VERBI SWAHILI: KUSIFU glorificare, onorare
Padre Oliviero Ferro
La mia permanenza a Luvungi (Congo) stava per finire. Dopo 1 anno e mezzo in cui ero stato nominato parroco, era ora di dare il cambio, di fare la cosiddetta “rotazione” e rientrare in Italia. Mi spiaceva molto, perché avevamo cominciato un bel lavoro con le varie diakonie (settori), con i giovani, insomma con la gente. E anche i miei genitori erano venuti e trovarmi ed erano rimasti per un mese. Avevano conosciuto, visto e fatto amicizia con tante persone. Avevamo anche cominciato un dialogo con le persone di altre religioni (più tardi lo avrei fatto anche in Camerun, a Nefa). I musulmani mi avevano invitato per la festa del ramadan ed erano stai molto contenti che il missionario avesse risposto all’invito. Anche le autorità civili e tradizionali avevano trovato accoglienza alla missione, nel reciproco rispetto dei propri ruoli. Ora era il momento di partire. E come sempre, c’era la “processione” delle persone che venivano a “kumsifu” (onorare, ringraziare) il “padre mkubwa” (padre parroco) che partiva per la “Bulaya” (l’Europa). Ognuno portava qualcosa, aggiungendo il grazie e di non dimenticarsi di loro. La domenica che precedeva la partenza, è stato bello condividere con loro l’Eucarestia. Abbiamo pregato, danzato e…”kulia” (piangere). Poi, ancora una volta sono venuti a dasrmi il loro “kwa heri” (arrivederci) e il “safari njema” (buon viaggio). E così sono partito e rientrato in Italia, ma il mio cuore è sempre là. Ho lasciato tanti amici, tante persone che mi hanno voluto bene e a cui ho voluto bene. Un ricordo particolare al mio cane “Simba”(leone) che ho visto crescere (e anche i miei genitori lo hanno seguito) e che era il primo che veniva ad accogliermi, quando rientravo alla missione. Anche lui se ne è andato e sicuramente sarà accolto da qualcuno che gli ha detto di fare la guardia alle porte del paradiso.