lui: “Allucinante veramente…ha fatto a pezzi una ragazza e adesso la semi libertà..ci voleva l’ergastolo come fatto per Bossetti”. Ma anche: “Condannato senza prove”.

Per il delitto di Novi Ligure, caso di duplice omicidio avvenuto il 21 febbraio 2001 in provincia di Alessandria, risultarono colpevoli Erika De Nardo, di sedici anni, e l’allora fidanzato Mauro Favaro, detto “Omar”, di diciassette anni. Uccisero premeditatamente  Susanna Cassini in De Nardo, detta “Susy”, e l’undicenne Gianluca De Nardo, rispettivamente madre e fratello di Erika. La ragazza ha studiato, laureandosi in Filosofia e, grazie alla buona condotta, fu scarcerata nel dicembre 2011, dopo aver scontato circa 10 anni di carcere. Oggi è sposata e anche Omar è fuori dal carcere da anni.

Una delle ultime storie che finiscono continuamente in ambito mediatico e giornalistico è quella di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate nel garage di un condominio di via del Ciclamino a Rimini. Al momento è in arresto un vicino di casa: Louis Dassilva, che avrebbe operato allo scopo di nascondere la relazione extraconiugale con la nuora della vittima, Manuela Bianchi. La donna é stata colpita con 29 coltellate al rientro da un incontro con i Testimoni di Geova, di cui faceva parte. La nuora Manuela Bianchi, moglie del figlio Giuliano Saponi (rimasto vittima di uno strano incidente qualche mese prima del decesso della madre), ne scoprì il corpo senza vita nel garage, il giorno successivo alla morte. Ed ecco, tra i giudizi in calce ai filmati: “Manuela pronta a tutto per tenersi il Cavaliere Oscuro ….e dopo Giuliano e Pierina sarebbe toccato a Valeria? Irrefrenabili tempeste ormonali!”

Annotando le innumerevoli trasmissioni e i tanti filmati dedicati agli argomenti criminali c’è da pensare che negli italiani ci sia una grande voglia di partecipazione alle storie gialle.