Il Vangelo Abbazia Della Scala- commentato

Matteo Cap. 13, 44—52 Vende tutti i suoi averi e compra quel campo.”don Marcello Stanzione

 

Gesù aveva l’arte dei narratori d’Oriente che sanno inventare delle belle immagini, per pungere l’interesse degli ascoltatori. Oggi, noi abbiamo ascoltato quattro piccolissime parabole, intagliate come dei gioielli, e che si fissano nella memoria fin dal momento in cui le si hanno intese una sola volta. … come un tesoro nascosto in un campo, e come una perla minuscola ma di valore inestimabile malgrado il suo poco peso apparente. Così, Gesù ce ne avvisa chiaramente : Dio non è evidente, eclatante, è, viceversa, molto discreto, molto invisibile … Egli esiste, là, vicinissimo a noi, come un tesoro favoloso di cui si può avere la rivelazione immediata e che cambia tutta la vita….come quegli uomini che fanno delle follie per acquisire una perla di grande prezzo. Per due volte, Gesù ci invita alla radicalità : vendere tutto !, egli dice. Questa piccola parola, “tutto”, indica bene un assoluto, tranciante come una spada. La vita cristiana non può essere una vita a metà, una vita di mezza misura. Noi ammiriamo lo sportivo che si priva di quantità di cose per battere un record, od il sapiente scienziato che sacrifica tutto il resto e passa delle ore e delle ore nel suo laboratorio per scoprire un nuovo rimedio. Gesù vorrebbe che noi scegliessimo il Regno di Dio in questa maniera, radicale, totale. La rinuncia a tutto che Gesù propone non è uno spogliarsi moroso o moralista nel senso negativo della parola. Non è un sacrificio fatto per dovere, controvoglia, e come costretto e forzato perché non vi è mezzo per fare diversamente. No, per Gesù, colui che si spoglia di tutto il resto per conquistare Dio lo fa nella sua gioia ! Vale la pena di rinunciare a delle cose meno importanti per scegliere una cosa essenziale. Non vi è gioia più meravigliosa, più inaudita, che di guadagnare l perla fina dell’amore infinito. Non è triste ! E’ una possibilità, è una gioiosa notizia. Non vi è nulla di più deplorevole di quella specie di tiepidezza, o di indifferenza, in cui lo si fa come se si fosse neutro … “né capra né cavolo”, dice il proverbio … “né bianco né nero”…“né freddo né caldo”. “Poiché sei tiepido, sto per vomitarti”, dice l’Apocalisse (3.16). No, Gesù non ama questo tipo di uomo o di donna invertebrato e molle. Egli presenta come modello della gente capace di decisione. Il Regno di Dio non è un sistema floscio in cui si entrerebbe “così”, senza rendersene conto ! Il Regno è di quelli che ne fanno la scelta, rinunciando a tutto il resto. L’uomo dato per modello da Gesù compie, colpo su colpo, cinque verbi di azione decisivi : egli scopre, nasconde, va, vende, acquista ! Il Regno di Dio non gli giunge tutto solo senza che egli lo voglia.La parabola della rete che si getta nel mare e che riporta un poco di tutto ne è l’illustrazione forte. Non facciamoci illusione ! Gesù non è neutro, non esita nel chiamare buono ciò che è buono, e cattivo ciò che non vale niente. Noi non amiamo, abitualmente, accogliere talune pagine del Vangelo. Per esempio, qui, questa immagine della cernita, del rigetto nella fornace che è l’uscita tragica di una pesca in cui la rete ha riportato tante impurità da rigettare, come dei pesci da custodire. Vi è un modo di dire che tutto alla fine si arrangerà, che tutti saranno, alla fine, salvati. Questo è il peggiore disprezzo dell’uomo, perché è un modo per farne un irresponsabile. Il pensiero di Gesù, una volta di più, è perfettamente chiaro : Gesù sa le nostre imperfezioni, le nostre pesantezze umane, perché, per il momento, il buono ed il cattivo sono mescolati in noi … ma il giudizio definitivo verrà, la separazione dei cattivi e dei giusti, dice Gesù, alla fine del mondo. Questo è d’altronde il giudizio naturale di ogni uomo normalmente costituito : quando una bomba di terroristi uccide decine di innocenti in un supermercato tutti sono oltraggiati … Questo non può durare, bisogna che questo non esista più un giorno. E Gesù parla dei “pianti e stridori di denti” del giudizio universale finale. Gesù chiede : “Avete capito ?”. E questa parola di “comprendere” è ripetuta da Lui sei volte in questo solo capitolo delle parabole (Mt.13, vv.13,14,15,19,23,51). Si sente talvolta dire : “Io sono in ricerca”, formula vera talvolta, formula facile altre volte, per giustificare una negligenza nel veramente cercare prendendo i mezzi per trovare e comprendere.

 

 

Un pensiero su “Il Vangelo Abbazia Della Scala- commentato

  1. Chi ascolta la divina parola non può illudersi che possa raggiungere il Regno di Dio senza sacrificio e senza rinnegare se stesso. L’ eterna salvezza è un tesoro nascosto al mondo ed è una perla d’ inestimabile valore………….
    La vita cristiana non è e non può essere un divertimento, perchè non ha per fine il passare più o meno gioiosamente il tempo che ci è stato assegnato da Dio, ma tende alla conquista dell’ eterno tesoro, di Dio, infinita grandezza ed infinita bellezza.
    Se chi scopre un tesoro nel campo vende tutto ciò che possiede per comprarlo, e chi trova una perla inestimabile di tutto quello che ha per comprarla, chi potrà dire inutile la rinunzia di tutto fatta dalle anime consacrate a Dio, per cercare solo l’ eterno tesoro?

    Commento del Sacerdote di Napoli, Don Dolindo Ruotolo, dettato a lui direttamente dallo Spirito Santo: “Il tesoro nascosto e la perla preziosa”. pag.318

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