L’equilibrio da ritrovare
Ne poteva fare a meno, Silvio Berlusconi, di trasformare le elezioni amministrative in un referendum su se stesso e sul suo governo, trascinando nell’agone comunale le proprie vicende personali : i processi, il bunga bunga e le intercettazioni dei pm eversivi. Poteva risparmiarsi, il premier, di rubare la scena a Letizia Moratti per personalizzare una competizione che con la riforma della giustizia ed il caso Mills ha poco da spartire. Ed invece, l’ingordo Cavaliere, ha scelto di gettarsi nella mischia e di condurre una campagna elettorale all’arma bianca, da novello Che Guevara, disposto a qualunque provocazione pur di consolidare la propria leadership che, per la verità, a Roma, dal 2008, nessuno è riuscito mai a scalfire. La peggiore debacle del centro destra si è consumata proprio a Milano, ovvero nella città che più di ogni altra ha simboleggiato le elezioni. Milano è la patria del berlusconismo, la capitale economica del Paese, con la sue grandi industrie e le migliaia di piccole imprese. E’ la città della buona borghesia operosa, ma anche della moderazione e del bon ton. In luoghi come Milano si è refrattari alla violenza verbale e alla provocazione gratuita. Eppure dal manifesto di Lassini sulle Br allo scivolone della Moratti nel faccia a faccia con il suo avversario, il tour elettorale del Pdl è stato un susseguirsi di errori marchiani, segnati da una strategia fallimentare, mal consigliata ( Sallusti e Santanchè ne sanno qualcosa?) ed insolitamente aggressiva per una forza politica sedicente liberale, al punto che i ruoli dei due candidati sono sembrati addirittura invertiti : il movimentista Pisapia è parso un mansueto democristiano, la ciellina Moratti un’agguerrita no global. Inutile dire che il risultato è stato per il centro destra rovinoso, choccante oltre qualunque aspettativa. Se il Pdl, ma anche la Lega, non dovessero, in questi pochi giorni che li separano dal ballottaggio, ritrovare la quadra, Milano rischierà di finire amministrata da un radicale di sinistra che sogna di costruirvi una moschea e che ha già promesso, in caso di elezione, finanziamenti per i centri sociali dei leoncavallini. Insomma, dalla Milano da bere a quella da “fumare” il passo sembrerebbe più breve del previsto. La sconfitta di Berlusconi ( e di Bossi) non deve però esaltare più di tanto il Pd. Il partito di Bersani, al di là delle scontate affermazione di Fassino a Torino e di Merola a Bologna, non ha molto di cui rallegrarsi. A Napoli, complice forse la figuraccia dei brogli alle primarie, il prefetto Morcone si è visto surclassare da un sorprendente De Magistris, che, con il suo 27% di consensi, potrebbe insidiare finanche la leadership di Di Pietro all’interno dell’Idv. Lo stesso Pisapia, a Milano, aveva già sbaragliato nella preselezione cittadina l’aspirante candidato della sinistra riformista, Stefano Boeri. Il dato generale che emerge è piuttosto una insolita e, aggiungo, preoccupante frammentazione del sistema politico. Le schegge dell’Idv a Napoli e dei grillini a Bologna, unitamente alla crisi dei grandi partiti e alla scomparsa del c.d. terzo polo ( a Latina Fli ha raggranellato solo l’1%) ci consegnano un quadro schizofrenico, fuori dal sofferente ma perfettibile schema bipolare. Un’incognità per il futuro della governabilità, a tutti i livelli. Un’ultima considerazione la lasciamo per la città di Salerno, dove il sindaco uscente, Vincenzo De Luca, di sinistra ( ma non abbastanza da candidarsi con il simbolo del suo partito) è stato riconfermato con percentuali che ci riportano al ventennio ( 75%). Di fronte al successo plebiscitario di De Luca, al quale si è scelto di contrapporre la candidatura di una brillante sconosciuta, ai vertici del Pdl non resta che un’alternativa : darsela a gambe.
Illustre Professore,
condivido quasi tutto dell’analisi del voto fatta nel Suo editoriale (tranne,ovviamente inopportune difese d’ufficio), tuttavia, vista l’apprezzabile bontà delle lucide argomentazioni, le stesse sarebbero state più commendevoli se espresse con lungimiranza prima dei risultati del voto. Non dopo…
Le chiedo: ma è tanto difficile governare per tutti e non ad personam?
