Cetara: Avvistamenti 2011

Venerdì 5 agosto alle ore 19,30 sarà inaugurata la rassegna d’arte  contemporanea Avvistamenti 2011, promossa dal Comune di Cetara,  nell’ambito delle manifestazioni organizzate ed allestite nella Torre di Cetara, restituita alla piena fruizione dopo anni di restauro. La rassegna curata da Massimo Bignardi ospita quest’anno due interventi; nella Sala del Contemporaneo, posta al primo livello dell’antica struttura di guardia, tre installazioni di Giuseppe Di Muro, dal titolo Alice…in un mare di meraviglie, omaggio alla regina della tradizione cetarese che si è imposta nel mondo come immagine della cucina mediterranea; nella Sala delle Conferenze, al piano inferiore, Nicola Guarini espone una serie di fotografie raccolte con il titolo di Transiti della memoria, un omaggio a M. C. Escher che nel 1934 in una delle sue più celebri litografie, eternò la Torre di Cetara come immagine della Coast of Amalfi. “È il primo passo di un percorso che pian piano, nel pieno rispetto delle esigenze della comunità – spiega Secondo Squizzato, sindaco di Cetara – l’Amministrazione comunale sta compiendo per dare alla Torre la piena funzione di struttura di promozione culturale. L’obbiettivo è certamente quello di giungere nel tempo alla realizzazione del Museo così com’è negli intenti progettuali, accogliendo le donazioni e i prestiti che sono già in atto e tali da poter garantire alla Costiera Amalfitana un museo della sua storia artistica, delle immagini del  viaggio, insomma la sua grande tradizione culturale riconosciuta in Europa. Le mostre oggi allestite, dei proff. Giuseppe Di Muro e Nicola Guarini, sono il segno di uno sguardo che si volge subito al contemporaneo, nella consapevolezza che Cetara dovrà essere un polo che continui ad attirare soprattutto le nuove generazioni. Una Cetara giovane, al tempo con il presente ma consapevole della sua storia e della sua tradizione; Di Muro celebra la ricchezza del mare, il nostro  sostegno da sempre; Guarini ripercorre liberamente le strade di Escher, sino alla Torre di Cetara.” Tre installazioni ritmano lo spazio che accoglie il visitatore al suo arrivo; la grande porte di mare che Di Muro ha voluto collocare come avvio ad un’area sacrale; la lastra di acciaio Alice animata da ondeggianti movimenti attivati da led, infine il grande Santuario, con oltre trecento ex-voto in argilla rossa e nera che richiamano quello di Hera Argiva alla foce del Sele. Guarini ha impaginato una sequenza di immagini raccolte seguendo l’itinerario mentale di Escher, ripercorrendo strade che offrono il transito al suo spirito, ai paesaggi narrati dalla memoria. “La pratica dell’avvistamento è propria della contemporaneità; voglio  dire – annota Massimo Bignardi nella breve presentazione che accompagna la mostra – che nelle pratiche dell’arte e della critica persiste l’esercizio di scrutare quotidianamente l’orizzonte di quanto accade.  Avvistamenti per offrire, ogni anno, segnali di quanto l’arte realizza al di qua dell’orizzonte, di quella linea immaginaria dietro la quale, secondo il dizionario della mondanità, v’è la scena internazionale. […] Per questa prima edizioni di Avvistamenti ho invitato due artisti Giuseppe Di Muro e Nicola Guarini, attivi in aree di ricerca ben distanti tra loro, a lavorare sul mito della Costa di Amalfi, su i suoi segni, lasciando aperto ogni angolo di lettura. Le installazioni di Giuseppe Di Muro guardano all’identità di una comunità, Cetara, attraverso l’immagine dell’alice, pesce azzurro per antonomasia ancora oggi grande ricchezza del centro costiero. Di Muro ha recuperato la tradizione che gli antichi greci, giunti nella piana del Sele ove hanno fondato Paestum, avevano di narrare la conoscenza del mare e dei suoi abitanti sulle tese dei vasi, con pitture nero o rosse. Ha trascritto  così le sue forme, piccole alici che divengono vessilli di una porta, sagome colorate di luce, infine immagine votive nel grande santuario del mare. Come l’anonimo pittore dell’VIII sec. a. C. che raffigurò sui lati di un cratere, il “naufragio di Pithekoussai”, l’uomo immerso nel vasto dizionario iconografico dei pesci conosciuti del Mediterraneo, così Di Muro ha impaginato gli ex-voto che movimentano la parete che apre, varcata la soglia, sulla distesa del mare. Distesa dalla quale è partito lo sguardo fotografico di Nicola Guarini, attento a misurare nei lievi scarti del bianco e nero l’universo emotivo di una costa che da millenni racconta la sua storia al mondo. Guarini ha scelto di porsi sempre al di qua della linea del paesaggio, mantenendo come sfondo il  mare o, meglio, come punto di fuga delle sue interpretazioni escheriane, la tavola sulla quale si specchia il cielo e il paesaggio. Una natura mai esaltata, sempre tenuta nel duplice registro di visione e di realtà, in pratica tra il suo disegnarsi come memoria che richiama lo spirito, che lo esalta ponendolo a contatto con uno scenario che  lascia senza respiro e la cruda realtà, quella della vita di chi vive  in queste terre. Sullo sfondo l’itinerario del mago della grafica moderna, di un artista che aveva studiato l’astrattismo degli arabi e con esso aveva tradotto l’incanto di questa terra. Guarini opera partendo dai segni delle architetture, delle orografie, dei profili delle rocce per approdare ad un processo di astrazione dell’immagine […]”. La mostra resterà aperta fino al 4 settembre.