L’esame di Bruxelles

Angelo Cennamo

Mentre sto scrivendo queste poche righe, Silvio Berlusconi è appena partito per Bruxelles col suo compitino in tasca. Dovrà dimostrare ai signori dell’Europa che l’Italia si è messa di buzzo buono per ridurre il suo debito pubblico e ridare slancio alla crescita economica. Il presidente del consiglio ha avuto tre giorni di tempo per mettere a punto una road map convincente ed offrire delle garanzie certe per i prossimi impegni che attendono il Paese. Solo poche ore per trovare la quadra con l’alleato Bossi sul tema spinoso delle pensioni di anzianità, che per i leghisti sono un vero tabù, e per individuare altri interventi necessari all’incremento del pil. La ricetta dell’Unione europea la conosciamo bene, è sempre la stessa : innalzamento dell’età pensionabile, liberalizzazioni dei servizi, privatizzazioni, riduzione della spesa pubblica e maggiore flessibilità nel mercato del lavoro. Ce la farà Berlusconi a superare l’esame di Bruxelles e, nel contempo, a vincere le resistenze e le speculazioni dei soliti gufi e delle solite cornacchie, ultimamente galvanizzate pure dallo squallido siparietto del presidente Sarkozy – il quale anzichè piangere per i guai di Parigi riesce a trovare il tempo e l’animo di sfottere i cugini italiani e il loro primo ministro? Quando leggerete quest’articolo la sentenza della Ue vi sarà giunta da qualche ora, e giudicherete voi stessi. Ma, a costo di prendere una cantonata, proverò a sbilanciarmi in una previsione che, a mio modo di vedere, è tutt’altro che complicata. La bozza della lettera di intenti scritta da Berlusconi a quattro mani con il sottosegretario Letta, e chissà da chi altro, è già circolata sui giornali di oggi, e qualcuno deve averla pure apprezzata. Il primo, guarda caso, è Mario Draghi, il quale durante il discorso di congedo dalla Banca d’Italia ha dedicato parole di cauto ottimismo ai temi e alle procedure affrontati in quella sintesi. Il fatto che il nuovo presidente della Bce, nonchè autore di quella famosa missiva “di stimolo” che tanto ha fatto discutere, abbia voluto pronunciarsi in anticipo sul compitino preparato dal premier, la dice lunga sull’esito del verdetto europeo. E allora? Allora niente : vedrete che gli euroburocrati apprezzeranno le misure che il governo italiano annuncerà per l’imminente futuro, e il premier passerà l’esame non senza qualche tirata d’orecchie per una probabile insufficienza in materia di pensioni. La solita solfa, insomma. Del resto a chi giova e, soprattutto, chi è immune da rischi e da possibili fallimenti per poter giudicare così severamente la terza economia europea, la settima al mondo? Ci vuole ben altro che il sarcasmo fuori luogo di Sarkozy per mandare dietro la lavagna una Nazione che, a dispetto del suo debito elevato, può vantare un avanzo primario come pochi al mondo ed un patrimonio culturale ed imprenditoriale superiore alla media. Attenzione, guai a sottovalutare i pericoli della globalizzazione : i ritardi e i fallimenti accumulati da Berlusconi nei suoi anni di governo non vanno dimenticati nè sottovalutati. Così come non vanno taciuti i limiti dei precedenti governi di centro sinistra, incapaci di varare una sola riforma strutturale che potesse dare ossigeno al Paese. Ma per non cadere nella trappola delle bieche strumentalizzazioni dei soliti circuiti mediatici e politici, ossessionati sempre e solo dalla stessa persona, non perdiamo di vista il vero problema della crisi che è la debolezza dell’euro, e non quella dell’economia italiana

12 pensieri su “L’esame di Bruxelles

  1. @Angelo:

    più che altro quello che mi lascia perplesso è il poco tempo che hanno a disposizione per fare qualcosa

  2. La sit com del “miracolo europeo dell’imbonitore”, ovviamente farà la stessa fine di tutti i miracoli visti nell’epopea del superuomo di plastica!
    Sfido Cennamo e tutti coloro che pur di non sentirsi cornuti rispetto alle proprie idee sono capaci fra poco di ricredere nel sistema tolemaico, a ripubblicare questo articolo tra 30 giorni.
    Caro Cennamo, che in buona fede ti presti quale ripetitore mediatico di periferia della sit com, ti sfido: tra 30 giorni!
    Tra 30 giorni!
    Nel frattempo, la sit com vedetevela voi: oggi davvero il mio tempo vale molto di più di questa buffonata.
    (E togliete sta foto di dieci anni fa!) Oggi è solo vecchia plastica, abbastanza orridente!!!

