Salerno: Comitato per il diritto alla casa tetto sicuro su demolizioni
E’ ormai noto che sono più di 70000 le demolizioni in via d’esecuzione di prime ed uniche case di necessità, stimate su tutto il territorio campano. A breve, come già vergognosamente accaduto per molte, saranno in migliaia le famiglie, a rimanere prive dell’ unica abitazione a loro disposizione. Demolizioni che ad oggihanno interessato uniche case di onesti lavoratori, costretti da un’ Amministrazione inadempiente a costruirsi illecitamente un tetto per la propria famiglia, a causa di una secolare e ormai sedimentata situazione d’inerzia, che vede la stragrande maggioranza dei comuni Campani sprovvisti di un adeguato disegno urbanistico che possa disciplinare la necessità abitativa. Ciò nondimeno, in via preliminare, è nostra premura ed interesse sottolineare che i Comitati e le Associazioni Unite in difesa del diritto alla casa, resisi protagonisti di non poche riuscite manifestazioni, raccolgono solo ed esclusivamente quelle migliaia ( 70000) di nuclei familiari provenienti da tutta la Regione Campania, sprovviste di ogni altra risorsa abitativa, e che hanno costruito in assenza di adeguati strumenti urbanistici, o in presenza di quadri normativi e pianificazioni del territorio obsoleti, per non dire, a volte, pianificazioni del tutto inesistenti. Nuclei familiari che soltanto a seguito di una lunga attesa ( nostro malgrado anche da 30 – 35 anni), per l’assegnazione di una casa popolare approdano, costretti da tali circostanze, alla costruzione di una abitazione abusivamente realizzata. Raccolgono nuclei familiari che versano in una condizione economica talvolta di evidente disagio talaltra in una situazione dignitosa ma non sufficiente a sostenere l’acquisto a prezzo di mercato di una casa, né a sostenere alti canoni di locazione (in questo senso -“necessità”). Nuclei familiari, che approdano dunque all’abuso in sé, solo in ultima istanza, quale tentativo ultimo di risoluzione, dopo aver tentato, preventivamente, di percorrere tutte le strade della legalità, rivendicando con insistenza un giusto diritto, quale quello ad una dignitosa abitazione, presentando regolare autorizzazione a costruire su suolo di proprietà, che si sono visti negata non perché quel suolo fosse qualificato come “zona a dissesto idrogeologico”, non perché vi gravasse un vincolo di natura archeologica, ma perché lo strumento urbanistico troppo risalente, non permetteva in alcun modo la costruzione di una abitazione regolare, (ma eventualmente di un’opera di pubblico interesse – caso Bacoli -). Tale non è la situazione relativa ai profili speculativi della problematica, senz’altro di grande gravità, dalla quale prendiamo le distanze. L ’attività demolitoria delle Procure è apparsa dirigersi se non esclusivamente, perlopiù su case di onesti lavoratori, la cui demolizione non ha richiesto e non richiede costi eccessivi, rimanendo invece in piedi l’affarismo turistico-alberghiero ed il più forte abusivismo di speculazione (a tal proposito appare doveroso citare il recentissimo caso di acquisizione a patrimonio comunale del napoletano “Tiberio Palace Hotel”, struttura abusiva). Ad ogni modo, laddove si renda necessario secondo diritto, demolire le abitazioni in questione, ci diciamo contrari alle demolizioni “per rappresaglia”. Uno Stato di diritto non può tollerare che una modesta abitazione venga demolita, ed una villa invece, per ragioni di insufficienza e indisponibilità economica, richiedendo costi eccessivi, rimanga in piedi. Uno Stato di diritto non può tollerare che da un un giorno all’altro si mandi per strada una famiglia peraltro in attesa da tempo immemorabile dell’ assegnazione di una casa popolare, senza che si disponga per questa una soluzione abitativa temporanea e senza che possano attivarsi meccanismi assistenziali sociali per i bambini coinvolti. L’episodio di qualche giorno fa, accaduto a Forio d’ Ischia, e che ha visto l’utilizzo di due bombe carta ai danni delle forze dell’ordine da condannare. Noi per primi ci diciamo contrari. Ma va rilevato come quest’episodio sia espressione ormai di una situazione che registra altissimi livelli di tensione. I Comitati stessi nascono anche per contenere in forme di protesta civile la rabbia per una mancata risposta della politica, ma anche per la totale indifferenza dell’ Autorità esecutrice la demolizione per i diritti umani coinvolti (lungi dall’essere un pretesto). Davvero una maggiore incisività sarà la soluzione giusta? Con sicurezza possiamo affermare di no. L’ansia di perder l’unico bene a disposizione e di non avere possibilità alcuna di percorrere il sentiero della legalità (edilizia popolare, agevolazioni per i canoni di locazioni, adeguata pianificazione urbanistica) farà implodere la rabbia che fa fatica a contenersi. L’intervento del legislatore è necessario.