Massimo Troisi: ‘Oltre il respiro’ la paura della morte
La paura della morte e l’incapacità di allacciare affetti duraturi, dopo il prematuro decesso materno, le due note distintive che in Massimo Troisi, vengon fuori solo con la pubblicazione della sorella Rosaria “Oltre il respiro”. Dall’altra parte della battuta faceta, dell’ ilarità sempre spenta, da un sarcasmo giammai incline alla trasgressione o alla malignità. Un comico triste, senza quella perenne lacrima stampata sul volto del Pierrot in bianco-nero…lui, Massimo, le lacrime le teneva in cuore, anche dietro la spalla degli amici più fedeli, che dal set alla vita d’ogni giorno, gli tenevano dietro per quel suo accattivante modo di gestire l’esistenza. Con semplice immediatezza. Nella consapevolezza che il suo cuore, battesse attimo per attimo la voglia di vivere, allungando i giorni con la fantasia dell’esserci a questo mondo. Senza recriminazioni di sorta né patetiche invettive esistenziali. Tra strie malinconiche, il suo lottare contro la malattia, dagli anni verdi. Fardello dall’adolescenza, senza sconti di sorta. Quelli che intendeva vivere ad ogni costo e che gli facevan prendere sotto gamba le stesse ambasce quotidiane, con sottile ironia, soffocando quell’angoscia, che a volte sembrava strappargli la vita dalla sua voglia di viverla. Controllata, per questo, anche l’emotività: da tenere sempre sotto il cursore d’un’sentimentalismo giammai scompensato! Ma senza rinunciare all’amore, non avrebbe senso la vita senza, nella sua accezione più ampia, come nel suo Postino “…Pablo…Mi sono innamorato…”A giorni, le verità raccontate da Rosaria, corredate da dieci incisioni di Rancho, il 10 novembre per Jacobelli. A trent’anni dall’uscita di ‘Ricomincio da tre’ ed a diciassette dalla sua morte, quel triste 4 giugno 1994, Rosaria sente il bisogno d’affidare particolari e spigolature di un comico che ancora lascia tanto da riflettere nel nostro tempo. Parallelismo con Il Piccolo Principe, che vive attimo per attimo, sapendo che l’esistenza gli sfugge tra le dita tra corde di timidezza e stralci familiari. Lui, Massimo, ragazzo apparentemente scanzonato, intriso di quella scoppiettante anima partenopea, nato a San Giorgio a Cremano, il 19 febbraio 1953, legatissimo alla madre, morta quando era ragazzo ed al nonno Pasquale, tenacemente abbarbicato al set. La sua voglia di non mollare: “Il Postino”, fino all’ultimo singhiozzo del cuore, spentosi dopo le riprese, prima di poterne godere il successo!