  3. Se quel programma, imposto dalla Ue e tradotto in una “lettera di intenti” dal premier, sarà rispettato o meno dal governo in carica non sono in grado di dirlo. Quello che sono in grado di dire, e in questo sfido io l’amico Smarigli a smentirmi tra 30 giorni o tra un anno, è che la sinistra non ci pensa neppure di votarlo.
    Veda, caro Smarigli, quella road map è molto ambiziosa e necessita di un impegno concreto ( ne siamo convinti tutti), ma da quel vertice il Cav ( dato per morto fino a pochi giorni fa) ne esce rafforzato. Avrà il coraggio, la sinistra, di votare contro il programma voluto dall’Unione europea? Io credo che a Vendola e compagni convenga rimanere fermi un altro giro (all’opposizione). Come farebbero, al governo del Paese, a far passare l’acqua pubblica, la flessibilità nel mercato del lavoro, le dismissioni del patrimonio pubblico, l’innalzamento dell’età pensionabile e la mobilità obbligatoria nel pubblico impiego?
    Caro Smarigli, chi gufava contro il Cav è rimasto spiazzato perchè oggi chi è contro il Cav è anche contro l’Europa.

    Saluti – Angelo Cennamo

  4. @Angelo:

    rispetto tutto quello che dici, ma la frase “Oggi chi è contro il Cav è contro l’Europa” fa i paio con questa dei tedeschi che sperano che il Governo pensi come il Colle: http://www.repubblica.it/politica/2011/10/28/news/governo_tedesco-24026221/?ref=HREA-1 … praticamente chi è contro Napolitano è contro l’Europa… 🙂

    @Smarigli:

    off-topic in merito alla famosa diatriba Salerno-Napoli: che ne pensi di cosa hanno raggiunto questi 19 comuni in un solo anno? http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2011/27-ottobre-2011/rifiuti-19-comuni-vesuviani-virtuosi-1901960429413.shtml

  5. a me questa vicenda porta diritto all’immagine di totò e peppino a milano quando otò detta la famosa lettera a peppino. oggi i protagonisti sono un vecchio premier molto discusso e molto rifatto, e tanti pensano molto fuori di testa, e un vecchio leader molto razzista che è stato colpito da un ictus che ne rende l’immagine tragica e buffa nello stesso tempo, anche se va aggiunto che non gli manca, a bossi, la capacità di avere un’ottima espressività non verbale – per la verità anche con altri tipi di suoni- quando ha da far capire concetti semplici.
    per il resto mi dispiace dell’oltranzismo di angelo, cennamo, che effettivamente è fuori luogo nel senso che vabbè abbiamo capito, noi che ti leggiamo molto volentieri, però la postresti smettere con questo autoperdono che chiosa i tuoi articoli che il centro sinistra per te è peggio del trombatorediminorennidalculoflaccido. il problema semai è che il centro destra senza questa nullità di classe dirigente pare non abbia altro. ecco a me preoccupa la totale mancanza di ricambi e di zolfe. in conclusione se due più due fa quattro allora il vero pericolo per la nazione è questa governo e il suo premier e che dopo di loro non c’è altro dalla tua parte. alla fine quando lascerà, berlusconi, non farà fuoco è fiamme come aveva previsto moretti, no non credo, ma la sua fine sarà ancora peggio perchè lascerà un paese nella più totale antipolitica e nel populismo peggiore, insomma come la strega di biancaneve lascerà una mela avvelenata e solo dopo secoli passerà un principe a toglierci dall’incubo.

  6. Mi rivedo abbastanza nelle parole di Michele Zecca, sperando che non vada a finire come dice lui e che il miracolo dell’umano sentire faccia sì che gli italiani, come nel dopoguerra, spinti da fame e senso dello stato, ricostruiscano uno accanto all’altro un paese devestato metafisicamente, prim’ancora che nella sua materiale regressione.

  7. Non temere : la fine del berlusconismo è vicina. Ma con Berlusconi finirà tutta la sua generazione. Il futuro è dei Renzi e degli Alfano.

  8. @Angelo:

    io spero proprio che Renzi non sia il futuro del PD: mi pare spocchioso e aggressivo, e sinceramente non lo riuscirei a sostenere serenamente.

  9. Come me la riderò quando le aziende licenzieranno dipendenti dell’età e dell’esperienza di Cennamo per prendere ragazzini neolaureati che costano un quarto. Viva il liberismo! Viva la BCE! Viva la società che fa i licenziamenti per fare le assunzioni!!!

  10. Soprattutto, viva il sindacalismo rosso che fa scappare gli imprenditori all’estero!

  11. Sì, sì, finiremo come i cinesi, a lavorare come schiavi!!! BRAVI!!! ALLA BCE HANNO CAPITO CHE PER ESSERE COMPETITIVI CON I CINESI DOBBIAMO PERDERE UNO ALLA VOLTA TUTTI I DIRITTI E TRASFORMARCI A NOSTRA VOLTA IN CINESI!!! LA DEMOCRAZIA E’ MORTA!!! VIVA LA CINA!!!

  12. Non sia così drastrica. Tra la Cina e l’Italia esistono modelli intermedi : gli Usa, ad esempio. Lì non ci sono sindacati e confindustrie che soffocano la libera negoziazione dei diritti e la produttività delle imprese.

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