Chi creerà la realtà nel nuovo anno?
Giulio Caso
L’educazione è un proteico processo che deve modificare assieme gli “usufruitori” e “fornitori” della stessa. Ciò significa che anche lo stesso educatore deve modificare il suo pensiero nell’atto di educare gli altri.
Fin qui è facile perché rientriamo nei metodi del secolo passato; diciamolo pure, nei buoni metodi passati.
Eppure, per stanchezza, per pigrizia, per inesperienza, spesso ci si limitava alla trasmissione delle regole più probabili in base all’utilità.
In questo modo si sono, poi formate personalità statiche e indifese contro i me me che limitano le idee.
L’educazione attuale volendo ampliarsi, si perde nel tutto e niente. Si vuole trasmettere, cioè, quasi tutto e rimane poco.
Il passaggio utile, una migliore educazione futura, sta nella sperimentazione e nella continua ricerca. Evitando di mediare le cose per estrarne il baricentro della verità.
Così non si formeranno più personalità assolutiste (anche un tantinello inquietanti).
Così si avranno, per tutta la vita, difese immunitarie contro i meme.
Così non si conserveranno intransigenze filosofiche/ ideologiche contro il tempo, contro l’evoluzione contro “natura”.
Così, nel futuro, non ci saranno più: “cattivi maestri”.