Salerno: Radicali, presentazione libro “Processo al carcere”
Concepire una condizione giuridico liberale, significa definire se in un Paese vige o meno lo stato di diritto, democratico, laico, appunto liberale. Da molto tempo ormai la detenzione, cioè la pena, non ha più la funzione educativa di reintegrazione sociale e lavorativa del detenuto, ma piuttosto soltanto una punizione e una sofferenza fine a se stessa, che sempre più spesso termina con una morte per pena, una pena fino alla morte. Nel nostro Paese, poi, questa previsione di riabilitazione del reo è presente addirittura nell’art. 27 della Costituzione, da tempo sistematicamente violato, negato, vilipeso; ma prima ancora, l’Italia era il Paese di coloro che hanno dato inizio a questa civiltà giuridica liberale, ma purtroppo da tempo non è più il Paese di Cesare Beccaria, Pietro Verri e Gaetano Filangieri. A cui nel nostro tempo hanno dato poi corpo, Enzo Tortora, Leonardo Sciascia e Marco Pannella.
Sono 62.464 i detenuti stipati nelle Carceri italiane, dove i posti effettivamente disponibili ammontano a 46.663 rispetto alla capienza legale di 51.165 unità. Mancano 15.801 posti per un indice di sovraffollamento pari al 133,44% con punte di oltre il 200%. Dati aggiornati al 2 dicembre scorso del Ministero della Giustizia. Il 2024 che si sta chiudendo è l’annus horibilis delle Carceri Italiane. A questo momento sono 85 detenuti suicidati e perfino 7 suicidi tra gli agenti di custodia. Mai così tanti si sono tolti la vita in tutta la storia italiana recente, certamente il tasso di suicidio tra i più alti d’Europa. La storia di una colonna infame di già condannati a morte, una strage continua, nella cinica sorda indifferenza di una ragion di Stato della gran parte del Parlamento e la prepotenza di un Governo perché impotente davanti alla disperazione che sale dalle prigioni, senza più modo d’arrestarsi: Poggioreale, Secondigliano, Regina Coeli, Rebibbia, San Vittore, Marassi, Dozza, Ucciardone, Santa Maria Maggiore, Santa Maria Capua Vetere e Fuorni.
Quel Paolino “spes contra spem” della lettera ai romani ne è invece la straripante consapevolezza di un saper sublimare l’essere speranza da restituire all’altro anziché averne. Quella Speranza riposta soltanto in quel gesuita venuto dalla fine del mondo, che ha voluto farsi chiamare Francesco. Questi ha aperto prima nelle carceri il Giubileo della Misericordia e sta per annunciare quello dirimente dell’imminente Speranza. Tale da sollevare le anime in pena e i corpi torturati, ma soprattutto avrebbe fatto di certo felice il suo amico Marco Pannella.
Ne discuteranno, domani, Giovedì 12 Dicembre alle 18.15 alla Libreria Imagine’s book di Salerno (corso Garibaldi n.142, ex libreria Guida) che ospiterà la presentazione del volume ‘Processo al carcere’; col curatore Aristide Donadio interverranno Rita Romano (dirigente penitenziario), Donato Salzano (segretario della associazione radicale Maurizio Provenza), Nicola Valentino (autore di testi sull’ergastolo), Nicole Vinci (segretario ass.ne nazionale forense Nola). L’incontro sarà moderato da Antonluca Cuoco (pubblicista del quotidiano ‘La Ragione’, diretto da Davide Giacalone).