Conosciamo i Balega (Congo Rd): Il kimbilikiti, 1.Kulinga (3)
L’iniziazione comincia in un luogo appartato del villaggio, preparato dai Bami responsabili: qui, presenti tutti i batende con i loro padrini, si fanno canti e danze, per creare l’atmosfera giusta. Si inizia col kakyanga: si prepara legna, in grande quantità che servirà per il fuoco. I padrini, quindi, introducono erbe, lusashì, nell’acqua e aspergono gli iniziati. Questi vengono poi picchiati senza pietà, “affinchè lascino cadere tutto lo sporco nel villaggio”. Vanno poi tutti insieme a lavarsi nel fiume per purificarsi interamente e cantano (per togliere lo sporco per il Kumbili). Il Kumbili-Kimbilikiti è lo spirito della foresta che presiede l’iniziazione. Colui che lo rappresenta assume il medesimo nome, come l’iniziazione stessa. Gli iniziandi ritornano quindi al villaggio, ma solo nella baraza, dove, a turno, ciascun mutende deve ingiuriare la propria madre davanti agli altri: è il momento dei bitùànyi, gli insulti più sconci. Tali insolenze devono essere sei per ciascuno, riferendosi quasi esclusivamente ai genitali femminili. Questo per mostrare che un uomo maturo non sente vergogna davanti alle donne. Le donne non possono essere presenti (per fortuna!). Di nuovo, poi, sono invitati uomini e donne, le mamme dei batende, le quali danzano e cantano. E lì si misurerà il grado d’amore della madre in base a ciò che offre per il suo ragazzo: pollo o capra che verranno portati dai papà. E’ il turno dei papà di cantare e poi le mamme continuano. Terminati i canti e le danze, le mamme portano pezzi di legna ben anneriti dal fumo e si ritirano, mentre gli uomini che hanno già partecipato al kumbili, consumano un buon pasto insieme agli iniziati. Escono poi dalla baraza per andare a incontrare il mwami designato per il kimbilikiti di quell’anno. Gli iniziandi portano pezzi di legno e cantano. E’ evidente il riferimento alla morte come inizio di una vita nuova: il ragazzo che entra all’iniziazione va a morire come ragazzo per uscirne uomo nuovo, uomo fatto. Arrivano così dal mwami, capo del kumbili, il quale li fa entrare tutti nella baraza, cantando. Di tutto si deve conservare il segreto più assoluto, pena la morte. Coloro che partecipano al kimbilikiti, qualunque sia la loro funzione, non possono per tutto il tempo della durata dell’iniziazione aver rapporti con la moglie. La moglie del mwami ha l’incarico di accendere l’asuhu awali, la grande torcia del kumbili. Veniva introdotta con gli occhi bendati, accendeva il grande musuku del mwami, vi spandeva sopra del “profumo”, la cui funzione era di produrre del fumo, aspergeva quindi con tale fumo il membro del primo mutende che doveva essere circonciso. La donna si ritraeva quindi in casa, e non poteva partecipare al resto della cerimonia, fino alla fine del kimbilikiti. Nel frattempo si cantava. Il musuku del kumbili viene posto in un recipiente di terracotta davanti alla sedia dove ciascun iniziato attende di essere circonciso. A quel punto, arrivano gli ngai, i leopardi, o meglio, uomini camuffati da leopardi che si pongo a lato. Il padrino di ciascun iniziato, aiutato da altri, prende il suo ragazzo dalle braccia sbattendolo con forza a destra e a sinistra, perché sia terrorizzato e perda conoscenza. Tutti gli altri, nel frattempo, vengono custoditi nella baraza, perché non vedano nulla e cantano perché non si senta alcun lamento. Il ragazzo viene quindi portato sull’ashimbi, la sedia della circoncisione, dove è tenuto per le gambe e per il corpo da quegli stessi uomini che cantano…Allora uno degli ngai, scelto in precedenza dal padrino, dietro remunerazione, circoncide il ragazzo con il kyubo,un coltello rustico molto affilato. In seguito il Musimbi, capo del kumbili, prende in mano il musuku e asperge di fumo il membro virile del circonciso per diminuire il dolore e perché il ragazzo acquisti perfetta conoscenza. Non c’è bisogno di dire che il rituale non prevede neppure l’ombra di un’anestesia. Nel frattempo tutti i presenti cantano. Quando il padrino riceve il suo ragazzo circonciso, canta. “Dal momento della circoncisione, il ragazzo è considerato membro ufficiale della tribù, capace ormai di superare qualsiasi difficoltà e di andare incontro a qualsiasi prova”: Gli uomini, infatti, cantano alle loro mogli, al momento di inviare il loro ragazzo nella foresta (che diventerà un uomo). Anche i genitori del mutende non potevano avere rapporti sessuali, pena la lebbra. Sulla circoncisione, come sull’intera esperienza nella foresta, è diffuso ad arte un senso di profondo mistero. Il ragazzo, prima di partecipare all’iniziazione, crede che si tratterà di un’avventura piacevole e che verrà in contatto con i vari spiriti che riempiono l’intera pausa del kimbilikiti. In realtà proverà una grande delusione. Il padrino gli spiegherà tutto il mistero. “Indicando il capo del kimbilikiti dirà all’iniziato: “Questi è il kumbili o kimbilikiti e questo è il bambù con legata una sottile pelle di scorza d’albero per falsare e ingrandire la voce”. Tale strumento viene usato, nella foresta, da sei uomini dislocati in simultanea dallo spirito del kumbili in posti diversi”. Viene poi mostrato il secondo “uomo-spirito”, il shabihanga, che gira continuamente con un pezzo di palo secco, battuto in continuità con un paletto, per fare rumore e spaventare i ragazzi. E’ quindi la volta del terzo “uomo-spirito”, il mukyonyi, che ha il compito di distruggere i banani e altro ovunque passa, così da far credere a coloro che non hanno ancora partecipato al kimbilikiti, e soprattutto alle donne, che ciò sia dovuto al passaggio dello spirito del mukyonyi. Il quarto “uomo-spirito” è il nakindùlu, che fa roteare una foglia di banano: sentendo tale rumore i polli e le galline muoiono. Il quinto è kabile, che per i ragazzi è la “sorella-spirito” del kumbili: con un pezzo di canna kabile, imita la voce di donna per impressionare gli iniziandi. Il sesto “uomo-spirito” è lusinga: si crede sia l’insetto uscito dal cranio, ilumga, e quindi rappresenta lo spirito del mwami, morto di recente. Questi spiegherà ai ragazzi la funzione dei simbi, ovvero, della conchigliette, così da ingenerare nei ragazzi il rispetto più assoluto per i Bami. Sono sei i Bami aventi il compito di indicare la presenza dello spirito kumbili, lo spirito della foresta, lo spirito che presiede all’iniziazione. Questo devono crederlo tutti, questo devono crederlo pure i batende.