PdL: ed è subito “correnti”
Che Berlusconi si potesse “incavolare” è’ cosa quasi normale; ma che si incavolasse proprio il giorno della conclusione del 1° Congresso Nazionale PdL è cosa assolutamente fuori dal normale e da “prima pagina” (come direbbe qualcuno). Nessun mezzo d’informazione, però, ha studiato attentamente ciò che è accaduto in pieno congresso nel momento della composizione dell’ufficio di presidenza più volte annunciato da Berlusconi come un ufficio al di sopra delle componenti dei partiti e fuori dai giochi governativi, con posti a sedere per non più di venti persone. Invece è accaduto di tutto. Le proteste, le mire ambiziose, i tira e molla su chi dovesse entrare nel prestigioso ufficio hanno fatto arrabbiare tantissimo il premier che alla fine ha ceduto (si fa per dire) alle richieste ed ha allargato a trentacinque i membri dell’ufficio facendovi entrare anche un bel po’ di ministri che erano stati lasciati fuori, come nel caso clamoroso della Carfagna rimasta fuori per molte ore. Non è questo un fatto secondario, se solo si pensa che in nessun Paese del mondo entrano ministri in carica nell’ufficio di presidenza dei rispettivi partiti si intuisce quale deve essere stato il peso delle pressioni (con schiamazzi anche notturni e minacce inconfessabili) esercitato sul premier. Stando alle indiscrezioni di fonti assolutamente attendibili e anonime il presidente Berlusconi si sarebbe incavolato a tal punto da pronunciare delle frasi che pressapoco suonano così: “Mettetici dentro tutti quelli che volete, tanto comando e decido solo io…E pensare che io volevo favorire l’ingresso di giovani indipendenti…Siete capaci soltanto di farvi guerre intestine dissennate…….”. Insomma le urla di Berlusconi si sarebbero sentite ben oltre le mura di cinta di palazzo Grazioli, tanto da farlo arrivare alla Nuova Fiera completamente nervoso e deconcentrato con visibile ricaduta sulla verve con cui ha interpretato il suo discorso finale zeppo di strafalcioni soprattutto nelle finali, cosa mai accaduta prima. Molti hanno lasciato il congresso visibilmente delusi; pensavano di tornare a casa dopo aver costruito un partito con le fondamenta nuove di zecca e, soprattutto, lontano dalle correnti; hanno dovuto invece assistere ad un rituale da prima repubblica e in perfetta sintonia con il manuale Cencelli. L’Ufficio di Presidenza è composto in parti percentuali assolutamente rispecchianti l’esito delle ultime politiche. Se si fermava a venti qualcuno avrebbe dovuto dire addio ai sogni di gloria.
Sarebbe un peccato se il nascente Pdl cedesse alla tentazione del correntismo. Tuttavia, credo che, finchè al timone del nuovo partito ci sarà il cavaliere, difficilmente si apriranno varchi per altri ambiziosi. Nel dopo Berlusconi, invece, temo che le cose cambieranno. Del resto un partito che punta al 51% dei consensi non può rimanere un monolite. Non escludo neppure possibili scissioni.