La politica dell’asfalto e l’asfalto della politica
L’asfalto della politica avvolge tutto, anche le coscienze. E genera mostri e attenta alla natura. La politica dell’asfalto conquista il potere per il potere. E genera miseria per molti e ricchezza per i soliti pochi individui.
Vi faccio vedere che cosa succede quando si venera l’asfalto e si attenta alla natura. Guardate che succede poco distante ad una sede dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania a Sala Consilina. Nessuno vi farà vedere questo sulla stampa e, se non ci andate a sbattere col naso sopra, non ve ne renderete mai conto. Vi sembra normale inglobare una quercia secolare in una strada? A Sala Consilina si può. Poco distante una quercia abbattuta. Queste povere querce danno fastidio e invadono la strada. Ci si chiede se il loro destino sia segnato.Vi ricordate l’estate del 2006, quando si voleva tentare di creare ex-novo con mezzi cingolati e, magari, successivamente asfaltare uno stradone nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, a 1100 metri sul livello del mare e in piena zona 1 nel territorio di Monte San Giacomo? Qualche benpensante dichiarò che era tutto in regola. Infatti, tanto le cose erano in regola che, in seguito ad una denuncia del Comitato 18 Agosto di Monte San Giacomo e della sede Codacons di Sala Consilina, la magistratura sequestrò la strada in questione. E’ questo un segno della presenza della politica dell’asfalto intorno a noi? Ci chiediamo se siamo stati spettatori o protagonisti in questi lunghi trenta anni di potere incontrastato di una classe dirigente non propriamente illuminata, per la quale l’asfalto ha contato non poco. Di asfalto in quei tratti delle strade provinciali ce n’è sempre troppo poco. Dopo nemmeno due mesi dall’ultimazione dei lavori si creano già grosse buche; il caso di Sassano è emblematico: vi sono persone che quando vanno al lavoro la mattina evitano i tratti dissestati di una strada appena asfaltata. Anche le forze dell’ordine, noi crediamo, con le loro auto percorrono le stesse strade provinciali, dove il limite è di 30 Km/h a causa di queste buche. Forse si potrebbero segnalare a chi di competenza questi fatti per un immediato intervento per evitare eventuali futuri danni alle cose e alle persone: non chiediamo atti eroici. La politica dell’asfalto (e del cemento selvaggio) non conosce lo spirito di servizio; non conosce la dignitosa opera silenziosa dei servitori dello Stato, e va tronfia delle proprie piccole imprese di facciata. La politica dell’asfalto è politica di facciata ed è la stessa che decreta la morte delle rondini e che attenta alla salute dei cittadini con le disinfestazioni. La politica dell’asfalto rimane una certezza, come una certezza rimane la smania di giustificare politicamente una corsa al potere locale. Di destra o di sinistra, la politica dell’asfalto pensa solo ai propri interessi e a quelli delle proprie clientele e dei propri sodali. Alle prossime elezioni amministrative vedremo ancora la solita triste parata dei soliti tristi figuri che da anni dominano per conto terzi su queste terre? Se sarà così altre querce verranno abbattute, altri inceneritori fioriranno, altri immondezzai si costruiranno, semafori inutili verranno ancora piazzati sulle strade provinciali per non essere usati, altre zone industriali verranno costruite sui siti di pregio ambientale, altre rondini moriranno a frotte e le nostre coscienze finalmente si assopiranno nel profondo sonno del disimpegno, del consumismo e dell’edonismo.
Roberto De Luca
(si prefigura una notte insonne nella non felice serata del 25 marzo 2009)