Guantanamo e la nozione di etica: figure a confronto

 Salvatore Ganci

In questi giorni mi è capitata spesso una riflessione su alcune venerande figure che hanno attraversato il corso dell’umanità: Uomini di Scienza, Uomini maestri di Etica, Filosofi che hanno contribuito a foggiare in senso “moderno” (in un senso non facile da definire ma che si intuisce facilmente) la forma attuale della nostra civiltà. Mentre ero immerso nei miei pensieri scivola distrattamente sul video la notizia della partecipazione attiva di due psicologi americani allo sviluppo della tecnica di tortura di annegamento simulato. Quello che ho provato non avrà probabilmente pregio perché sensazione del tutto personale, ma che la peggiore attuazione del “male” (la tortura) potesse avere uno studio sistematico, sicuramente finanziato (direttamente o indirettamente) dal governo statunitense, è stato un punto fermo nelle poche certezze che la vita offre. Mi piacerebbe conoscere (e mandare a futura memoria) il nome di questi due “studiosi” (mi sono sfuggiti mentre ero “concentrato” sulla portata di tale notizia?) e, magari, dare un’occhiata all’Abstract del loro possibile contributo, … magari pubblicato su qualche prestigiosa Rivista del Settore.Michael Faraday (da ragazzo analfabeta autodidatta a Uomo la cui opera monumentale  fu sintetizzata da J, C. Maxwell) rifiutò per due volte la Presidenza della Royal Society e rifiutò con maggiore decisione di “studiare” come produrre armi chimiche da usarsi nella guerra di Crimea).Pensando a queste  figure a confronto si possono facilmente intravedere gli ingressi delle porte dell’inferno e del paradiso.