Fisciano: Carpineto, veglia per i defunti, nel solco della tradizione
La famosa Livella di Totò, occasione per interrogarsi sul senso dell’esistenza e sui parametri umani, che spesso sfuggono nella tiritera quotidiana. Poi accade, che ci si fermi per riflettere, pensare, guardando senza orpelli quella che Leopardi addita “tomba ignuda!” In occasione della Festività d’Ognissanti, inevitabile il ricordo ai defunti il giorno seguente. Quest’ultimi, commemorati dalla Chiesa cattolica, ma mai assurti a festa civile. La corsa ai cimiteri, all’acquisto di fiori, lumini, tra orazioni e requiem eterni…Un andirivieni, verso le sepolture, come se i defunti dovesser esser ricordati solo il 2 novembre! Alleggeriti i fiorai, che tirano un sospiro di sollievo, non solo per la pressante richiesta di crisantemi. Un po’ in tutt’Europa, tale circostanza viene vissuta come giorno di lutto: dall’addobbo di altari, dedicati agli estinti, alle leccornie sicule, in ricordo dei trapassati, tra le catacombe dei Cappuccini, fuori Porta Nuova. Un’intima comunione, vivi defunti, che già Foscolo ricordava in quella “corrispondenza d’amorosi sensi”, spinge tanti a ritrovarsi in preghiera. Infatti, al di là della corsa all’acquisto degli addobbi floreali, la giornata intende porre omaggio al suffragio delle anime, sia nella beatitudine eterna, sia ancora purganti colpe terrene. Così il catechismo della Chiesa cattolica, nel polarizzare l’attenzione sul mondo ultraterreno e nel considerare l’anima, nel post mortem. Di qui, anticamente, il novenario, che in certe liturgie, rimandava l’odore dell’incenso, al chiarore delle candele all’altare. Tanto sembra essersi smarrito nell’era contemporanea: anche la voglia di pregare, inginocchiati e la capacità di ricreare lo spirito, per rinsaldare quella comunione d’anime, che anche la Chiesa orientale, tramanda. Ma, fortunatamente alcune oasi di spiritualità, ancora sussistono. Al Santuario di San Michele in Carpineto di Fisciano, un folto gruppo di persone, grazie alla capacità trascinatrice del giovane rettore Padre Luigi Aversa, si ritrova intorno all’Eucarestia nelle Festività. Intento all’ascolto della Parola di Dio. Il Santuario, dalla sua riapertura al culto nel maggio scorso, non cessa comunque d’accogliere numerosi pellegrini, che si recano a porgere le proprie suppliche all’Arcangelo Michele, nella suggestiva Grotta annessa alla Chiesa. Al termine dell’Eucarestia festiva, ieri sera don Luigi ha animato una veglia di preghiera, tra numerosi astanti. In profondo raccoglimento spirituale, dinanzi al’ostensorio col Santissimo, in profondo silenzio, l’accensione suggestiva anche dei lumini, poi depositati all’altare dell’Arcangelo, prima d’esser portati al cimitero dai propri cari. Al termine, come sempre, il prodigo sorriso di don Luigi, fin sulla soglia, augurante sereno rientro alle proprie dimore, nella pace spirituale!