Salerno: CISL FP situazione buoni pasto Asl

Sono pervenute numerose rimostranze sulla mancata corresponsione del buono pasto in riscossione nella seconda decade di ottobre u.s., anche perché è difficile spiegare che l’azienda da una parte sta uscendo fuori dal debito e dall’altra nega i diritti ai lavoratori. Sembra che la mancata corresponsione del beneficio sia da attribuire ad un braccio di ferro tra il Commissario Bortoletti, per “lesa maestà”, e la società REPAS che, per mancata emissione di mandati a saldo di forniture pregresse afferenti l’ambito ex Salerno 3, sia stata costretta ad attivare decreti ingiuntivi per vedersi saldare il proprio debito. Non volendo sottolineare che nonostante le autocelebrazioni commissariali su pareggi di bilancio e rientro dal debito, di fatto si assiste nuovamente alla mancata attenzione nei confronti degli operatori in spregio ai loro diritti fondamentali, appare evidente la necessità di stigmatizzare nuovamente che, a distanza di due anni e mezzo, dei quali circa 8 mesi sono stati impreziositi dal commissariamento attuale, ancora si prosegue per una così routinaria operazione amministrativo-contabile a mantenere tre diversi procedimenti per le tre ASL confluite nella ASL Salerno “unica”. Questo provvedimento sta a dimostrare che nel mentre si sospende il buono pasto per tutti i lavoratori dell’Azienda facendo finta di essere un unico ente, si continua a mantenere in essere difformità giuridiche ed economiche su tutta l’azienda unica. Ed è questo l’errore più grande dell’attuale commissario. Pensare di poter avere la credibilità del sindacato mantenendo l’ASL ancora frammentata in tre vecchie logiche e amministrazioni obsolete che ne hanno decretato lo sfascio e non mostrare il coraggio del risanamento, che d’altra parte è mancato anche ai due commissari che lo hanno preceduto, continuando a penalizzare i lavoratori dell’Azienda che pure ogni giorno, con spirito di appartenenza e abnegazione, garantiscono i servizi. Ma come può un commissario che non è ancora riuscito a rispettare il primo impegno del suo mandato, ovvero di fare di tre aziende un’unica ASL, uniformando scelte e controllo su tutto il territorio di competenza, poter ricevere ancora credito politico e gestionale, anche in una visione di proiezione verso il progetto di razionalizzazione e riorganizzazione di cui per fortuna ha umanamente dichiarato i suoi limiti. Per l’ennesima volta restiamo in attesa di risposte, possibilmente di facile comprensione, perché al sindacato e ai lavoratori ben poco è dato di comprendere degli inesauribili, ineccepibili e incomprensibili conti che con tanta cura continua a propinare, mentre è dato di comprendere benissimo il semplice binomio lavoro-compenso, possibilmente uguale ed uniforme su una stessa filiera produttrice di servizi alla persona. Bisogna avere il coraggio del confronto in azienda su tali problematiche ed evitare autocelebrazioni presso altre istituzioni di cui si cerca la tutela, le quali, purtroppo stanno dimostrando, senza possibilità di smentita, di nascondersi dalla concretezza della realtà attuale che vivono utenti e lavoratori, per inseguire un improbabile consenso fatto di dichiarazioni e di sostegno a manifesta autoreferenzialità. Alla fine si faranno i conti veri della gestione attuale, così come diceva un celebre blasonato filosofo “è la somma che fa il totale”.(Pietro Antonacchio)