Napoli: Ingroia su flash mob Città della Scienza
“Basta a chi continua a rubarci il futuro”. Antonio Ingroia e Rivoluzione civile sostengono il flash mob di questa mattina organizzato a Napoli davanti ai cancelli della Città della Scienza. “Per dare speranza a Bagnoli, per dire che non ci intimoriscono, per urlare il nostro dissenso e la voglia di ricostruire e ora che sull’ipotesi del dolo non sembrano esserci dubbi propongo di dare un segnale forte, che i fondi per la ricostruzione possano essere cercati da subito anche nei beni confiscati alla camorra e alla politica corrotta. Ecco la strada da seguire”, scrive sul suo blog il leader di Rivoluzione civile. “Il rogo – conclude- non ha distrutto solo Città della Scienza ma tutto ciò che in questi anni ha rappresentato e prodotto. Scene simili non sono tollerabili: sotto la cenere, offeso, giace un tesoro della conoscenza. Intorno, un Paese da far ripartire a cui quella conoscenza non può mancare”. “Stiamo vivendo un fortissimo disordine politico, sociale e finanziario che e’ funzionale al sistema mafioso”, ha dichiarato Ingroia ospite questa mattina a La7 – Coffee Break, nella puntata dedicata al rogo della Città della scienza. “Si tratta di una dimostrazione di potenza del sistema criminale che approfitta della debolezza del fronte della legalita’ e batte il pugno sul tavolo. E’ certamente un problema di cultura della legalità, d’accordo. Ma è soltanto un problema diffuso, sociale e culturale, o un problema che incombe soprattutto sulla classe dirigente? La cultura della legalita’ – continua Ingroia- ha come suo altro pilastro il principio di responsabilità. Questo vuol dire che una classe dirigente che davvero vuole dare una sterzata deve assumere sulle proprie spalle una intransigenza e un rigore contro l’illegalita’ che è quello che è mancato finora, producendo i risultati che sono sotto gli occhi di tutti”. E ancora, “la mafia e’ un animale incontrollabile eppure abbiamo avuto un ceto politico che sulla convivenza con la mafia ha retto per decenni nella cosiddetta prima Repubblica. Abbiamo degli esempi storici”, ha affermato ricordando che “dopo l’omicidio di Mattarella, risulta dalla sentenza, perfino il senatore Andreotti a un certo punto si rese conto che la convivenza con la mafia non funzionava, che non era controllabile. E su questo non si è fatto nulla: la cultura politica prevalente della seconda Repubblica, quella che semplificando chiamiamo il berlusconismo, e’ stata la rappresentazione di quella indulgenza nei confronti dell’illegalita’: scandali elettorali politico mafiosi, condoni, scudi fiscali, amnistie, depenalizzazioni… Il risultato – ha concluso il leader di Rivoluzione civile – e’ l’Italia che ci ritroviamo”.