La saluto con viva cordialità.
Intanto la ringrazio per il “Professore”; sono solo un avvocato che qualche volta si “distrae” con il giornalismo. Vengo subito alla sua domanda. Se governare per tutti significa accontentare tutti, sì : è molto difficile, anzi impossibile. Un vero statista ( lascio giudicare a lei se Berlusconi lo è o meno) dovrebbe avere il coraggio di fare scelte impopolari ed escluere alcune categorie dalla sua benevolenza. Berlusconi, nei suoi 8 anni e mezzo di governo, ha fatto molto per sè, ma anche qualcosa di importante per gli altri. Ha inventato un’area politica che, prima di lui, era apolide ( vagava da una lista all’altra). Ha difeso questo Paese da una deriva statalista e giustizialista. Ha liberalizzato alcuni settori chiave della vita pubblica : mercato del lavoro, scuola, università. Ha tenuto la barra dritta negli anni del dopo 11 settembre e della peggiore crisi internazionale. Ha tolto molti uomini e soldi alle mafie. Ultimamente, però, è sembrato un disco rotto : pm eversivi, giudici br, le intercettazioni. La gente vorrebbe sentire altro. Posso capire quanto siano duri ed esagerati gli attacchi che riceve da tutte le parti ( a molti di noi sarebbero esplosi i nervi), ma l’aver personalizzato lo scontro nelle amministrative, a mio modesto avviso, è stato controproducente.
Cari saluti – Angelo Cennamo
Sono stato qualche mese negli stati uniti e quindi mi sono perso un po’ di puntate. Ritengo che alcune cose siano correttamente inquadrate anche se sotto una angolazione parziale, a tratti palesemente sbrigativa, probabilemente per limiti di spazio. La Milano da bere è: Ligresti ed una bolla immobiliare che speriamo (per i nostri risparmi) non scoppi, la ‘ndrangheta e l’economia inquinata, le commistioni con comunione e liberazione, Matteo Salvini capogruppo della lega, Renzo Bossi in consiglio regionale accanto a Nicole Minetti, Geronimo La Russa che impazza nei C.d.A. Credo che da bere ci sia rimasto molto poco.
Quanto al leader ed alla leadership, ritengo che Sallusti e la Santanché siano piccole, piccolissime comparse, oltre che innocue, così come son convinto che la dialettica estrema utilizzata in campagna elettorale non sia una novità: le contumelie nei confronti di sinistra, sindacati, magistrati sono rintraciabili sin dal 1994, mentre le promesse miracolistiche sono finite.
La mia modesta e parziale verità è che ci sia una parte del paese sempre più grande che sogna la normalità, l’Europa e la possibilità di interloquire nel mondo civile, che chiede contenuti, che cerca una base comune e di identità, che si vuole dare la mano, che .. vuole demolire il muro che la divide e ad arte creato negli ultimi 15 anni, che inizia ad avere conati di vomito solo a vedere la parrucca, quale emblema di potenza, illusorietà, affabulismo.
Ritengo infatti che vi sia molta gente che vuole parlare a bassa voce di lavoro, sviluppo, civiltà, turismo, programmi, che vuole motivi per unirsi e che, in nome di ciò sia disposta anche a fare sacrifici, addirittura a votare Pisapia il quale, come lei ben sa, non potrà mai istituzionalizzare leoncavallo e se farà moschee, beh, saranno certamente meglio del movimento terra della ‘ndrangheta nei cantieri dormitorio di ligresti, costruiti su cumuli di amianto e rifiuti pericolosi… Certo meglio il Paradiso senza leoncavallo e senza la ‘ndrangheta ma lei, dovendo scegliere il male minore, per cosa opterebbe?
Penso che la maggioranza degli italiani non vuole più miracoli, gente che non invecchia, slogan, battute triviali, stili di vita diseducativi, ostentazioni al limite dell’offesa della comune società.
A maggior chiarezza, penso anche che il suo stile, fatto di certezze, bianco e nero, buoni e cattivi, sia solo il minore dei quotidiani “prezzi” che il berlusconismo fa pagare alla società civile.
