Conosciamo i Balega (Congo Rd): un uomo e il viaggio con la croce

Padre Oliviero Ferro

Un giorno arriva nel grande villaggio di Kakemenge un uomo di mezza età. Si interessa subito ai giovani, ma non disdegna neppure gli altri. Dopo un po’ di animazione, espone il suo piano:”E’ un lavoro nuovo che vi propongo, riceverete un salario cento volte superiore a tutti i salari che vi possono dare gli altri e in fondo al viaggio riceverete un premio che vi meraviglierà moltissimo”. Un mucchio di gente, per lo più senza lavoro retribuito, vuol tentare l’avventura. A tutti chiede un machete. Vadano poi tutti nella foresta e taglino una pianta di cinque metri  e una di tre metri, proporzionata alle forze di ciascuno. Arrivati di nuovo tutti davanti a lui, dice a ciascuno che leghi i due pezzi a forma di croce. Terminato tale lavoro, dice alla moltitudine che lo ascolta:”Ora io parto, poi scomparirò davanti a voi, a voi di seguire la strada tracciata da me fino in fondo. Alla fine del viaggio io sarò là ad attendervi. Durante il viaggio avrete le difficoltà della vita, ma non vi mancherà nulla. L’importante è che teniate duro fino alla fine”. Tutti si gettano con entusiasmo in quell’avventura perché quell’uomo ha l’idea di uno buono, onesto e potente. L’uomo parte e quelli dietro. Dopo neppure un giorno, lui va avanti troppo in fretta e scompare davanti ai loro occhi. I viaggiatori continuano. Non possono sbagliare strada, se hanno l’intenzione di seguire la guida. Passa un giorno, passa una settimana, tutti, pur faticando, continuano il viaggio. Dopo tre settimane, alcuni disfattisti iniziano la loro opera di demolizione, con obiezioni su obiezioni:”Chissà poi se tutto sarà vero?” dice uno “A me quell’uomo sembrava aver l’aria di prenderci in giro” dice un altro. Parecchi dicono la loro. Questi decidono:”E’ una pazzia continuare il viaggio, già le spalle sanguinano. Quello ci vuole fare fuori tutti”. Buttano via i due pali a forma di croce e se ne tornano indietro. Molti però non prestano ascolto e continuano nel loro impegno. Dopo altri giorni di faticoso cammino, alcuni, pur ben intenzionati a continuare il viaggio, propongono:”In fondo a lui interessa la forma di croce, che sia poi di cinque metri e di tre è secondario”. E per primi riducono la loro croce al minimo. Se la mettono sulle spalle ed è veramente un gioco. Altri però tengono fede alle parole pronunciate da quell’uomo e, pur maciullati dal peso e dalla fatica, continuano pian piano il loro cammino. Dopo lunghissimi giorni, arrivano alla meta. Spalancano gli occhi a una visione meravigliosa: oltre un profondissimo e un largo fossato, c’è una bellissima festa, s’intravvedono immense tavole piene di ogni ben di Dio, una musica celestiale li trascende e tutti sono immensamente felici. Vedono quell’uomo che si avanza e, col più largo e affettuoso sorriso, accoglie quanti hanno seguito alla perfezione le sue parole, dopo che ciascuno è passato sopra la sua croce distesa sul fossato. E gli altri con la croce ridotta? Sono là ancora che aspettano.