Ragazzi bestialmente feroci

Giuseppe Lembo

Il mondo giovanile del nostro Paese, sembra essere impazzito. Tra i problemi gravi, c’è una diffusa condizione di comportamenti feroci tra i giovani che, spesso, aggrediscono o addirittura uccidono per niente; senza una giustificata ragione. Perché tanta aggressione? Perché diventa un vero e proprio comportamento di massa nel mondo giovanile, l’aggredire, il fare male agli altri? Non è comprensibile; proprio non è facile capire il perché dei “ragazzi feroci”. Perché tanta violenza? Perché il mondo giovanile si lascia prendere da modelli deliranti che fanno male sia ai singoli che ai singoli nell’insieme sociale di appartenenza? Siamo di fronte a comportamenti umani assolutamente nuovi e fuori da ogni norma compatibile con un normale stare insieme; ad influire, su situazioni da vero e proprio delirio collettivo, sono i grandi mezzi di comunicazione che drogano i comportamenti comuni, condizionando fortemente l’agire del singolo e del singolo nel suo insieme sociale. Purtroppo la condizione di degrado umano, nel nostro Paese, ha raggiunto situazioni di non ritorno. Siamo, nel mondo giovanile, al protagonismo di una generazione rabbiosa, intollerante che, al meglio, sa condividere un insieme di non-valori, mai prima d’ora conosciuto. La ferocia quotidiana è molto alta; ovunque, c’è un forte clima rabbioso. Ovunque nel mondo giovanile, stando insieme, c’è una situazione incendiaria altamente esplosiva. Siamo a comportamenti non solo incivili, ma di grande pericolosità sociale. I giovani, soprattutto, se insieme, formano un branco pronto ad aggredire; pronto ad incendiare e ad uccidere, per il solo piacere sadico di fare del male ad altri, anche se non si conoscono. Recentemente, a trattare il male oscuro del mondo giovanile è Cesare Fiume nel libro “la feroce gioventù” Dalai Editore. In questo libro, l’autore racconta, l’incomprensibile modo di fare dei giovani, espressioni di una generazione alla deriva, in forte crisi identitaria.  Non sanno avere rispetto né per sé, né per gli altri; si compiacciono di essere considerati “sfascisti” e “disumani” oltre ogni limite. La violenza giovanile è ormai dentro di noi; fa parte di noi. Così come si esprime, crea una condizione di allarme sociale; non c’è possibilità alcuna di cambiare, in quanto la situazione è ormai sfuggita di mano. Il nostro è un Paese alla deriva, senza maestri e senza punti di riferimento concretamente fermi. Tutto è sfuggente. Anche le regole del buon vivere sono sfuggenti. C’è, nel rapporto con gli altri, un forte protagonismo del proprio sé, assunto alla dimensione dell’Io mondo, in cui si conoscono solo i diritti; niente doveri. La società giovanile del nostro Paese è stordita da sogni anche se trattasi di sogni proibiti;  avvelenano le coscienze dei più e non permettono di ragionare, di vivere avendo dei valori di riferimento, di pensare positivo e di riconoscersi nel proprio essere, travolto dal solo apparire, dove ci si esalta pensando alla ricchezza, al potere, al proprio successo. In questo clima da sballo, non c’è rispetto per l’altro, sempre più spesso visto come un nemico da eliminare; purtroppo, cresce l’egoismo umano che si manifesta sempre più in forme crescenti e diffuse di razzismo strisciante. Mal si sopportano le “diversità”. Siamo sempre più di fronte ad una gioventù feroce; una mina vagante che può esplodere, facendo tanto male ed annullando le buone regole del vivere sociale che ormai non esistono più. Stranamente ed in modo assolutamente gratuito, tanti ragazzi, soprattutto se in branco, si incattiviscono senza ragione, costringendo le loro vittime innocenti a subire le guapperie e le angherie di giovani prepotenti, disumani ed a volte impazziti. Si tratta spesso di adolescenti fragili e violenti; sentendosi dei “padreterni”, padroni del mondo, non sopportano di essere contraddetti da nessuno trattandosi di frustrazioni indigeste, per cui non tollerabili. Siamo, purtroppo, a forme di delirio senza senso. Siamo di fronte ad una gioventù feroce ed assolutamente intollerante. Intanto che succede tutto questo, intanto che crescono le prepotenze di un mondo giovanile sempre più scriteriato e qualche volta addirittura assassino, il Paese, proprio non ce la fa più. Sempre più esausto, ripiegato su se stesso, in silenzio beve l’amaro calice di una condizione giovanile distruttiva, esplosiva al massimo, in un miscuglio di situazioni virtuali e reali. Cresce la delinquenza minorile; cresce l’intolleranza umana verso l’altro. Per fortuna, sono ancora tanti i ragazzi che sanno mantenersi sani e forti dentro; non delinquono, né si lasciano sopraffare dall’alienazione e dal disagio umano. Chi non sa mantenersi sano ed in equilibrio con se stesso, privo del necessario rispetto, prima di tutto per sé e poi per gli altri, manifesta in modo violento e distruttivo, il suo odio per il mondo. La prima causa di tanto pericoloso malessere è da ricercare nel tessuto familiare; ma non mancano cause umane e sociali sia nel mondo scolastico che della società più in generale. I giovani soffrono disperatamente la solitudine; vivono la loro vita soli davanti al computer o alla TV; si sentono soli anche quando stanno insieme agli altri. La loro disperata solitudine li intristisce; li carica di violenza e di odio; li porta a vedere nell’altro un nemico. Tutto, come nel confine sociale rappresentato dalla società e dalle sue diverse espressioni, sempre più cariche di negatività e di una distruttività che va a colpire soprattutto i più deboli. Questo comportamento emergente nel mondo giovanile si chiama bullismo; ha contagiato non solo i maschi ma anche le ragazzine che imitano le peggiori forme di comportamento maschile. Il momento è grave; siamo di fronte ad un vero e proprio allarme sociale. Non è assolutamente possibile fare finta di niente. C’è nell’aria un pericoloso virus generazionale; c’è una condizione diffusa di immunodeficienza alla tolleranza. Il tutto, come una tegola colpisce con forza, per effetto di una sempre più diffusa condizione di insufficienza di anticorpi sociali che si possono ritrovare solo in un modello di società positiva, essendo basati sui valori umani, sull’insieme culturale del rispetto dell’altro e su di un’etica condivisa che ha per obiettivo primario l’Uomo, la pace sociale e lo stare insieme solidale. Mancando tutto questo, si scatenano forme di intolleranza che hanno per obiettivo l’eliminazione dell’altro, visto come un nemico da abbattere. Tutto questo succede nel nostro Paese; succede ai giovani del nostro Paese che rappresentano le attese di un futuro disperato, essendo portatori di disagio da vera e propria gioventù bruciata, da bulli e bulle senz’anima. Sono in troppi a non sapersi accorgere della deriva umana presente, convinti come sono, di appartenere ad una generazione dal futuro negato.