Giulio Caso
Le perplessità sulle crisi relazionali mondiali: “le guerre,  ed altre atrocità diffuse fra gli uomini”, inducono a delle riflessioni sulla sua storia evolutiva.
La più grande distinzione che si è avuta in natura è stata fra viventi con endoscheletro e con esoscheletro.
Gli artropodi, fra cui l’uomo, hanno ossa interne ed appartengono al primo gruppo. Altri, come le tartarughe, al secondo.
L’emergere dei primi nella comprensione ed utilizzazione dei fenomeni naturali rende i viventi, provvisti di endoscheletro, favoriti nella “gara”.
Il motivo è sicuramente la maggiore libertà di movimento. Il movimento è vita.
Il movimento richiede, però, anche maggiore elasticità mentale, maggiore comprensione per gli altri. Praticamente richiede empatia.
Questo perché chi è rinchiuso fra “scudi difensivi” come fra pseudo gusci d’uova robusti e accoglienti, tende ad isolarsi, a sentirsi al centro dell’universo, a percepire gli altri come potenziali nemici. Tutto ciò può anche indurlo a sopravvalutarsi.
Anche le appartenenze, le nazionalità, distintive, sono un inconscio rifugio in una specie di esoscheletro difensivo ed egoistico, che porta a competere solo per il proprio benessere.
Il grande, nuovo ed antico messaggio, l’unico che ancora darà speranza nella vittoria dell’umanità, soprattutto su se stessa,  è invece ancora quello di collaborare tutti assieme, di amarsi per poter ancora evolversi, in libertà. Quella che ci ha fatto emergere.  L’universo attende, non rinchiudiamoci in effimeri gusci mentali che isolano gli uni dagli altri.
I russi, gli ucraini, gli israeliti, i palestinesi …soprattutto uomini, si spera ancora, fratelli.