L’equazione della speranza in un futuro migliore

   Maddalena Robustelli

Quando lo scorso 8 ottobre è morto Angelo Corigliano, i media nazionali e le emittenti televisive hanno dedicato articoli e reportage a quest’uomo sconosciuto alla quasi totalità degli italiani. Quasi, perché chi aveva comprato quattro giorni prima il Corriere della Sera, sfogliando il giornale, si era ritrovato davanti ad un annuncio alquanto particolare. Difatti Angelo Corigliano aveva voluto acquistare una pagina del quotidiano per lanciare una sfida specifica agli imprenditori italiani, di modo che essi avessero più coraggio nell’investire sui giovani. Quello speciale sguardo al futuro, per lui che aveva una grave malattia esplicitata nello stesso annuncio, è stato un modo per far sopravvivere alla sua morte un messaggio positivo di speranza. “50-1= ∞” è lo slogan che può ben sintetizzare il proposito di quell’imprenditore di San Donato Milanese che, provenendo dal Sud, era riuscito a creare l’Itex srl, un’impresa di consulenza e servizi con 500 collaboratori in tutto il mondo ed oltre 10 milioni di euro di fatturato. Aveva, cioè, con una strana equazione inteso portare a dimostrazione che ”più di 50 posti di lavoro in un anno, (è) uguale ad un’infinita soddisfazione”.  La sua azienda aveva immediatamente applicato questa formula ed il 5 ottobre passato erano stati assunti a tempo indeterminato i primi dieci giovani e ad ogni assunzione la correlata equazione diventava “50-2, -3, -4 = ∞” e via dicendo. Attualmente le chiamate al lavoro, sulla scorta di apposite selezioni, continueranno anche dopo la morte del titolare dell’Itex, come hanno assicurato i suoi familiari e collaboratori, dal momento che  “i piani del dott. Corigliano restano i piani dell’azienda”. Le parole dell’annuncio pubblicato sul Corriere della Sera danno un senso compiuto a quello che potrebbe correttamente definirsi il testamento ideale di un uomo che, nonostante sapesse che il suo cammino di vita sarebbe stato breve, ha inteso lasciare a chi sarebbe venuto dopo di lui un monito particolare. “Infinito è il traguardo che desidero per la mia azienda, non deve fermarsi per me, ma voglio che cambi nel tempo, si adegui alle difficoltà, cavalchi le opportunità con le competenze e le risorse umane che servono. Infinita sarà la mia soddisfazione di aver dato un piccolo contributo al rilancio del nostro Paese”. Questo è un passo stralciato da quell’appello, ripreso per rimarcare che quello di Angelo non è stato un piccolo contributo, se solo paragonato all’inazione ed al poco coraggio che connota la classe imprenditoriale italiana, troppo arroccata a gestire e difendere il suo ordinario. Lui, invece, prima di morire, aveva fatto bene i suoi calcoli, aveva constatato l’esistenza di margini positivi di ampliamento per la sua impresa, pur consapevole che tale incremento non lo avrebbe visto protagonista. E così ha scelto di lanciare una sfida che probabilmente consentirà di far crescere l’Itex, per i suoi figli adolescenti, per i suoi stimati collaboratori e per il sistema Italia in sé. Si sa, gli spiriti nobili non si arrendono di fronte alle avversità del destino e quell’uomo, venuto giovane al Nord da Taranto, di sfide certo ne aveva superato nella vita. L’ultima l’ha voluta indirizzare alla morte, pensando a quell’infinito compiacimento di dare un futuro di lavoro e di vita migliore a 50 giovani. Infinito come il risultato della sua equazione ”50-1= ∞”.