Regione: Pica, piano rifiuti, subemendamento mozione d’ indirizzo alla Giunta

“Per le Aree Parchi Nazionali comprese le aree contigue definite dai Piani dei Parchi, può essere concessa autonomia di programmazione e di gestione per la raccolta e smaltimento dei rifiuti prodotti nell’area stessa”. E’ questo il testo del subemendamento presentato dal Consigliere Pica ieri.  Un’indicazione importante a difesa dei territori delle aree protette, qual’è il Cilento, il Vallo di Diano e gli Alburni, che non possono, a fronte di una serie di vincoli di tipo pianificatorio, pagare anche le conseguenze di scelte che spesso non sono condivise dagli stessi territori. “Una scelta saggia ed opportuna da parte dei colleghi Consiglieri che hanno compreso la bontà e la necessità del subemendamento presentato dal sottoscritto e condiviso dai colleghi Valiante e Casillo, trasformato in mozione di indirizzo alla Giunta regionale dal Consiglio – ha affermato Pica. – Pur rimarcandone la necessità e l’urgenza, proprio per la sua importanza strategica, in previsione della più complessiva normativa di riordino del settore, si evidenziano nel Piano alcune criticità sostanziali” ha continuato Pica. “Tali criticità sono direttamente correlate alla cosi detta “gerarchia europea dei rifiuti” e conseguentemente: alla sostanziale mancata assimilazione nel testo proposto di stime realistiche relative alla riduzione della produzione a monte dei rifiuti: il piano ipotizza una riduzione del 3% in 3 anni. Dato che andrebbe senz’altro rivisto e, considerando il porta a porta, la diminuzione della popolazione campana e la contrazione dello sviluppo economico, potrebbe realisticamente giungere fino al 10%.  Alla sostanziale mancata assimilazione nel testo proposto delle previsioni normative europee e nazionali, legate allo sviluppo della raccolta differenziata tale da determinare una percentuale non inferiore al 65% del Rifiuto Differenziato, (direttiva 98/2008/Ce; D.Lgs 205/2010) – continua ancora Pica – la percentuale della raccolta differenziata al 65% è già stata individuata in molti Piani provinciali e viene correttamente perseguita già in molti comuni della Regione. Questi elementi determinano un sovradimensionamento delle stime realizzate circa la quantità di rifiuti da destinare a discarica o a termovalorizzazione e risultano determinanti nella scelta dello scenario individuato, ossia il 50% di raccolta differenziata, Rifiuto Urbano Residuale – tal quale da destinare ad incenerimento. Questi i motivi che non hanno consentito che il nostro gruppo votasse il Piano, ieri in aula” conclude Pica.