Salerno: Celano “Nuovo brand cancella storia e valori della città”

Il risultato, a mio avviso, poco gradevole, per non dire sconcertante, del lavoro di Vignelli dimostra che per realizzare il brand di una città non è sufficiente essere tra i migliori designer del mondo. E’ necessario, invece, amare la città, conoscerne la storia, condividere i sentimenti di una comunità. Altrimenti si corre il rischio di “disegnare” per Salerno un brand molto simile allo stemma del Napoli e…tutto alla modica cifra di 200.000 euro (comprensivi di comunicazione, accoglienza ed esaltazione del primo cittadino). Si sarebbe dovuto, tutt’al più, procedere ad un concorso di idee tra grafici salernitani. Così, del resto, aveva proceduto a fare la stessa amministrazione comunale, che avrebbe anche aggiudicato la gara, scegliendo – come da notizie divulgate dagli organi di stampa – il giovane il giovane Marco De Sangro. Sarebbe anche il caso, dunque, di mostrare alla città il logo disegnato dal vincitore del concorso, atteso che sembrerebbe che dal sito del Comune siano scomparse tutte le informazioni relative all’aggiudicazione della gara ed ai susseguenti atti. Di tutto ciò chiederemo all’amministrazione comunale di fare chiarezza, attraverso un’interrogazione consiliare e compulsando la commissione trasparenza. Acquistare un brand al “buio” da un noto designer senza affidamento diretto e senza averlo mai visto né confrontato con altri equivale, del resto, all’acquisto da parte di una donna di un abito di Gucci o di Armani senza averlo mai visto né indossato! E’ un atto di un provincialismo becero e vergognoso, che dimostra come si possano anteporre da parte del Sindaco l’interesse personale, la promozione e l’esaltazione del proprio ruolo, all’interesse ed alla storia della città. Questo brand è privo di elementi caratterizzanti, cancella la storia ed i valori di Salerno. Dopo aver scambiato l’ippocampo con un ciuccio ed aver ritenuto indifferente il colore delle maglie della squadra di calcio cittadina, la vanità del Sindaco arriva perfino a cancellare la nostra identità dal simbolo della Città.