Ravello: corso europeo su cambiamenti climatici
Lunedì mattina 3 ottobre prossimo sarà inaugurato il corso europeo su “Cambiamenti climatici, patrimonio culturale e rischi”, promosso dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, in collaborazione con il programma EUR.OPA Grandi Rischi del Consiglio d’Europa. Il corso, articolato su cinque giornate di lavori, è coordinato da Roger Lefèvre, Professore emerito all’Università Paris Est Créteil e componente il Comitato Scientifico del Centro, e dalla Cristina Sabbioni, Direttrice di ricerca al CNR di Bologna. Il Presidente del Centro, Alfonso Andria, esprime soddisfazione per la partecipazione di 25 studenti internazionali, provenienti oltre che dall’Italia, anche da Panama, Armenia, Gran Bretagna, Grecia e Romania, nonché dei docenti, esperti di chiara fama, anch’essi provenienti dall’Italia, dalla Francia, dalla Gran Bretagna e da Taiwan. Il Presidente Andria sottolinea che si tratta del 19° corso della lunga serie iniziata dal Centro dal 1992 e denominata « Scienze e Materiali del Patrimonio Culturale ». In particolare, esso rappresenta il seguito di altri tre corsi sul tema dei rischi a cui il patrimonio culturale è sottoposto a causa del cambiamento climatico globale: il primo organizzato nel 2007 a Ravello, il secondo nel 2009 a Strasburgo ed il terzo sempre a Ravello. Inoltre, sempre nel 2009, è stato organizzato un convegno internazionale a Ravello incentrato sulla stessa tematica, in collaborazione con il Consiglio d’Europa. I partecipanti si possono avvantaggiare anche del volume dal titolo « Climate change and cultural heritage », pubblicato dal Centro, nella propria collana editoriale presso la casa editrice Edipuglia. Il Consiglio d’Europa, anche quest’anno, ha contribuito alla realizzazione del corso attraverso delle borse di studio a copertura delle spese di soggiorno e viaggio degli studenti. Il programma del corso coinvolge innanzitutto i ricercatori che hanno lavorato al progetto di ricerca « Noah’s Ark », finanziato dalla Commissione Europea, ai quali si sono aggiunti specialisti dei materiali (in particolare pietra, calcestruzzo, vetro e vetrate), della climatologia attuale e futura, del clima del passato, dell’oceanografia e dei paesaggi culturali. Particolare attenzione sarà rivolta alle nozioni di vulnerabilità, attenuazione e adattamento del patrimonio culturale al cambiamento climatico.