Crisi mondiale dell’acqua grave problema per il futuro

 Giuseppe Lembo

L’uomo del nostro tempo, purtroppo, è sempre meno saggio; con assoluta indifferenza e superficialità usa ed abusa delle risorse per la vita, con consumi in eccesso nel mondo del benessere per effetto di una idiota convinzione che si tratti di risorse inesauribili, per cui si possono consumare a proprio piacimento e senza limiti. Ma così non è; tante risorse usate ed abusate dalla civiltà del benessere, sono risorse a termine e sempre più esauribili. Tale è l’acqua, la grande pregiata e vitale risorsa, cantata da San Francesco con assoluto riverenziale rispetto, come “sorella acqua”. Oggi l’uomo, con indifferenza per chi ce l’ha, ne abusa rendendola un bene sempre più proibito per chi non ne ha; tanto con gravi danni per la vita di tutti; l’uomo della Terra, purtroppo, non sa capire quanto sia importante usare la risorsa acqua evitandone gli sprechi dovuti alla crescita di consumi a livelli sempre più insostenibili. L’acqua è un bene primario per l’uomo e per la vita dell’uomo sulla Terra; purtroppo, non sono in tanti a capirlo ed a comportarsi di conseguenza. L’acqua è un bene a rischio, sia per gli sprechi che ne fa la civiltà del benessere, sia anche per i cambiamenti climatici che interessano i fenomeni naturali, spesso modificati nel proprio corso, per errati comportamenti umani. La crisi strisciante dell’acqua è uno dei più gravi problemi del Pianeta; un problema che, si  carica sempre più di errori e di una invadenza umana che produce inquinamento dovuto, tra l’altro, anche ai forti mutamenti climatici. L’uomo, soprattutto quello del mondo del benessere e degli sprechi, non si accorge di quanta e quale gravità per il futuro siano i problemi assolutamente vitali, quali l’acqua, il clima, il pane della vita, tutti interagenti tra di loro. Un campanello d’allarme è dato dalla siccità che, oltre a lasciare i rubinetti a secco, fa crollare le produzioni agricole e sopratutto le produzioni cerealicole di cui l’America, al pari dell’Arabia Saudita per il petrolio, detiene il primato mondiale. Le prime gravi conseguenze sono dovute all’aumento dei prezzi che contribuiscono ad affamare ulteriormente chi già è affamato e da poveri del mondo non possono far fronte ai prezzi in crescita soprattutto per acquistare il pane della sopravvivenza. La siccità, quando colpisce, si ritorce sul mondo con una grave crisi alimentare che affama chi ha già fame. Le zone più a rischio sono le zone degli ultimi della Terra, le tante aree del Pianeta in cui la povertà è una condizione diffusa e conclamata in modo permanente; tali sono le aree del mondo dall’Africa al Medio Oriente, al subcontinente asiatico (India, Pakistan, Bangladesh, Indocina). Qui già si muore di fame; la siccità ne fa crescere la morte per fame, perché fa diminuire la possibilità di accesso al cibo. Queste realtà umane fortemente sovrappopolate, sono le prime a subire i gravi danni dei cambiamenti climatici che riducono la portata delle precipitazioni e la disponibilità di acqua per tutti i possibili bisogni umani. Il problema è grave e non più rinviabile. È grave quanto ed anche più dell’attuale crisi monetaria dell’Occidente la cui economia violentemente speculativa ne sta provocando la dissoluzione. L’acqua con il clima, per tutta l’umanità è un argomento di primo piano; è un argomento che richiede con urgenza un forte impegno planetario da parte di tutti e soprattutto di chi responsabilmente e senza perdere altro tempo, deve urgentemente decidere per il bene dell’umanità, per il diritto alla vita dell’uomo presente e futuro, evitando il perpetuarsi infame e disumano di un olocausto senza fine di tanti della Terra che non hanno diritto a niente, vita compresa, perché così vogliono i potenti, così vuole quella società dei privilegi tutti per sé e che si rifiuta di accorgersi di chi le muore a fianco per mancanza di cibo. Siamo ormai e più che mai alla società della disumanità che non considera la vita un dono ed un diritto da garantire a tutti. Purtroppo così non è soprattutto oggi che a dominare sono gli egoismi di chi ubriaco di consumismo e di piaceri dello spreco, ha dimenticato di esistere in quanto essere, in quanto portatore di valori, di etica condivisa e di umanità profonda. Tutto