Napoli ospita il gay pride
Anche Napoli avrà la sua storia. In tema di pride a fine mese. Gay. Il sindaco ha detto sì. Al corteo, ma senza schiamazzi e nudi. Spot offensivi e disordini. In parole povere, asserzione alla diversità, ma non degenerante. Non solo in clima elettorale. Dopo gl’incresciosi eventi dei giorni scorsi, a Mosca, dure manganellate tra manifestanti e Forze dell’Ordine. L’orgoglio omosessuale continua a sfidare la piazza. Ed i dissensi. Il prossimo mese toccherà a Genova, santuario della cultura cattolica, se la figura di Bagnasco riuscirà a conservarla. I pullman con le scritte provocatorie, sfida all’ateismo. Il voler a tutti i costi accentare l’esistenza di Dio. In occasione dell’assise nazionale, boom di presenze omofobiche. Il perchè di tale carrellata, ancora sfugge. Il voler imporre a tutti i costi la propria sessualità, in modo forzatamente “colorato”, piccante per accenti che rasentano il paradosso. La mostra dell’intimità, nel più crudo della privacy. Scene già in passato raccapriccianti tanti, inorgoglito alcuni. Da Pecoraro Scanio, a Grillini. Stavolta, però, il Pd fa spallucce. Si apparenta idealmente con An, guardando di sottecchi la parata. Una vetrina per farsi conoscere, senza remore. Nè dignità. Per lasciarsi andare ad effusioni, senza pudore.Nella Repubblica marinara, un carosello di volti e di condizioni. Tra le diverse associazioni, puntualmente presenti accanto all’Arcigay, anche chi si affaccia ad un progressismo ideologico, non di maniera. Forzando l’accettazione. Dai Pacs alla legittimazione delle coppie omo, nella progressista Spagna, come nella chiccosa Francia. In Italia, il passo non ancora lungo. Intanto, l’alto della culla vaticana, spettatore attento di una diversità sbandierata, apostrofata, sviscerata. Imposta, con le buone o con le cattive! In barba ad ogni sorta scandalistica.