Egregio, il mondo progredisce quando si riesce a dare una opportunità al maggior numero di persone, quando si viaggia a trazione posteriore e non con la fuga in avanti del superuomo, quando, la sinistra che puzzaquand’anche puzzasse, è solo una migliorabile condizione umana, magari da curare e non un motivo di gioia giaculatoria e dileggio per alcuni.
Ecco, il quadro isterico che Lei descrive, anche se isterico, è forse solo una tappa, un grido di allarme e di stanchezza, di fronte ad un paese che vede l’Europa, l’America e l’Asia allontanarsi, sempre più libico negli usi e costumi e sempre più sudamericano nelle sperequazioni sociali.
Quanto a De Luca, beh, ci sono numerosi municipi nell’Italia Centrale, nel nord est, in Piemonte e Liguria dove soddisfazione per i risultati, immediatezza del linguaggio e non mediatezza del rapporto sono diventate condizioni di simbiosi tra la collettività e gli eletti.
In merito ai vertici del Pdl, lei sa bene che il Pdl da tre anni è un partito sotto corte militare e finanziato dalla holding nocerina, si proprio lì dove alle 21 di lunedì sono corsi Cirielli, Russo e Iannone….
Caro Smarigli,
non creda che il possibile flop di Milano possa sovrapporsi, se non coincidere, con una futuribile crisi di governo. Troppe volte Berlusconi è stato dato per morto, ma il funerale lo ha fatto lui a tanti suoi avversari. Perdere a Milano potrebbe rappresentare certamente un campanello d’allarme per la destra, ma fino a quando le alternative al berlusconismo si chiameranno : Bersani, Vendola, De Magistris e Grillo, il Cavaliere resterà a Palazzo Chigi più a lungo di quanto lei pensi.
Conosco Milano. Non credo che un sindaco comunista, vicino ai centri sociali e con “simpatie islamiche” possa governare al meglio la capitale economica del Paese, con un Expò alle porte. Alla destra milanese sono mancati circa 80.000 voti. Questi voti sono rimasti a casa, non si sono trasferiti su Pisapia.
Lei parla di Usa e di Asia. Io le dico che il nostro centro nord ha un Pil superiore al 3%. E’ il sud che costringe l’Italia all’affanno.
La campagna elettorale di Berlusconi è stata troppo aggressiva, come ho scritto. Ma nessun politico nella storia repubblicana ha ricevuto più insulti e persecuzioni di Berlusconi. Pensi solo a come viene apostrofato da Di Pietro. Una volta è mafioso, un’altra fascista, un’altra un dittatore, un’altra stupratore della democrazia. Se questi epiteti venissero rivolti a Napolitano o a Fini, come reagirebbero i “virtuosi” del palasharp?
Salusti – Angelo Cennamo
avete/hanno, con fini e compagnia, perso l’accautability, l’affidabilità e la buona reputazione. e solo uno sguardo miope non vede quanto è necessario a questo governo, e a questa maggioranza, il volto e la storia di uomini di buon senso. e manchi di buon senso, e di onestà intellettuale, ad indicare il povero e placido pisapia come un rivoluzionario, spinellatore e chissà cos’altro dovremo ascoltare. e solo la presunzione, quasi nobless, di avere dei diritti ereditari, ti porta a concludere un articolo, quasi di autocritica, in quel modo. avvocà, sinceramente, ma a te pisapia fa così paura? ma davvero ti aspetti ondate di soldati cubani (perchè quelli russi sono alleati e amici del petit tromber de petit femmes)che andranno in divisa alla prima della scala o a distruggere i negozi di via montenapoleone.
credo che sia presto dare conclusioni sul voto perchè un colpo di coda, ancora possibile, a milano farebbe cambiare la prospettiva immediata anche se lascerebbe intatta la questione politica.
hai detto bene questo governo non ha fatto per, ha fatto contro operai, impiegati, insegnanti, agricoltori insomma, ogni sua scelta era fatta per tutelare qualcuno contro altri e questo alla lunga ha portato a capire che forse è il caso di pensare a persone più equilibrate e meno sbruffone e, perchè no, un poco più educate e riservate, persone che non si vantino delle loro malefatte e più che altro di gente che invece di fare la corte dei miracoli discuta sul da farsi e non difenda un capo (capino) come se fosse gesù cristo. qualcuno ha detto che la supestizione e l’orgoglio sono nemiche della verità che alla lunga viene fuori e ti frega.
