Un vento leggero per qualche istante di gloria

Padre Oliviero Ferro

Non capita a tutti di sentirsi importante per qualche minuto. E’ un po’ come il venticello che sale dal mare e ti accarezza le spalle. Quando te ne sei accorto, è già andato da un’altra parte. E’ quello che avevo letto su un manifesto, passeggiando sul corso. Era pieno di colori, di frasi a caratteri cubitali. Ce ne era una che diceva:”Vuoi essere famoso per quindici minuti? Vieni con noi e …non ti pentirai!”. Vicino ci stava una gentile signorina, in abito molto estivo che attirava l’attenzione anche a chi non portava gli occhiali… Non avendo molto da fare, mi incammino verso la sede di questo annuncio. Mi guardo intorno,ma non vedo nessuno. Solo un portone, di quelli di epoca medievale. In alto,proprio a metà, c’era uno stemma, un po’ sbiadito, ma ancora leggibile. Una bocca, con la lingua infuori,quasi che volesse prenderci in giro. Vicino al portone, una cassetta delle lettere, con su scritto “Depositate i vostri sogni”. Nessun campanello. Anzi c’era ancora quei vecchi martelletti che si usavano tanti anni fa. Quasi quasi, mi dico, provo a picchiare, chissà cosa succederà. Non bisognerebbe mai cedere subito alla curiosità per poi pentirsene dopo. Ma, col senno di poi…Mi guardo intorno. Nessuno. In alto, nessuno. Tutte le finestre dei dintorni sono chiuse. Forse qualcuno mi spia e comincia a ridere di quel poveretto che sta per entrare nel futuro. Ma ormai avevo deciso e allora:picchio. Nessuno. Riprovo più forte. Nessuno. Una terza volta. Finalmente si sentono dei suoni, quasi umani. Il portone lentamente si apre…e se non faccio attenzione, rischio di essere morsicato  da un cane nero, accompagnato da un gatto ancora più nero. Una vecchietta mi guarda dall’alto in basso, poi mi chiede che cosa voglio. Le parole non escono. Poi riesco a farfugliare qualcosa, indicando la cassetta delle lettere. “Ah!”mi dice “anche tu vuoi sapere come si sogna? Entra, entra, ma non voltarti indietro. Il futuro è davanti e il passato…non c’è più”. Con gli occhi bassi, facendo attenzione ai due guardiani, muovo i primi passi in un mondo che non conosco. Il giardino è pieno di fiori. C’è un pozzo con il secchio ancora attaccato e sulle pareti tutto intorno dei disegni strani:un sole, la luna e i pianeti e in fondo,due occhi luminosi che sembra escano da quelli della vecchietta. Mi fa accomodare su una sedia e lei,con questi grandi occhi, dietro le spalle, mi guarda. Sembra entrare fino in fondo al mio cuore. Poi,con una voce tranquilla, che viene non si sa da dove, comincia a raccontarmi quello che è successo nella mia vita. E alla mia domanda su che cosa capiterà nel futuro, scoppia in una grande risata. “Tu vuoi sapere quello che succederà domani? Ma lascia perdere. Vivi il presente. Certo, fuori,nel mondo da cui vieni, ci sono quelli che vogliono i quindici minuti di gloria. Preferiscono truccarsi,cambiare faccia,ma il cuore è sempre il solito. Non si può imbrogliare la gente, perché si rischia di imbrogliare se stessi.”. Veramente non capivo queste frasi così strane,anche se molto vere. I miei occhi  giravano dappertutto e vedevo muoversi il sole, la luna, i pianeti; mentre vicino ai piedi il cane e il gatto si riposavano. Anche la vecchietta cominciò a sonnecchiare, mentre una musica dolce si diffondeva intorno a me. Nessuno dava più segni di vita. Piano piano mi sono rialzato e sono andato fin verso la porta per uscire. Quando la vecchietta,chissà come aveva fatto, mi apre il portone,accompagnata da due animali. Mi fa un sorriso, quasi volesse chiedermi se avevo capito. La saluto e…la strada era come prima,con le finestre dei palazzi chiuse, o meglio, si stavano aprendo. Qualcuno stava innaffiando i gerani, altri fischiettavano una canzone. Mi stropiccio gli occhi e guardo ancora verso il portone. Non lo riconoscevo più. Lo stemma non si vedeva più. La cassetta delle lettere era scomparsa. Al suo posto era comparso un manifesto:” Non bastano quindici minuti per vivere. Giocati tutta la vita”. Così era scritto, tra i colori di un arcobaleno. Forse avevo capito!