Salerno: scrive Fausto Morrone sugli appalti
Ho osservato un lungo periodo di riflessione e di astinenza dalla politica, convinto, come sono, che le pause sono salutari e che smuovono anche nuove energie animate da giusto senso critico. Tempo fa mi ero attribuito, forse con un eccesso di presunzione, la qualifica di difensore civico della nostra comunità. Tuttavia, l’ho portato avanti, con i limiti delle mie possibilità, opponendomi con forza alle tante angherie cui sono sottoposti i cittadini da parte di alcune istituzioni e contrastando pubblicamente le forze del malaffare. In relazione a quanto sta avvenendo nella nostra città e alla deformazione informativa totale dei tratti essenziali della sua amministrazione, voglio, ancora una volta, assumermi la responsabilità di rilevare alcune anomalie paradossali e pericolose. Per molti anni, io insieme ad altri, abbiamo disvelato e denunciato reiterate infiltrazioni di aziende legate alla camorra negli appalti pubblici della città di Salerno. Mai siamo stati smentiti, molte volte alle nostre denunce sono seguite le interdittive antimafia, gli arresti e la sospensione degli appalti. Spesso siamo stati attaccati e derisi perché, a dire di qualche benpensante, eravamo noi a “sporcare l’immagine del territorio”. Mai ho ascoltato una riflessione autocritica o critica, su questa delicata materia, nei confronti dell’amministrazione che governa il Comune da vent’anni. Alla luce della recente e ulteriore interdittiva antimafia che ha colpito alcune imprese che operano nel cantiere di via Leucosia, mi sembra opportuno e mi preme sottolineare ai più distratti la massa rilevantissima di infiltrazioni riscontrata in importanti appalti pubblici in città in questi anni:
- I.N.C.A. [lungoirno] (interdittiva);
- EDREVEA [parcheggio ex cementificio];
- Delfino [palasalerno];
- Campania Appalti [termovalorizzatore] (interdittiva);
- ESA Costruzioni Generali [piazza della Libertà] (interdittiva);
- Cenn e Aequa Mar [barriera marina via Leucosia] (interdittiva);
- Citarella [parcheggi via Camillo Sorgenti];
- Daneco [impianto di compostaggio].
Come si può notare l’elenco delle infiltrazioni è sostanzioso e sistematico e riguarda quasi tutte le grandi opere pubbliche appaltate dal Comune di Salerno. Mi sento di affermare che, quasi certamente, volendo adottare un elementare metodo statistico, essendo state molte di queste infiltrazioni scoperte da pochissime persone prive di mezzi investigativi sofisticati, ma animate solo da grande senso civico, molte altre di minori dimensioni sono passate inosservate. Considerando che tutte le infiltrazioni sono venute alla luce dopo la cantierizzazione dei relativi appalti, se ne ricava che l’economia camorristica ha avuto modo, comunque, di drenare ingenti risorse pubbliche. Se ne ricava, altresì, che si è di fronte a un ente appaltante con una debolezza penetrativa angosciante. La domanda che mi pongo è la seguente: è normale, è logico, è credibile attribuire il tutto alla incapacità di un ente di saper tutelare se stesso e le risorse pubbliche? Se la risposta è sì, almeno si doti questo Comune di un’assistenza tecnica dello Stato che possa prevenire l’alimentazione ulteriore della suddetta lista di infiltrazioni.