Vento di Primavera e forma dei pianeti

Giulio Caso
Il vento incute un senso d’instabilità. Un’ansia che ci fa cercar riparo.
Il vento è il prodromo dell’entropia che tutto, alla fin, dissolve. Il vento crea disordine, ma annuncia un cambio di stagione.
L’uomo è antientropico quando costruisce, quando è saggio. Quando non controlla il pensiero, quando odia e combatte per il primeggiar selvaggio, allora egli è preda in balìa della furia dissolutrice del vento del caos.
Fisicamente, il vento si origina per la sfericità della Terra (geode).
Su un immaginario pianeta piatto, non ci sarebbe, quasi mai, vento.
Raro questo collegamento fra il vento e la forma dei pianeti, ma utile.
Semplice la spiegazione. Su un pianeta normale, anche fermo, i raggi quasi paralleli del sole riscaldano di più la parte frontale (ortogonale) che non quella curvata. Per compensazione i fluidi, dilatati, si spostano verso le zone meno calde. L’aria (coi venti) e perfino l’acqua degli oceani (con le correnti marine).
Su un “pianeta piatto” i raggi del sole riscalderebbero uniformemente la superficie e non ci sarebbe spostamento di fluidi.
Auguriamoci tutti che il vento di questa, incipiente, Primavera sia anche il vento della pace.