Conosciamo i Balega (Congo Rd): il principe sposa la figlia del re cattivo

Padre Oliviero Ferro

C’era in quella regione della terra un re molto cattivo di nome Mbaya ed era il terrore di tutti i cittadini. Perfino la moglie e l’unica figlia vivevano come delle schiave e nell’angoscia nel palazzo del re. Il figlio di un altro re, di nome Kena, che abitava in un’altra regione molto lontana, si diede come scopo della sua vita di liberare quella figlia del re cattivo facendola sua sposa. Il re Kena si presentò al suo collega con una ricchissima dote, in modo che il re cattivo non potesse portare nessuna obiezione. Mentre i due re tenevano consiglio, i due rispettivi figli si trovarono per una reciproca conoscenza. Fu tutta una meraviglia ascoltare, dalla bocca della figlia del re Mbaya, quanto avveniva nel territorio dominato dal padre: la prigione era piena all’inverosimile di brava gente che aveva avuto il solo torto di manifestare del disappunto contro la condotta del re; e tutti erano condannati a morte. Le esecuzioni si facevano ogni giorno nel numero di cinque o dieci. La gente poi viveva miseramente, poiché tutti i raccolti, come tutto quanto guadagnava, era a beneficio del re e dei pochi che condividevano la sua cattiveria. I due che colloquiavano in piena sincerità si proposero, una volta sposi, di liberare quella gente, una volta per sempre. Fissata la data delle nozze, queste si celebrarono nella cappella del nuovo palazzo degli sposi e i due ebbero come dono dei due re, un territorio, il loro regno e un popolo, il loro popolo. Il nuovo re si propose di formare il suo esercito col solo scopo di liberare quei disgraziati, vittime della malvagità del re Mbaya. Dopo due anni, aiutato anche dal padre, il nuovo re partì per la liberazione di quei disgraziati. Soprattutto la sorpresa giocò a suo favore e in capo a tre giorni di combattimento, liberò tutti quei perseguitati e li condusse tutti nel suo regno, affinchè potessero vivere in piena pace. Il re Mbaya cercò, in tutti i modi, d’insidiare la vita serena di quel nuovo regno, inviando stregoni della peggior specie, ogni sorta di criminali, di ladri, di pervertiti, per provocare, tentare e formare degli adepti, ma la vigilanza era tale che venivano subito scoperti e imprigionati per un cambiamento totale. Coloro che non si adattavano alla nuova vita, restavano rinchiusi fino all’ultimo giorno della loro esistenza. D’altra parte, tutti i perseguitati ebbero un posto sicuro dove rifugiarsi per una vera giustizia per tutti.