Salerno: Galleria Paola Verrengia, inaugurazione mostra di Maria Elisabetta Novello

La Galleria Paola Verrengia inaugura domenica 23 marzo 2025 alle ore 11:30 la mostra Là dove il sentiero si perde di Maria Elisabetta Novello, a cura di Renata Caragliano e Stella Cervasio.
Sarà presente l’artista.
Il progetto espositivo di M. E. Novello (Vicenza, 1974) Là dove il sentiero si perde rappresenta per l’artista «l’esperienza del mio passare da uno spazio all’altro. Istanti sospesi in un luogo di astrazione lontano dal mondo, dove inizia la vertigine e il sentiero si perde». La mostra è accompagnata dal testo Il fiore consolatore del deserto, di R. Caragliano e S. Cervasio, in cui si racconta di «perlustrazioni performative nelle quali la Novello agisce guardando e prelevando soltanto ciò che silenziosamente si accumula e si trasforma in immagine metaforica della fugacità della memoria nel presente».
Le opere di M. E. Novello, artista di grande talento, presente in numerose collezioni pubbliche e private,
derivano da un sopralluogo dell’artista sulla terra e sulla cenere del Vesuvio in un giorno di Aprile del 2024:
«nascono così una serie di lavori che traggono paradossalmente respiro da quella Natura che solo in
apparenza può essere definita sterile, morta, secca. L’esperienza, infatti, di immergersi in terra vulcanica mi
ha portata a guardare ancora più in profondità la Natura, il suo adattarsi e alla sua forma di Intelligenza» (M.
E. Novello).
La poetica dell’artista si esprime con materiali impalpabili, la cenere, il carbone e la polvere, che conservano
le tracce del reale e si trasformano attraverso “un atto di consunzione e di rigenerazione al contempo”, nascono
così i Paesaggi contenuti in teche di plexiglass e cenere con all’interno la terra e la polvere del Vesuvio con
frammenti di ginestra, “fiore resiliente”.
Osservando le immagini che testimoniano il passaggio sul Vesuvio dell’artista che «come un fotografo scrive
con la luce il proprio racconto per testimoniare la presenza in quel luogo in quel dato momento» (R. Caragliano
e S. Cervasio). Infine, riprendendo una tecnica calcografica (fisiotipia) che permette di utilizzare un altro tipo
di segno speculare al reale, saranno in mostra alcune opere della serie Carta della Terra, lastre di piombo con
le impronte delle ginestre. A conclusione del percorso espositivo, l’artista ha realizzato sulla parete di fondo,
come a creare un orizzonte e un andare oltre il limite della Galleria, una grande immagine del Vesuvio datata
con il giorno del sopralluogo.