Giulio Caso
Ci siamo “distratti” un poco e ci troviamo già, quasi, a metà gennaio 2025.
Allora, la domanda è  d’uopo:
– Il tempo passa più in fretta?
La risposta consolidata dalla psicologia, ma, in un certo modo, anche dalla fisica, riconduce alla singola persona il giudizio.
Vediamo, però i margini attuali delle grandezze del tempo.
Due limiti acclarati sono:
zs (più piccolo), che espresso in secondi ha 21 zeri decimali prima del numero 1.
Poi Zs (più grande) uguale a 32 bilioni di anni.
Ancora, audite audite, Studiando il Big Bang si è arrivati alla più breve unità di misura del tempo che si può ottenere in natura (in questa realtà): tp che ha 44 zeri decimali.
Infine l’unità più grande Ys pari a 32 biliardi di anni.
Questi sono i limiti temporali dalle unità di misura più piccole alle più grandi.
 Un breve cenno anche alle grandezze “spaziali” che per tradizione rapportiamo alle nostre dimensioni corporali, ma anch’esse sfuggono, un poco, alla comprensione umana.
Anche le dimensioni della Terra nella galassia, infatti, sono infime.
Meno del rapporto di un virus paragonato ad un umano.
Le dimensioni della galassia rispetto ad un ammasso “stellare” altrettanto e l’ammasso nei confronti dell’universo ha grandezza trascurabile.
Ecco,  ripensiamoci al concetto di grandezza che insuperbisce i potenti. Piccola, insignificante, parentesi nel tempo e nello spazio.