Scuola e territorio per curriculum verticale
Dirigente Scolastico Michele Cirino
Premessa Programmazione, orientamento, continuità sono aspetti diversi di uno stesso problema, che lo si affronti da una prospettiva pedagogica o che lo si traduca in termini didattici. Secondo i fini pedagogici ribaditi anche nelle norme relative al nuovo ordinamento tutto l’itinerario scolastico mira ad una formazione integrale della persona, colloca nel mondo ed assolve ad una funzione orientativa. La formazione della personalità comincia già dai primi anni della scuola dell’infanzia per poi continuare nei gradi successivi. Il presupposto per stabilire una continuità è intendere le acquisizioni culturali come esperienze che attivano i poteri dell’allievo, per cui non si parla più di materie, o discipline, ma di “educazione” linguistica, storica, matematica, tecnica, ambientale, alla salute, all’immagine, al suono, e di tutte le forme di sviluppo delle competenze dell’allievo: comunicative, espressive, logiche, di impiego critico dei vari linguaggi verbali e non verbali. Qualsiasi progetto di continuità con la scuola primaria o con la scuola secondaria dovrà tenere presente il principio della gradualità dello sviluppo della personalità e cercare di accompagnare gli alunni nella loro evoluzione. Bisogna attivare sistematicamente Progetti di Continuità con la Scuola Secondaria di primo grado del territorio attraverso protocolli d’intesa, convenzioni e accordi informali su temi variabili. Nello specifico per quest’anno il progetto di continuità proposto dalla nostra scuola prevede: Incontri con i docenti delle classi 5° primarie con docenti della secondaria di I grado al fine di offrire dati e conoscenze sugli alunni in entrata per capirne e valutarne le esperienze e per una formazione delle classi che sia il più possibile omogenea. Incontri di studio (in parte già realizzati) che accompagneranno gli alunni dalla scuola primaria fino alla fine del primo ciclo di istruzione; Incontri di aggiornamento in comune tra i docenti su tematiche didattiche, pedagogiche e formative per la creazione di curricoli in verticale. Realizzazione progettuale in rete , nonché la contestualizzazione, il confronto, la sinergia operativa per amplificare, ottimizzare, consolidare e definitivamente realizzare un sistema formativo integrato. Nell’auspicio di implementare ulteriormente percorsi integrati di continuità verticale si auspica con la collaborazione di tutti l’attuazione dell’incontro per attuare quanto delineato. LA SCUOLA COME SISTEMA AUTOPOIETICO 1 – I sistemi educativi e il rapporto con il territorio : il Piano dell’ offerta formativa Come si è avuto modo di vedere nel corso di questa analisi, la costituzione del Sistema scolastico nazionale rispondeva all’obiettivo di dar vita a un nuovo soggetto collettivo autonomo ma nello stesso tempo capace di dialogare e di interagire con l’intero sistema di governo, nazionale e locale, e con il complesso degli altri soggetti collettivi e delle comunità presenti nel territorio di riferimento e d’azione delle singole istituzioni in cui il sistema medesimo si articola.Il problema fondamentale che questa duplice esigenza pone in risalto è dunque, per un verso, quello di non scambiare l’autonomia con la chiusura e l’isolamento, e, per l’altro, di non confondere la necessità di dialogo e di interazione con l’ambiente esterno con un appiattimento indiscriminato nei confronti delle istanze provenienti da quest’ultimo, cosa che priverebbe il sistema della possibilità di darsi un suo profilo specifico e di avere un’identità precisa e ben riconoscibile. Il Piano dell’offerta formativa (POF) ha il compito di rispondere proprio a questa duplice esigenza. Esso è infatti lo strumento di progettazione delle attività interne e del curricolo (sia per la quota definita dal centro, cioè dal MIUR, sia per quella definita dalla scuola stessa), nonché delle attività extracurricolari ed esterne, educative e organizzative. Proposto dalle varie componenti della scuola, esso è elaborato dal punto di vista didattico dal Collegio dei docenti, nel rispetto di eventuali diverse opzioni metodologiche, ed è adottato dal Consiglio di Circolo o di Istituto. L’allestimento del POF è una delle nuove attività gestionali cui sono chiamati i Dirigenti scolastici e i Consigli d’Istituto, che, con l’elaborazione di questo strumento sono in particolare chiamati a definire: ƒ le discipline e le attività liberamente scelte della quota del curricolo loro riservata; ƒ le possibilità di opzione offerte agli studenti e alle famiglie; ƒ le discipline e attività aggiuntive della quota facoltativa del curricolo; ƒ le azioni di continuità, orientamento, sostegno e recupero corrispondenti alle esigenze degli alunni concretamente rilevate; ƒ l’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività.
Per rispondere concretamente a queste esigenze gli Istituti scolastici devono: ƒ definire i modelli organizzativi, funzionali e comunicazionali più adeguati per la realizzazione degli obiettivi generali e specifici dell’azione didattica; ƒ adattare a questi obiettivi il calendario scolastico; ƒ progettare le attività di sperimentazione, ricerca e sviluppo; ƒ attivare accordi di rete con altre scuole ed eventuali scambi di docenti che presnetino uno stato giuridico omogeneo; ƒ confrontarsi con il territorio, al fine di trarre il massimo dalla collaborazione con l’ambiente che alimenta culturalmente l’Istituzione scolastica.
Centralità del concetto di organizzazione Il Piano dell’offerta formativa è la carta d’identità di ogni singola istituzione scolastica, la presentazione non soltanto delle sue specificità e potenzialità in campo educativo, ma anche della sua capacità aggregante e di costruzione di un tessuto connettivo adeguato e stabile all’interno del territorio di riferimento. Proprio per questo esso, come si è visto, deve dare il debito rilievo sia alle relazioni interne, che a quelle esterne. In questo quadro una delle sue funzioni fondamentali è quella di riuscire a elaborare progressivamente e a dar vita, nella pratica dell’azione quotidiana, a un concetto di organizzazione che, per un verso, sappia rispondere ai vincoli di razionalità e alle esigenze di efficienza e di efficacia che debbono costituire i criteri guida di ogni organizzazione che si trovi a dover gestire risorse- umane e materiali- cospicue, per l’altro, riesca a differenziarsi dai profili delle altre organizzazioni, in particolare di quelle, per le quali i parametri fondamentale di valutazione dell’efficacia dell’azione sono costituito dal profitto e dal rendimento economico. Se la scuola, come si è già avuto occasione di rilevare in precedenza, deve darsi criteri di valutazione necessariamente differenti da questi ultimi, assumendo in particolare, come parametro di giudizio della validità delle metodologie impiegate e dei contenuti erogati i processi evolutivi di potenziamento (empowerment) e la valutazione delle performances degli individui, essa deve riuscire a dotarsi di un profilo organizzativo che sia in linea con il raggiungimento di questi obiettivi e coerente con essi. Questo spiega la centralità che deve essere riconosciuta al concetto di organizzazione delle istituzioni scolastiche, emerso in primo piano soprattutto con l’attribuzione ad esse dell’autonomia organizzativa e gestionale, oltre che didattica, e che non va visto come una semplice appendice, o comunque come un’esigenza subalterna rispetto all’autentica missione della scuola, cioè quella specificamente educativa. Il processo di autonomia ha avuto infatti il merito di mettere nel debito rilievo il fatto che senza un modello organizzativo all’altezza delle esigenze e una gestione razionale sia delle relazioni interne, sia di quelle esterne, risulta problematico riuscire a svolgere con efficacia i compiti di natura didattica.