salutoni, io che questa volta mi sono dato da fare e non disinteressato come le penultime lezioni, non sto più nella pelle dalla contentezza anche se sono consapevole che iddu non è ancora morto e ha mille risorse. però sono contento.
una bella discussione appesantita (è solo un dolce eufemismo) da un ultimo intervento (mi riferisco a quello di michele zecca)
non è che mi riconosca nelle tesi dell’articolo ma è indubbiamente un momento, anzi uno spunto, di riflessione, come le prime risposte, a tono, hanno mostrato di aver recepito
sorvolo su quell’ultimo intervento, pieno di livore e di ‘pensiero unico’ della sinistra (il cd ‘pensiero sinistro’): si è un doppio senso ironico ma non troppo
per quanto riguarda l’articolo ho 2 considerazioni da portare alla discussione:
1) forse non è la risposta di berlusconi il nocciolo di tutto ma il suo mancato intervento nella gestione del partito (PDL)
infatti in genere anzi il popolo del centro destra risponde alla grande agli attacchi beceri al cavaliere
mi spiego meglio, quello che, forse, ha destato poca simpatia è la deriva alla PD del PDL, ormai avviato a spegnere gli entusiasmi con diatribe interne, gelosie e veti incrociati (leggi teatrino della politica che il PDL dovrebbe superare)
a quel punto ecco lo sconcerto del popolo del centro destra che quindi può ragionare così…
“se vogliamo mestieranti della politica allora ci sono quelli del PD che almeno… (è ironia…) sanno gestire molto ma molto meglio le clientele politiche, per di più con gli appoggi (da regime) di media, poteri forti ecc. ecc.”
se non c’è governo del paese quindi meglio il PD (notoriamemte con politiche ondivaghe e di scarso respiro stante la ‘multiforme’ genesi della coalizione il cui collante è appunto il potere e la voglia di killeraggio verso il cavaliere)
che dire? se berlusconi risucirà ad invertire questa deriva del PDL assisteremo all’ennesima rinascita della fenice berlusconiana con buona pace dei livorosi avversari
in caso contrario si potrà avverare qualcosa di dirompente (l’avvio della III repubblica?) ossia l’implosione del centro destra (tanto l’esplosione etero diretta è ormai documentatamente impossibile)
questo aprirebbe scenari contemporaneamente pericolosi e sublimi, di sicuro inaspettati (con buona pace dei simulacri attuali della sinistra o dei poteri forti alla luca, non… deluca)
2) a proposito di quest’ultimo è doveroso ricordare come il rispetto del voto espresso democraticamente sia una cosa, la bontà delle scelte un’altra
questa è la seconda considerazione
quando il velo delle bugie e mistificazioni si romperà allora il giudizio dei salernitani cambierà
i fatti questo ci dicono
siamo il 6° comune più indebitato d’Italia
senza una grande opera pubblica finita
spesso senza i fondi per terminarle
e senza piano economico per mantenerle in attività
partecipate comunali che fungono da collettori di clientele e da tarmite per finanziamenti altrimenti non possibili per il comune
una bolla che prima o poi scoppierà
ma i danni saranno per Salerno ed i Salernitani
questi fatti da cui deluca (abilmente questo si) ci ha distolti mediante la sua affabulazione, il suo denigrare gli avversari (che meritano solo il rango di ‘nemici’), la serie di dispetti (tipici da regime) che hanno costellato la campagna elettorale (tutti noi salernitani consociamo per esperienza diretta episodi tristi in una democrazioa (uso ‘indirizzato’ del potere)
tutto qui
è il mio spunto alla discussione
@cennamo:
Tu dici come il (secondo me ridicolo ed inconcludente) ministro Tremonti: “è il sud che mette l’Italia in affanno”. Beh, ma allora per quale motivo il ministro Tremonti ebbe la brillante idea di destinare milioni di euro di fondi FAS per la costruzione delle (inesistenti) infrastrutture al Sud al pagamento della multa per lo sforamento delle quote latte al Nord? E’ più utile pagare una multa a gente che non rispetta la legge? Io di un ministro così non mi fido! E non mi venisse (Tremonti) a cantare la canzone che al Sud i soldi non sono spesi per intero perché questa è una scusa bella e buona. Il Sud è una scusa eccezionale per tutti quelli che non riescono o non vogliono o non sanno come far funzionare le cose al Sud: è inutile dire che il Sud non va bene senza fare per 20 anni concretamente NULLA per il Sud! Questi stanno con poche interruzioni al governo dal 1994 e la situazione è sempre andata peggio!
