Salerno: Punti nascita in provincia con meno di 500 parti annui, Polichetti (Udc) “Vanno chiusi, non sicuri per pazienti”

La questione della chiusura dei punti nascita in provincia di Salerno continua ad alimentare il dibattito politico e sanitario. La decisione di chiudere le strutture con meno di 500 parti all’anno non nasce da logiche politiche, ma da precise evidenze scientifiche e linee guida ministeriali volte a garantire la sicurezza delle partorienti e dei neonati.
Mario Polichetti, responsabile nazionale del dipartimento Sanità per l’Udc, interviene con fermezza sul tema, respingendo le critiche avanzate da alcuni esponenti politici:
“È un atteggiamento demagogico, tipico di chi si appresta all’appuntamento elettorale, quello di affermare cose che non trovano riscontro nelle evidenze scientifiche. I punti nascita con meno di 500 parti annui vanno chiusi perché non rappresentano una garanzia per le pazienti. In queste strutture manca l’expertise e l’esperienza necessaria per gestire gravidanze e parti in sicurezza. Se si lavora poco, si ha inevitabilmente meno esperienza, ed è per questo che il Ministero ha stabilito la chiusura di questi punti nascita”.
Secondo Polichetti, chi sostiene il contrario lo fa per semplice propaganda politica, penalizzando di fatto la qualità dell’assistenza sanitaria:
“Chi si oppone alla chiusura di questi punti nascita ignora il principio fondamentale della sicurezza delle partorienti. È indispensabile che le future mamme si rivolgano a strutture con numeri adeguati, perché un alto numero di parti garantisce maggiore professionalità e qualità delle prestazioni erogate. La stessa logica vale per le patologie oncologiche: chi ha una casistica ridotta non può offrire gli stessi standard di chi gestisce un numero elevato di interventi. La competenza si costruisce con l’esperienza”.
Infine, Polichetti propone un potenziamento del servizio di trasporto assistito per le gestanti, come misura per migliorare l’assistenza e la sicurezza delle partorienti:
“È necessario investire nel servizio di trasporto Stam, il Servizio di trasporto e assistenza materna in utero, che consente di trasferire le gestanti presso centri con numeri adeguati e personale altamente qualificato. Questo è il modo corretto di tutelare la salute delle mamme e dei neonati, non certo mantenendo aperti punti nascita privi dei requisiti di sicurezza”.
Con questa posizione netta, l’Udc ribadisce la necessità di scelte basate su evidenze scientifiche e non su slogan elettorali, ponendo al centro dell’azione politica la salute e la sicurezza dei cittadini.