Vallo della Lucania: GdF, misura cautelare vero usuraio

 Al termine di una complessa attività investigativa in materia di usura condotta, su delega della procura della repubblica di Vallo della Lucania, dalle fiamme gialle della brigata di marina di casal velino, sono state denunciate nr. 11 persone, di cui nr. 1 per usura perchè pretendeva, da un malcapitato imprenditore  sull’orlo del tracollo finanziario, somme di denaro pari a circa 400.000 euro, interessi con tassi su base annua fino al 220%, cercando di mascherare tali prestiti con l’emissione di false fatturazioni, nr. 5  persone per esercizio abusivo del credito in quanto pur non essendo iscritti negli albi  ed elenchi tenuti dalle competenti autorità di vigilanza ( art. 106, 107 e 113 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, approvato con d. lgs. del 1 settembre 1993, nr. 385) concedevano prestiti per circa 1.700.000 euro, nr. 4 persone per  emissione di fatture per operazioni inesistenti in violazione all’art. 8 del decreto legislativo n. 74/2000 per oltre 800.000,00 euro e nr. 1 persona per violazione alla legge 8 novembre 1991 n. 362 (esercizio di una farmacia senza  autorizzazione). L’azione investigativa ha preso il via nella primavera del 2009 da ordinari accertamenti di natura tributaria nei confronti dell’imprenditore economico in difficolta’, che hanno consentito di ricomporre un articolato scenario illecito ed hanno permesso di rilevare discrasie  nelle operazioni economiche annotate in contabilità dalle società verificate. l’approfondimento, con controlli tipici della polizia tributaria investigativa, dell’esame della documentazione acquisita, ha consentito di comprovare la falsità e l’artificiosa predisposizione di parte della documentazione annotata in contabilità, mentre l’analisi della documentazione bancaria acquisita ha evidenziato ingenti e sistematiche movimentazioni di denaro tali da non trovare giustificazioni nella documentazione contabile tenuta. L’imprenditore, a fronte delle contestazioni sulle movimentazioni bancarie anomale non ha saputo fornire una giustificazione plausibile e dopo poco incoraggiato a riporre fiducia nelle istituzioni, ha narrato la vicenda di cui è stato vittima. Ha riferito  che si è visto costretto a ricorrere al mercato clandestino del denaro perchè caduto in un processo inarrestabile di deterioramento della propria situazione finanziaria. tali soggetti, approfittando della sua situazione di difficoltà economica, determinata da mancati incassi da parte dei clienti e dall’esigenza di pagare i fornitori, si sono proposti, apparentemente, come unica strada percorribile per il soddisfacimento del fabbisogno immediato al fine di non fargli interrompere il processo produttivo dell’impresa ma in realtà innescando un circolo vorticoso di indebitamento, alla fine non più recuperabile, e determinando il depauperamento, avvenuto mediante ipoteche o cessioni, del suo patrimonio personale e familiare con il consequenziale fallimento delle imprese di cui è titolare. La gravità delle condotte criminali ascritte agli indagati è risultata ancora più asseverata dalla reiterazione delle stesse come emerso dal contenuto dlle intercettazioni telefoniche e dalle dichiarazioni acquisite in sede testimoniale. Al termine delle indagini, su istanza della procura di Vallo della Lucania,  il gip dello stesso tribunale ha emesso nei confronti di uno degli indagati, la misura catelare personale degli arresti domiciliari e ha disposto il sequestro, il sequestro preventivo, ex art. 12 sexies d.l. 306/92 convertito con modifiche in legge n. 356/1992, del patrimonio mobiliare ed immobiliare nonché dei conti correnti bancari e postali a lui intestati. L’esecuzione di tale provvedimento ha permesso il sequestro di beni immobili per un valore di circa 800.000 euro.