Tramonti: Campinola, rinascita dell’organo

Non è il più grande, non è il più “sonoro”, ma sicuramente è l’organo a canne funzionante più antico della Costa d’Amalfi e uno dei più antichi della Campania quello della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Campinola di Tramonti di cui si sta ultimando il restauro. La sua identità è certificata dal documento notarile conservato all’Archivio di Stato di Salerno che data al 15 febbraio 1709 l’accordo formale redatto dal notaio Luigi De Vivo fra l’organaro napoletano Carlo Rossi con Giacinto Ferro e Gio Battista Vicedomini delegati della Confraternita di San Nicola. Lo stesso atto riporta una meticolosa descrizione delle dimensioni, delle essenze di legno da usare, delle leghe per le canne, la disposizione fonica, le dimensioni e le decorazioni della cassa lignea, le modalità di pagamento e altri particolari. In base a queste indicazioni, sette mesi fa l’organo è stato preso in cura dai fratelli Giorgio e Cristian Carrara di Rumo in Val di Non nel Trentino ed ora è tornato a Campinola per riprendere il suo posto e le sue funzioni al servizio e al godimento della collettività. E’ proprio ai primi di giugno del 1729 che l’organo fu collocato sull’ampia cantoria, dove è rimasto per tutto questo tempo, subendo però alcuni interventi di “riqualificazione”, come si dice oggi: sicuramente nel 1859 ad opera dell’organaro Filippo Ragona, nel 1886 con Giuseppe Picardi, nel 1937 (quando l’allora parroco don Carlo Pasquali scriveva …”l’organo minaccia di non suonare più”) e nel 1956 per mano dell’organaro cavese Francesco Venditti. Interventi che non sono stati completamente rispettosi della conservazione delle caratteristiche originarie dello strumento, anzi stravolgendone spesso il carattere e la consistenza. Anche le decorazioni pittoriche delle parti lignee della casa e della cantoria sono state manomesse ai primi del 1900 con una sovrapposizione molto pesante e grossolana. Adesso l’organo è tornato alle caratteristiche originali con il restauro di gran parte delle canne in metallo e legno e il ripristino di due intere file di canne incautamente asportate, il rifacimento del somiere, dei pomelli dei nove registri, della meccanica e dei mantici a corde. Unico inserimento, ma reversibile, è una pedaliera a leggìo di otto note e un elettroventilatore. E’ stato accordato con temperamento inequabile per renderlo più adeguato all’accompagnamento liturgico quotidiano. La restauratrice umbro-avellinese Quirina Martone sta restauraando anche i fregi dorati e la decorazione pittorica riportandola a quella originaria, rilevando un raffinato fondo grigio cielo ed eleganti disegni floreali, identici a quelli della cantoria dove nella parte centrale campeggia uno splendido medaglione in oro con gli attributi propri di San Nicola. La cantoria e la scala di accesso sono state rinforzate a cura di Silvio Amato con varie collaborazioni di volontari. L’inaugurazione ufficiale è stata fissata per la sera di sabato 4 agosto con la partecipazione dell’organista italo australiano Sergio De Pieri con un programma che esalterà tutte le caratteristiche peculiari dell’antico strumento. Ma ci saranno anche una pre inaugurazione, una serie di incontri con i giovani che già operano nell’accompagnamento liturgico nelle parrocchie di Tramonti e poi un ambizioso calendario di concerti con organisti o differenti formazioni della Costa d’Amalfi e della Campania con alcune partecipazioni di levatura internazionale. Sarà pubblicato anche un cd con tutte le fasi del restauro. L’intento è di costituire a Campinola, proprio con questo antico e pregevole organo, un punto di riferimento e attrazione per quanti fanno musica o la amano. Protagonisti di questa rinascita sono i restauratori, Giancarlo De Marco che ha redatto il progetto, le gerarchie della Diocesi di Amalfi e Cava de’ Tirreni, ma soprattutto Don Arulappan Jayaraj (per i parrocchiani e gli amici, più semplicemente Padre Giovanni) e tutta la comunità Campinolese, vicina e lontana, che con esemplare slancio e generosità sta sostenendo questo e altri interventi per il recupero della memoria storica e culturale, per appropriarsi dei valori più autentici e tramandarli alle future generazioni. Le melodie che questo antico organo saprà donare saranno una maggiore esaltazione delle celebrazioni e un giusto riconoscimento a tutti gli sforzi e al desiderio di elevazione spirituale e crescita sociale e culturale del territorio.