Poi, Milano è una città cosmopolita che si può permettere sia una moschea che un centro sociale, mica è Caselle in Pittari! La smettessero di giocare con le fobie da quattro soldi della gente della Brianza, l’Italia non è tutta Brianza!
Il problema del sud sono i meridionali. Se a Napoli o a Palermo ci vivessero gli abitanti di Verbania o di Treviso, molti problemi sarebbero stati già risolti. E’ una questione culturale, direi antropologica. Questo governo per il sud, se non altro, ha messo nelle patrie galere centinaia di boss mafiosi, confiscando loro milioni di euro. Bassolino e Iervolino hanno distrutto Napoli; potevano spendere miliardi di euro della UE e non l’hanno fatto. Ma ad un certo Elton John gli hanno regalato 700.000 euro per mezz’ora di pianoforte e voce.
Angelo Cennamo
Cennamo, tu confondi un po’ le cose, eppure mi dicono che hai studiato Giurisprudenza: dunque, non è il GOVERNO che arresta le persone, è chiaro? Lo fanno le forze di Polizia in maniera semi-autonoma e NON su indicazione del Governo. Il fatto (vero) di Elton John da solo non giustifica le tue frasi su Bassolino e Iervolino, per cui ti consiglio di specificare meglio a cosa ti riferisci (a nessuno importa quello che dici, ma esiste pure la diffamazione, sempre in Giurisprudenza, tuo territorio). NON credo minimamente che l’abitante del Nord sia fatto meglio di quello del Sud: Cennamo, il Nord Italia è stato fatto anche con il lavoro e l’intelligenza dei tanti lavoratori del Sud che dignitosamente hanno fatto armi e bagagli e ci sono andati. Poi, noi siamo i creatori di Mafia ed altro? Bene, al Nord hanno creato i gruppi terroristici più noti, il Fascismo, Tangentopoli, le Logge Massoniche Deviate e tanto altre cose che tutto mi sembrano tranne il riflesso lampante di una civiltà superiore. Insomma, per me è davvero riduttivo dire quello che dici: me lo aspetto da uno con la terza media, ma da un laureato come te no. A volte penso che non hai abbastanza tempo o spazio per argomentare, altrimenti certe cose davvero non me le spiego.
Caro Billy, io il nord lo conosco bene. Non scopro l’acqua calda, nè ho bisogno di un master alla Bocconi per dire che i meridionali sono meno inclini al rispetto della legalità. Sono nato a Napoli, amo profondamente la mia città, ma non posso nascondere il fatto che molti miei concittadini valgono anche meno dei sacchetti della loro spazzatura. Bassolino e Iervolino hanno fatto il resto. Di quale diffamazione parli? E’ diffamazione dire che Napoli, negli ultimi 15 anni, ha offerto il peggio di se? O anche tu, come i virtuosi del palasharp, pensi che la spazzatura partenopea debba caricarsela Berlusconi ad Arcore? Come mai Salerno è pulita e Napoli no? E’ forse merito del Cavaliere se a Torrione non ci sono montagne di spazzatura come a Pianura? Prima di scrivere i post, rifletti su quello che scrivi e su quello che pensi.
Angelo Cennamo
Angelo, non capisco su cosa io debba riflettere: io ti ho fatto notare semplicemente che dire le cose nel modo in cui l’hai dette la PRIMA volta è qualcosa che IO avrei verificato prima di scriverlo.