questo, come la neve di agosto si è sciolto, lasciando il mondo sull’orlo di un inevitabile precipizio. Senza essere falsamente portatore di valori religiosi, a cui si crede sempre meno, anche un buon laico deve pensare a vivere considerando la sacralità della vita di tutti e per tutti, contribuendo con il proprio fare, ad un cammino umano dove il diritto alla vita è un diritto di tutti nessuno escluso. L’attuale malessere economico dell’Occidente area fortemente contaminata dal consumismo sprecone, ci deve portare a riflettere ed a cambiare nei comportamenti; niente dell’uomo sulla Terra è eterno; tutto può subire la ciclicità dei corsi e ricorsi storici, per cui anche privilegi considerati intoccabili, prima o poi possono entrare in crisi ed essere cancellati. Questo oltre a doverci fare riflettere, ci deve portare a comportamenti più virtuosi. Prima di tutto è necessario crescere come uomini della Terra; è necessario avere la capacità di autonome e sagge decisioni, tali da agire non danneggiando gli altri, non facendo male con i propri comportamenti egoistici a chi, essendo uomo ha gli stessi diritti primari, degli altri uomini, primo tra tutti, il diritto alla vita e con la vita il diritto alla libertà. Non si può derogare da questa strada maestra; non si può continuare a vivere nella più assoluta indifferenza per il proprio domani. Ciascuno deve saper essere protagonista per se stesso ed in senso più generale per il bene comune. Raccontare per raccontarsi, socializzare per socializzarsi, educare per educarsi, imparare a capire l’importanza della comunicazione autentica per fare della comunicazione un veicolo di conoscenza e di utili saperi, organizzarsi per saper organizzare al meglio i propri contesti di vita, saper progettare la propria vita per saper dare il proprio contributo nella progettazione dell’insieme sociale, amare la cultura come strumento insostituibile di crescita umana, sociale e territoriale, tutto questo è assolutamente necessario affinché anche gli altri ne possano essere contaminati e capaci di assaporarne il piacere e l’importanza. Tutto questo ci serve e serve a capire come va il mondo, come va pensato insieme il futuro del mondo. L’umanità globale non può permettersi le negatività diffuse a macchia di leopardo; l’umanità globale vuole un’azione d’insieme senza condizioni grandi o piccole che siano di disagio e di sofferenza umana, sociale e territoriale. L’umanità globale richiede una capacità altrettanto globale di governare i sistemi piccoli o grandi che siano; tanto per il bene particolare e più generale per il bene di ciascun uomo della Terra. Saper pensare locale, vivendo ed agendo con una visione globale della vita, serve ad affrontare e ben risolvere i grandi e piccoli problemi che, se non risolti creano situazioni future assolutamente irrisolvibili e sempre più dannose per la vita dell’uomo sulla Terra. Da qui, l’urgente necessità di affrontare con l’impegno umano di tutti, i grandi problemi sistemici, quali prioritariamente quelli dell’acqua, del clima, del cibo, della salute, della conoscenza, dei saperi e dell’educazione, la cui diffusa indifferenza è fonte crescente dei crescenti mali dell’uomo della Terra. Con urgenza si deve attentamente porre mano ai grandi sistemi, un problema che non può più oltre dividere i ricchi dai poveri, i primi dagli ultimi. È un problema di tutti, riguarda tutti, per cui tutti devono saper dare il proprio attivo contributo prima che sia troppo tardi, prima che quelle risorse considerate inesauribili finiscano per tutti e per sempre, compromettendo in  modo assolutamente incontrovertibile, la possibilità della vita sulla Terra, come potrebbero essere un giorno gli scenari tristi del mondo se mancasse l’acqua per tutti (oggi manca per pochi ed è un grave danno umano), se il clima mutasse profondamente le condizioni della Terra rendendola inospitale ed invivibile ai più e se l’aria diventasse, per abusi umani, sempre più avvelenata ed irrespirabile. È impensabile che il mondo degli uomini abbandoni la saggezza di sempre  e decida di suicidarsi, compromettendo in maniera catastroficamente incontrovertibile le risorse primarie, prima tra tutte l’acqua, senza la quale l’uomo non può assolutamente vivere, in quanto insostituibile risorsa della vita.