VERBI SWAHILI: KUTELEMKA discendere, scivolare
Padre Oliviero Ferro
“sababu gani ulitelemka? Ulikunywa kidogo? (come mai sei scivolato? Hai per caso bevuto un po’?)” dicevo a Murega, il cuoco della missione di Luvungi. Mi guarda da terra e mi fa cenno di no. Poi aggiunge “matone ya mafuta yenye kutoka ku chupa yalishuka chini (qualche goccia di olio, usciti dalla bottiglia, sono cadute per terra)”. Lo aiuto a rialzarsi. Lo faccio sedere e gli do da bere qualcosa. Gli chiedo se si sente male da qualche parte. Mi dice di no. E così continua a preparare il pranzo. Questa caduta fa parte dei cosiddetti “incidenti domestici” che possono rivelarsi anche pericolosi. Bisogna fare attenzione, anche perché non c’era il Pronto soccorso con l’ambulanza vicino alla missione. A dir la verità, c’era l’ambulatorio (dispensario), dove le suore, con le infermiere facevano il possibile per risolvere i problemi di salute della gente che non poteva pagare le cure. Allora o andava dagli stregoni, oppure si arrangiava come poteva. Noi, certo, ci lamentiamo della sanità qui in Europa. Proviamo a pensare quello che succede nei villaggi in Africa. Io, ad esempio, per andare a farmi curare un dente, ho dovuto fare i documenti per uscire dal Congo e andare in Burundi. Un lungo viaggio. Per fortuna, all’ospedale militare di Bujumbura c’era un bravo medico dentista, ma non tutti riescono a fare questi viaggi. Pensate per le malattie più gravi. Anche solo poter comperare delle pastiglie per la malaria, è tutta un’impresa. Prima ti chiedono i soldi (tutti e subito), poi ti daranno le medicine.