In tutti i casi, io sono del Sud e non sono incline alla illegalità: mi devo fustigare? E come me, molti miei amici. Ma poi, Tangentopoli l’ho inventata io? E non ci sono industriali del nord che dell’illegalità se ne sono sbattuti, sotterrando da noi -con la nostra complicità- i loro rifiuti tossici? Non esiste al nord l’illegalità di chi non fornisce adeguata sicurezza sul lavoro? L’illegalità di quelli che non pagano le quote latte? L’illegalità di una certa tv che dovrebbe stare sul satellite da tempo? Non esiste l’illegalità di chi prende i marocchini e li mette a lavorare nell’edilizia? Non esistono al nord evasori fiscali? In definitiva: illegalità è solo quando viene da Sud? Non esiste l’illegale al nord? E la Parmalat? L’Eternit? Porto Marghera? Io sinceramente NON credo proprio ed i casi da citare sarebbero centinaia. E quelli che sono venuti qui a mettere aziende e poi se ne sono scappati con la scusa che c’era la Mafia? Allora, secondo me tu confondi, l’illegalità dei pistoleri beceri della Camorra e quella dei colletti bianchi che la legge se la leggono come credono e la applicano a ciò che desiderano, a volte pure con il beneplacito di qualche politico.
In una parola, io penso che il Nord sia diversamente illegale e che a volte sotto una patina di legalità faccia affari con le varie ndranghete molto liberamente, tanto il denaro non puzza, come disse Vespasiano quando mise la tassa sui cessi (vecchia battutaccia di Enrico Montesano).
Per quanto riguarda la domanda sul perché a Napoli le cose non vanno e a Salerno sì, non ci vuole molto a rispondere: Napoli è una città molto più grande che ha molti più problemi. Va fatto presente, altresì, che la differenziata di Napoli non è molto lontana da quella di Milano e da quella di Roma, che sono le città con cui andrebbe comparata. Inoltre, ci sono quartieri di Napoli in cui la differenziata va bene: a dicembre scorso Bagnoli si trovava al 95%, il Centro Direzionale all’84,23%, Chiaiano al 72,63%, i Colli Aminei al 68,4%, Ponticelli al 65,4%, il Rione Alto al 64,68% e San Giovanni a Teduccio (50,15%). Certo, per carità, non sono risultati sbalorditivi, ma ci sono aree di Napoli in cui evidentemente le cose funzionano.
Insomma, Angelo, a far funzionare le cose a Salerno che ci vuole? A Salerno grossi interessi non ce ne sono, non è radicato un noto fenomeno criminale semplicemente perché Salerno è più piccola e di interessi strategici non ce ne sono, a Salerno non si decide quasi nulla, non ci sono milioni di persone e turisti, non circola la moneta che comunque a Napoli alla fine circola. A Salerno la differenziata funziona perché i salernitani sono pochi, non perché il DNA del salernitano sia migliore di quello del napoletano.
Non dico che la criminalità al nord non esiste, dico solo che lì il senso civico ed il rispetto delle regole, il comunitarismo, sono valori più sentiti. Il rispetto per il bene comune, qui da noi, è secondario. Ci si alza la mattina pensando, per prima cosa, a fregare il prossimo. Le truffe assicurative sono uno dei simboli di questa inciviltà. Ma ne posso ricordare tanti altri.
Amministrare una città come Napoli è complicato per chiunque, ma è innegabile che il ventennio dei Bassolino e dei Iervolino sia stato disastroso. E sui rifiuti, ad esempio, non si può dire che la colpa sia di Berlusconi. Berlusconi è colpevole di altro, ma non dei rifiuti di Napoli.
Saluti – Angelo Cennamo
Angelo, sui rifiuti si sono fatti tantissimi errori, a partire dalla prima giunta AN (la crisi nasce sotto Rastrelli), passando per Bassolino, per le responsabilità provinciali e, infine, per arrivare alla Camorra. Ma cosa ha dato il LA a tutto questo? La ritardata consegna, da parte di una azienda del Nord, di un inceneritore (che manco funziona ancora a dovere, mi pare, dopo 11 anni…)… Il giornalista salernitano Di Blasi descrive la situazione in questo modo su di un noto giornale che non piace al centrodestra italiano (ma di cui tutto si può dire tranne che abbia simpatie bassoliniane): http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/27/emergenza-rifiuti-quando-la-storia-non-insegna/79167/
Sulla Iervolino non ho quasi nulla da dire: diverse delle responsabilità che le hanno attribuito erano della Provincia. Poi che la raccolta differenziata non sia andata bene, questo non c’è dubbio (ma allora perché nessuno dice che in centri delle stesse o maggiori dimensioni la differenziata non funziona?)…
Segnalo pure questo atto di profondo senso civico settentrionale: http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_21/allevatori-sequestrano-esattore-mario-sensini_f6ea5bda-8373-11e0-8dd4-79550cb0ed2e.shtml