Vallo di Diano: Codacons, testimoni di un rogo in pianura, mentre altri devastavano i monti

Un rogo divampa poco prima del ponte omonimo, incendiando immondizia sparsa al suolo, sterpaglie alte quanto un casolare di campagna che diventa, esso stesso, cenere. I pali del telefono sono bruciati alla base e pericolanti. Per effetto di una giusta ordinanza che viene dal Comune, si chiude lo stesso tratto di strada altre volte interdetto al traffico per i continui allagamenti dovuti alle sponde del Tanagro rotte durante l’alluvione del novembre 2010 e riparate, solo a seguito di una nostra circostanziata denuncia, nell’aprile del 2011. L’archiviazione del caso ci è pervenuta a metà dello scorso mese. Era stata necessaria la nostra denuncia – tuttavia – per far cessare il rimpallo delle responsabilità. I rappresentanti di due enti, chiamati a testimoniare, si dicevano estranei da ogni colpa. E faremmo tutti lo stesso, si immagina. Le forze dell’ordine delegate all’indagine parlavano di cause naturali avverse (d’accordo per quanto concerne la rottura degli argini, di meno per quanto concerne il ritardo nei lavori).  Il caso si chiudeva. Un altro se ne apre oggi. Non più acqua, ma fuoco. Come per onorare la memoria del lavoro di Anassimandro, i quattro elementi (acqua, aria, terra, fuoco) sono oggetto di venerazione a Sant’Agata. Mentre tutto intorno i monti del Vallo di Diano vengono presi d’assalto dalle fiamme e la stampa locale si interessa dei roghi più gravi, l’usuale distrazione nei confronti di questi abitanti diventa ancora più allarmante. La dura vita dei campi e la dignità che contraddistingue queste persone ha fatto richiedere – durante il periodo di allagamenti del 2011 – un intervento a sostegno di un gruppo di volontari che gli stessi coltivatori diretti erano pronti a organizzare. Poco dopo la fine dei lavori, la loro voce si è fatta sentire di nuovo, per mezzo di un Comitato appositamente costituito per superare il grave stato di rischio a cui decine di famiglie erano continuamente sottoposte a ogni giornata di pioggia (in genere nei mesi invernali piove, infatti!). Avevano allertato il comune di Sala Consilina e il Consorzio di Bonifica perché venisse tenuto pulito tutto quel bellissimo intreccio di canali per due motivi. Il primo era per poter irrorare con acqua pluviale, d’estate, i loro preziosi e umili terreni. Il secondo, per prevenire gli incendi estivi. E puntuale, l’elemento fuoco di Anassimandro, forse mosso dall’Odio (una delle due forze che compongono la realtà immanente e che si oppone all’Amore), ha preso a distruggere campi e fienili, bruciando, ai margini delle strade che ospitano sterpaglie altissime, cumuli di immondizia. Ci dispiace che nessuno era presente sul posto, tranne un giovane volonteroso reporter di Ondanews. Aspettiamo con ansia la pubblicazione di un nutrito servizio fotografico dello stesso, per non dimenticare i nostri eroi moderni e per onorare il loro prezioso e umile lavoro nei campi. Agli altri operatori dell’informazione chiediamo più attenzione a questi casi, solo all’apparenza “minori”.

Il responsabile della sede

Roberto  De Luca