Figli di un dio minore

Angelo Cennamo

Fa molto discutere la protesta che gli autostrasportatori stanno attuando da qualche giorno sulle autostrade di mezza Italia, per i gravi disagi procurati alla libera circolazione delle merci, benzina compresa. La protesta, come è noto, ha origine dall’aumento del prezzo del gasolio che, sommato all’incremento di altri costi e all’inasprimento del carico fiscale, sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di una categoria di lavoratori troppo spesso esclusa dalla considerazione dei politici e del mondo sindacale. I cosiddetti padroncini sono quei lavoratori autonomi che provvedono al trasporto delle merci con mezzi propri, accollandosi ogni costo di gestione e di manutenzione del veicolo, oltre ai rischi legati alla regolarità della consegna, riguardo ai tempi e alle modalità. Con il gasolio che sfiora il prezzo di due euro, gli aumenti delle coperture assicurative e della tassa sul bollo, il mestiere dell’autotrasportatore rischia di perdere ogni convenienza. E chi lo pratica di finire disoccupato, oltre che indebitato per il resto della propria vita. E così, se da un lato la virulenza con la quale gli autisti dei tir che hanno occupato strade e svincoli, talvolta anche con metodi alquanto discutibili ( ad Asti ci è scappato un morto), è stata da più parti giustamente stigmatizzata. D’altro canto, non va neppure sottovalutata la disperazione con la quale migliaia di lavoratori, in un periodo di crisi così acuta, difendono la loro professione, nel totale abbandono, e senza alcuna tutela o ammortizzatore sociale. E’ singolare che la protesta degli autotrasportatori sia capitata proprio nei giorni in cui i vertici del sindacato si sono seduti al tavolo del ministro Fornero, per discutere di flessibilità e di art. 18. E vedere la triplice di Camusso, Bonanni e Angeletti prodigarsi e impuntarsi per tutelare i diritti di migliaia di operai, pur sempre collocati e contrattualizzati dalle loro aziende, ma non spendere neppure una parola per quelli di altri lavoratori, macchiati e marchiati dall’infamia di aver preso la partita iva. Cosicchè, se il blocco delle fabbriche e dei carrelli di produzione vengono giudicati legittime forme di protesta, non altrettanto lo sono i blocchi stradali degli autisti in proprio, colpevoli forse di non aver scelto il mestiere della subordinazione come i loro colleghi della Fiat. Sono figli di un Dio minore, teppisti da precettare, esattamente come i tassisti, anche loro condannati al silenzio per aver scelto la precarietà come mestiere.

2 pensieri su “Figli di un dio minore

  1. @Angelo:

    aggiungerei i pescatori alle categorie citate. E va anche detto che tutto questo colpisce anche chi a queste categorie non appartiene, con aumenti di prezzi ulteriori, per esempio sui beni alimentari (di cui molti supermercati stanno rimanendo sprovvisti): non so come la mia abituale “spesetta” da 100 Euro, l’altro ieri è lievitata a 135…

    Non credo che possa esistere un sindacato per queste partite IVA, nel senso che queste sono a tutti gli effetti piccole aziende, quindi dovrebbero farsi tutelare da associazioni -se esistono- che operano nel mondo aziendale.

  2. non credo proprio che i lavoratori a partita iva che tu citi siano figli di un dio minore. ed è sicuramente falso che non stiano a cuore dei sindacati o dei politici. è una questione di quantità. ma di tutte le categorie sia padroncini, che i tassiti o i benzinai hanno sempre avuto modo di far sentire la loro voce e molto spesso, sempre con i governi di destra, sono stati ascoltati tantissimo. e lo sciopero della fabbrica, lo sai anche tu, che è cosa diversa dal bloccare stazioni, strade ed autostrade. caro angelo il nostro carissimo monti (che a detta del vernacoliere, a differenza del “rattuso falotico” che preferiva la topa, preferisce il culo… il nostro)ha dato randellate ai lavoratori che tu, nella tua miopia, consideri avvantaggiati e tutelati. al momento ancora non sappiamo come andrà a finire per questa minoranza si di partite iva ma tutelatissima, fino ad oggi, da una classe politica molto ricattabile e sensibile allabottega.
    vorrei farti considerare anche l’evidenza che i giornali, e anche tu con questo articolo, tendono sempre a far vedere lo spettacolo.

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