Tanta voglia di…

di Rita Occidente Lupo

Il buon giorno, si vede dal mattino recita una perla di saggezza popolare! E, di buon’ora capita che nel pub di fortuna, in alcune città che rasentano il chiacchiericcio scandalistico, alimentando gossip, si ritrovi qualche coniglietta in topless, con tanto di sorriso smagliante e vassoio per caffè e cappuccino. In un ex motel di una cittadina del Maine, come in alcune realtà a Washington, cameriere in baby doll suadenti, tra Bikini Espressi, serviti in costumi da bagno.  Una provocazione sessuale o semplicemente un modo diverso di vivere il break al bar o la sosta in autogrill. Ognuno ne coniuga, in tema d’originalità, sì da non passare inosservato e da attrarre la clientela. E così, in un ristorante tedesco, severe leggi antifumo con “Smoking Point”: tre oblò dove inserire mani e testa, per poter accendersi una sigaretta, rimanendo al calduccio, senza disturbare gli altri clienti. Dal tabagismo, ai bisogni personali…A Taiwan, un ristorante che sceglie come scenario la toilette:si può mangiare in bagno o per lo meno avere l’impressione di farlo, tra piatti e scodelle, a tema. A Tokyo, invece al Vampire Café, un Blood Clot, circondati da crocifissi, ragni, teschi, candelabri, quadri di Dracula e bare.  E così, a zonzo per il mondo, di tutto di più. Un modo stravagante per accostare il cibo all’originale, alla spettacolarizzazione, alla meraviglia o semplicemente al gusto di voler essere originali anche a tavola, associando i piaceri del palato al gusto della meraviglia!  

 

 

Un pensiero su “Tanta voglia di…

  1. Gentile dottoressa Rita Occidente Lupo,
    Non credo che sia una novità quella che riguarda le numerose bizzarrie di alcuni ritrovi culinari sparsi tra le più rinomate metropoli del mondo. Io stesso ho lavorato (da cameriere) in qualcuno di tali strani ristoranti, molto affollati e apprezzati da turisti e da curiosi . Me ne viene in mente uno situato in Greenwich Village in New York City. Il ristorante e l’albergo era di proprietà di uno slavo che aveva nomato il complesso con l’appellativo “Albert French Restaurant” . Forse era il primo ristorante nel mondo con la politica di “All you can eat”, cioè tutto quello che riesci a mangiare allo stesso prezzo. Noi camerieri vestivamo alla Pierrot, mentre i muri erano tappezzati di opere d’arte dei migliori Artisti che affluivano da ogni dove.
    Mentre il proprietario metteva a disposizione dei clienti un autobus per condurli nei luoghi più salienti della città, compreso il “cicerone” che spiegava le caratteristiche dei luoghi che si visitavano. Ma proprio accanto a detto ristorante ve n’era un altro dove i camerieri dovevano avere la voce da tenore per cantare opere mentre servivano il pranzo. Anche li affluivano turisti da tutte le parti.. Io avevo assimilato alcune parole in lingua francese e le usavo per impressionare i clienti e dare quel timbro di atmosfera che i clienti desideravano.
    Cordialità, Alfredo

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