Lettera aperta ai politici sull’IMU
Gentili amici politici, scusate l’insistenza, ma è quella di chi vede senza essere miope (sociale s’intende perchè miope lo sono anch’io); perché non rivedete il concetto di applicazione dell’IMU sulla casa unica?, sulla sola casa (che è un po’ diverso anche da quello di prima casa). La sola casa è un guscio di tartaruga, una protezione contro il fato dei giorni a venire, un minimo di speranza, il contenitore dei sacrifici di una vita per alcuni, un piccolo pozzo che attrae i pochi soldi per la sua manutenzione o per il mutuo, per i più. L’argomento viene confuso con l’IMU in generale; parliamo di una famiglia che possiede, in tutto, una casa soltanto; non regalata con fondi governativi, non agevolata nell’acquisto, non derubricata o declassata catastalmente per motivi vari… potrei continuare sulle difformità delle valutazioni catastali che vanno da case identiche classificate rispettivamente in una città come villini e in un’altra come case economiche e popolari (la stessa cosa si verifica anche nella stessa città); e che dire del concetto (sic!) di vano? E’ urgente la riforma in mq , anzi, più giusta sarebbe una valutazione in mc (volumetrica) delle costruzioni, oltre che dell’anzianità, della posizione rispetto al centro ecc. Credetemi, per moltissimi cittadini, disposti a pagare tutto in proporzione al reddito reale, è stata inferta una ferita profonda, non solo alla propria economia precaria, ma al cuore dei valori che li hanno sostenuti negli anni di lavoro trascorsi.
Giulio Caso
Adesso tutti a dire, inmaniera variegata: NO! all’IMU.
Un mio amico (buonanima) soleva dire: “Aggia fatto io, vediteve ‘e fatti vuoste” – Ho fatto io vedetevi i vostri interessi. Lavoro, casa ecc. A volte rimane la stessa mentalità nelle sfere direzionali PD; Bersani dice di voler eliminare l’IMU fino a valori di 4/500 euro e, da filosofo, pensa di aver trovato una buona soluzione: cioè colpire ancora di più chi viene tartassato ingiustamente e salvarne i meno abbienti, ma anche i furbi. Possibile che non ci sia uno statista, un politico, un membro di partito con un minimo di senso di onore e dignità sociale che gli spieghi che i valori delle rendite catastali sono sballati e sperequati e non rappresentano un metro di misura delle possibilità economiche dei cittadini. Uno statista avrebbe pensato di fare subito la riforma catastale, un politico di evitare ingiustizie sociali eliminando l’IMU sulla sola casa, sull’unica casa, un raccatta voti di salvarne qualche milione, anche se ciò comporta il tartassamento ulteriore ingiustamente di altrettanti; tutto per prendere una manciata di voti in più (venderebbero per questo anche la coscienza).
Spesso ci si dice (ci si…) di fare dei politici “tutt’erba un fascio” o di accontentarci del meno peggio. Purtroppo i vari “autocandidati” mostrano una mentalità così ristretta e nessuna capacità di seguire un minimo di giustizia sociale che non si può fare a meno di dubitare, sospettare che “ci sono o ci fanno”.
Fin dall’inizio appariva chiaro che la linea di demarcazione, pur a fronte di problematiche più importanti, era l’infamità dell’IMU sulla sola casa, sull’unica casa di una famiglia, ebbene anche coloro che si professano progressisti si sono arroccati su stupide posizioni, becere posizioni improvvisate quanto inadatte a risolvere qualsiasi attrito fra le categorie di cittadini inquadrati, da loro, come bestiame in recinti improvvisati dalle inique categorie catastali e vecchie tecniche di misurazioni come quella del “vano catastale”. Lor signori, pur volendo fare politica, non sanno la differenza con il concetto di metro quadrato e quindi se ne fregano del fatto che i cittadini onesti con case di periferia pagheranno di più di coloro che si sono accaparrati case di pregio al centro delle città, anzi il PD propone l’esonero proprio per questi furbi amici: esonero fino a 400/500 euro. Aprite gli occhi, voi del PD, preferite perdere la dignità sociale, morale, e perseguire i deboli anche a costo di perdere clamorosamente le elezioni e non mi parlate di ben altro. Di ben’altristi son pieni gli inferni dei perseguitati, a fare i capò s’intende.
Vorrei riportare lo stato d’animo di tanti altri vessati da una mentalità chiusa alla ricerca del giusto:
1) Le rendite catastali quantomeno risentono dei vari periodi in cui sono state fatte.
2) I valori delle rendite catastali sono a “vani” :concetto superato dalle misurazioni internazionali in metri quadrati; anzi, i fabbricati dovrebbero essere misurati in metri cubi con una riforma attuabile in poco tempo.
3) Abitazioni gemelle, vicine che vengono valutate diversamente per le diverse divisioni interne (ecco uno dei casi che sarebbe eliminato con la misurazione in metri cubi).
Per non parlare della vetustà, del pregio, stato di manutenzione, posizione dal centro, geografica ecc. . Questi dati avvierebbero ad una valutazione dei fabbricati vicino a quelli di mercato. Solo in questo caso si potrebbe pensare, per le prime case (e non per le sole case, le uniche case (non di lusso) che rappresentano il guscio di tartaruga di una famiglia, la speranza di poter riparare i figli anche a fronte delle avversità future) di avviare un’imposta progressiva in proporzione anche al reddito reale posseduto dalla famiglia.
Prima casa, significa anche che se ne posseggano altre, seconde , terze, che è possibile adeguarsi a diverse condizioni economiche.. Unica casa, sola casa è ben diverso: non costringiamo il gatto al muro… potrebbe ribellarsi.