Spiritualità: gli angeli, custodi dei poliziotti!

 don Marcello Stanzione

 A Campagna in provincia di Salerno, presso la parrocchia di Santa Maria La Nova il 1 e 2 giugno si parlerà di angeli, militari e poliziotti.  Riguardo  ad interventi angelici nella vita dei poliziotti, dal libro di Joan Wester Anderson “Là, dove camminano gli angeli. Storie vere di incontri celesti”, riprendo integralmente una testimonianza intitolata “Angeli con il manganello”. Nel 1977 Steven Rogers era un ufficiale fresco di nomina presso il dipartimento di polizia di Nutley, nel New Jersey, quando gli venne assegnato come compagno Phil. Questi era più anziano e saggio, oltre che un cristiano dichiarato, e divenne ben presto un idolo per l’impulsivo e a volte ribelle Steven. Ogni giorno prima del loro turno, i due uomini pregavano insieme o leggevano la Bibbia, recitando spesso il Salmo numero novantuno, quello che ci affida alle cure di Dio e invoca l’aiuto degli angeli quando ci troviamo nel momento del bisogno. A Nutley esisteva un problema in continuo aumento: le zone di ricreazione erano costantemente devastate da bande di adolescenti che bevevano, prendevano droghe e devastavano ogni cosa. La polizia sapevano dove si riunivano, ma ogni volta che si presentavano nei loro luoghi d’incontro, la maggior parte dei ragazzi riusciva a scappare. Sembrava che avessero un nascondiglio segreto che nessun ufficiale di polizia era mai riuscito a trovare. Una sera Steve e Phil prestarono servizio in borghese. Dovevano vestirsi come i ragazzi che stavano controllando, e speravano di scoprire sia il loro nascondiglio che la provenienza della droga. Quella sera si piazzarono in un boschetto recintato e osservarono il gruppo di adolescenti che litigavano, bestemmiavano e distruggevano tutto ciò che capitava loro a tiro. “Quello che vidi mi riempì di disgusto”, ricordò in seguito Steve. “ Mi resi conto che non avevamo a che fare con alcuni ragazzini che volevano solo divertirsi, ma con un folto gruppo di drogati dalle menti vacillanti. Molti di loro invocavano Charles Manson e compivano atti osceni. Se quel genere di comportamento si fosse diffuso ulteriormente, l’intera città sarebbe stata in pericolo”. Gli ufficiali erano convinti che la droga venisse procurata da un ragazzo che avevano soprannominato Mr Big per via dell’autorità che sembrava avere sugli altri. Il giorno dopo i poliziotti si recarono sulla scena del raduno, pregarono chiedendo l’aiuto divino, e si misero poi a frugare la zona centimetro per centimetro. Ben presto si imbatterono in un sentiero coperto di rami che portava a una caverna nascosta: All’interno i due ufficiali trovarono pillole, alcolici, materiale pornografico e marijuana. Finalmente avevano trovato il posto che serviva ai ragazzi per eludere la sorveglianza della polizia. Decisero di effettuare una retata quella stessa sera. Prima che iniziasse il loro turno chiesero rinforzi, ma si sentirono rispondere che avrebbero dovuto cavarsela da soli. Come avrebbero potuto affrontare in due un’intera banda di adolescenti scatenati? Ancora una volta recitarono il salmo novantuno. Si diressero poi verso la folla che si stava radunando nei pressi della ferrovia, e notarono subito la presenza di Mr Big. “Volevamo catturarlo per primo, perché eravamo convinti che senza di lui la maggior parte dei ragazzi avrebbe abbandonato ogni attività illegale”, spiegò Steve. Proprio mentre si stavano avvicinando, una ragazza li riconobbe e si mise a strillare: “La polizia”! La folla si disperse. Steve e Phil inseguirono la ragazza, la catturarono e chiamarono una squadra di rinforzo. Sapevano che a quel punto molti si erano già rifugiati nella caverna. Anche se erano in schiacciante minoranza, imboccarono il sentiero e varcarono baldanzosi la soglia della caverna. “fermi tutti”, gridò Steve, e nessuno osò muoversi. Il poliziotto scrutò le facce dei presenti: c’erano almeno dodici ragazzi, e fra loro spiccava Mr Big. Phil gli andò vicino e gli ordinò di consegnargli ciò che aveva in mano. Il ragazzo gli porse docilmente il sacchetto di pillole. Steve raccolse altre prove, lesse ad ognuno i suoi diritti, e rimase poi a fissare stupito i docili adolescenti che avrebbero potuto facilmente sopraffare lui e il suo collega. Perché non avevano opposto alcuna resistenza? Quando arrivò il furgone della polizia, Steve spinse i prigionieri fuori della caverna e domandò a Mr Big: “Perché tu e gli altri non avete cercato di attaccarci quando siamo entrati?” “Ci avete presi per un branco di pazzi?” fu la risposta. “C’erano almeno venti tizi in uniforme, e provare a scappare o reagire sarebbe stato veramente stupido da parte nostra!” “Venti? Ma noi eravamo solo in due!” “Davvero?” Mr Big chiamò una ragazza: “Blinda, quanti sbirri sono entrati nella taverna?” Blinda si strinse nelle spalle. “Almeno venticinque”.  In quel momento Steve ricordò le parole che lui e Phil avevano recitato con tanta convinzione: “Non temerai pericolo notturno… perché per te ha dato ordine ai suoi angeli di custodirti in ogni passo”.