Polla: “Il Vallo di Diano da Sciarpa a Garibaldi” di D’Amico
Sarà presentato sabato 14 maggio 2011 (ore 18,30), a Polla, nel Santuario Francescano Sant’Antonio, il libro del giornalista Giuseppe D’Amico, “Il Vallo di Diano da Sciarpa a Garibaldi”, pubblicato da Laveglia &Carlone Editore per il Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano “Pietro Laveglia”. Il programma della serata prevede, dopo l’introduzione del presidente del Centro Studi, Giuseppe Colitti, gli interventi del giornalista Antonio Manzo e del rettore della Libera Università degli Studi per le Innovazioni e le Organizzazioni (LUSPIO) di Roma, Giuseppe Acocella. Concluderà i lavori, che saranno coordinati dalla giornalista Angela Freda, lo storico Carmine Carlone, che è anche editore del libro. Si riportano di seguito alcuni passaggi dell’Introduzione di Giuseppe Foscari, docente di Storia dell’Europa presso l’Università degli Studi di Salerno:“Tra eventi politici, sociali, culturali e naturali si snoda la ricostruzione di Geppino D’Amico concentrata sulle vicende del Vallo di Diano, terra di passaggio per uomini, merci e idee, e, dunque, terra non certo defilata rispetto all’incedere dei processi storici. …Il Vallo snoda la sua trama dentro il corso della storia generale, con i tratti caratteristici del suo territorio, con le sue precarietà, i suoi squilibri economici, le sue arretratezze, portando un contributo variegato alla realizzazione di un’idea o anche alla sua faticosa affermazione, sul piano culturale o su quello più pragmatico e militare. Storia politica e storia sociale, storia della cultura e della mentalità, sono facce della stessa medaglia, incroci interpretativi che possono aiutare a comprendere meglio i “luoghi” anche periferici del dibattito e della formazione dell’unità italiana, ancor prima che venisse acquisita e sancita.…Il Vallo di Diano emerge come terra di disagio sociale e di coinvolgimento politico, di insorgenze e di brigantaggio, della loro repressione, di capimassa e capirivolta entrati nell’immaginario popolare, di baroni più o meno arroganti e oppressivi, di endemiche forme di ribellione, quasi strutturate nel contesto territoriale, ma anche di giovani elettrizzati dalle idee costituzionali e rivoluzionarie, determinati a trasformare (o almeno provare a farlo) la società. Ma il racconto politico non resta fine a sé stesso, e si sviluppa all’interno di un precario e complesso vissuto quotidiano, fatto di plurime vicende, che toccano il sistema sanitario, la realtà sociale, il momento religioso e quello culturale”. Nel volume l’autore illustra le vicende del Vallo di Diano relativamente al periodo che va dal Decennio Francese, di cui il capomassa borbonico Gerardo Curcio detto Sciarpa fu uno dei protagonisti, fino al passaggio per il Vallo di Giuseppe Garibaldi. Il libro segue a distanza di anni altri tre libri usciti negli anni precedenti che coprono l’intero periodo risorgimentale: Il 1799 nel Vallo di Diano e dintorni (pubblicato in occasione del bicentenario della Repubblica Napoletana) Giovanni Florenzano, un protagonista dimenticato (1997) e Vicende e figure dal Vallo di Diano nel periodo postunitario (1998). “Con questo libro – afferma l’autore – si chiude l’analisi relativa alla situazione sociale e politica di un vasto periodo durante il quale il Vallo di Diano è stato testimone e protagonista di importanti avvenimenti che spesso hanno avuto rilievo nazionale. Basti pensare alle spedizioni di Carlo Pisacane e dei suoi Trecento e all’impresa dei Mille di Garibaldi: se nel primo caso il Vallo di Diano non fece nulla per aiutare Pisacane, tre anni dopo diede un contributo importantissimo”.