Giulio Caso
S’avvicinano le feste di Natale e l’entusiasmo, a volte, prende la mano.
Ci riferiamo all’usanza dei botti che ancora persiste.
Per quanto riguarda i piccoli, l’eccessiva intemperanza con i botti continui fra la folla pure può dare fastidio.
Lungi dal consigliare scappellotti, come usava una volta, ma almeno richiami a non dare fastidi agli altri è possibile dare.
Poi possono giocare quando vogliono con questi prodotti non pericolosi… lontanuccio dalla folla.
Per i grandi botti il discorso cambia.
Si deve fare proprio un’opera educativa e far capire la pericolosità e le conseguenze che possono causare questi scoppi.
Vale la pena rischiare ferite o amputazioni?
Per non parlare delle vittime fra i nostri piccoli fratelli.
Magari concedetevi qualche fuoco d’artificio legale, non avvicinatevi a quelli di dubbia provenienza.
E… “nun ce ntussecammo ‘e feste.”
Una piccola composizione scritta per un episodio reale e, credeteci, con dolore.
Ma che v”o dicimmo a ffa
Fra poco ‘e botte
‘e cape rotte
‘e dete bruciate
piede azzuppate.
Ll’ommo è strano
dicette invano
nu gufo saggio
d”o mese ‘e maggio,
vedenne nu guaglione
senza ‘e mane bone.
Nun nascette sfurtunato
ma fuie male cunsigliato.
“Fa scuppià chillu stutato!”
E pa vita, fa ‘o struppiato.
Chissà che puteva fa!