Tra Modernità e Modernismo: gioventù a margini, subalterna nell’epoca della crisi
Dirigente Scolastico Michele Cirino
Nei primi decenni i del XXI sec. i processi di modernità “avanzata” in Campania e nel resto del paese, si sono nel tempo fortemente accentuati, giungendo alle estreme conseguenze, cancellando tout court l’intero sistema sociale basato sulla ruralità e sulla patriarcalità generazionale. La modernità ha, però, nel suo relativismo, il suo assetto fondante in termini di valori. Ed è così che gli ultimi anni si presentano attraverso una dimensione ambigua di libertà e di vuoto di valori stabili, senza certezze e la possibilità di ancorarsi a qualcosa. Sì spegne lungo questa strada, la comunicazione tra vecchie e nuove generazioni. Entra in crisi il primo e più importante tassello della costruzione dell’io. Le nuove generazioni tardano ad inserirsi negli schemi e nei modelli socio-economici imposti dalle vecchie generazioni. L’assenza nel territorio di iniziative di carattere culturali che favoriscano una certa aggregazione sociale, una disoccupazione dilagante, lasciano gran parte della gioventù allo sbaraglio, verso una ricerca affannosa di una propria identità. E’ doveroso anche evidenziare come manchi nei giovani lo stimolo verso il cambiamento, verso la ricerca di qualcosa che rompa l’apatia e l’immobilismo; d’altro canto anche gli organi e i centri di potere economici e politici non è che facciano molto per favorire un positivo inserimento della gioventù nei settori chiave della vita locale. E’ da evidenziare come ogni iniziativa culturale si fermi sul nascere sia per l’indifferenza dell’opinione pubblica, sia per la mancanza di aiuti e di incentivi. E così il giovane resta confinato e inglobato, per non dire ovattato, in quelli che sono gli schematismi di oggi, di una società asettica, in cui sono evidenti le alterazioni comportamentali che produce la società dei consumi, in cui predomina la concorrenza di ciascuno contro gli altri. Oggi, gran parte della gioventù, resta confinata e imprigionata in questi modelli senza tentare di oltrepassarli, senza influire sull’evolversi della società, accettando supinamente le scelte delle vecchie generazioni.