Il Vangelo della Domenica- Abbazia Della Scala
Matteo Cap. 11, 25—30 “Io sono mite e umile di cuore
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».“Parola del Signore” “Lode a te o Cristo”
don Marcello Stanzione-
La nostra religione cristiana, nella sua originalità propria, è Gesù Cristo, l’uomo Dio. Ma da questo paradosso discendono una grande quantità di meraviglie di cui il Vangelo di oggi ce ne da uno squarcio. Molti uomini, quando sono in una situazione di prova o di smacco, sembrano nella depressione e nello scoraggiamento. Gesù osserva che la sua predicazione sembra essere fallita : è la famosa crisi galilea, con la condanna delle città sulle rive del lago che hanno rifiutato di seguire Gesù (Corazim, ecc.) … Ora, lungi dal lasciarsi abbattere da questa prova, Gesù intona un canto di lode. Signore Gesù, insegnaci il segreto per trasformare in positivo tutto il negativo delle nostre vite. Ecco il secondo paradosso. Gesù promette a quelli che penano un sollievo, un riposo. Questo vorrebbe dire che i cristiani sono protetti, risparmiati ? Che essi passano a lato alle prove inevitabili della condizione umana ? Noi sappiamo bene che non è così ! E pertanto l’esperienza dei Santi e di molti cristiani maturi è là per mostrare che la promessa di Gesù è vera. La fede in Gesù non sopprime le sofferenze della terra, i pesi non sono ritirati dalle nostre spalle, e pertanto, per non so quale trasformazione, essi sono divenuti leggeri, sopportabili. Sì, ognuno di noi può fare questa esperienza : “Venite da Gesù, voi che penate, e troverete riposo … il vostro fardello diventerà più facile da portare”. “Divenite miei discepoli, poiché io sono dolce ed umile di cuore”. Oggi, tutta la vita moderna esalta la forza e la conquista dall’apparenza facile. La pubblicità esalta i vip, le stelle. Dolcezza ed umiltà sono dei valori in ribasso alla Borsa di oggi. Osservate anche i nostri bambini, come essi cerchino di copiare gli adulti, come i loro eroi sono dei vincitori al primo colpo o dal guadagno facile ! Ora Dio è fiero, per bocca di Gesù, di definirsi non già come potente ma come “dolce ed umile”. Ancora un altro paradosso ! Ed un piccolo attimo di riflessione ci porta a verificare la verità di questa parola evangelica : il dolce non è prima di tutto un amorfo, un incapace … è il forte, capace di dominare i suoi riflessi di fronte ai violenti ed alle aggressioni quotidiane. Quanto a colui che gioca a fare il “duro”, non è lui che è incapace di padroneggiarsi ? Questo quarto paradosso divino è nel cuore della lode di Gesù. Qui i contrasti sono per così dire raddoppiati. Gesù oppone i saggi ed i sapienti alla gente semplice e piccola. Ed oppone quello che è nascosto a ciò che è rivelato. Dio è letteralmente sconvolgente … come lo aveva già cantato Maria nel Magnificat : “Egli rovescia i potenti dai loro troni, innalza gli umili”. Così l’inno di giubilo di questo Vangelo è una specie di “Magnificat di Gesù”, è la gioia di un Dio che prende le parti dei poveri, dei piccoli, dei deboli … quelli che il mondo non tiene in conto e normalmente disprezza. E là ancora basta riflettere pochissimo per renderci conto che l’orgoglio dello spirito è il peggiore nemico dell’intelligenza. Colui che crede di sapere è definitivamente chiuso ad ogni progresso. Non è una condanna dell’intelligenza o della scienza : è la rivelazione della sua legge più profonda. Gesù distingue due categorie di persone : quelli che sono bloccati sui loro punti di vista personali e che non ammettono più la novità di Gesù Cristo … quelli che la loro semplicità di cuore rende capaci di accogliere una nuova manifestazione di Dio. Effettivamente, al tempo di Gesù, gli Scribi, i Farisei, i Sacerdoti – tutti gli specialisti di scienza teologica ed esegetica – si sono rinchiusi nelle loro interpretazioni della Scrittura. E quello che restava loro nascosto si rivelava al contrario ai piccoli. Signore, liberateci dall’orgoglio. Paradosso supremo, fonte di tutti gli altri. Il grande Dio, Creatore onnipotente di tutto l’universo, l’Adorabile … è nello stesso tempo nostro Padre, il tutto amabile. Sì, Gesù ha veramente molte meraviglie da rivelarci, se noi siamo abbastanza aperti ed umili, senza bloccarci sulle nostre cosiddette evidenze umane.